Top Ten Pre - 100 Questo è il periodo in cui si vede lo Stano più vicino al proprio stile tradizionale, periodo che, proprio per questa ragione, apprezzo molto.
Copertina che considero il passepartout di Stano il quale, anziché percorrere la via del suo predecessore, il divino Villa, colmando la copertina di minuziosi dettagli, si concentra sull' essenziale regalandoci una scena scarna, eppur tremendamente eloquente.
Disegnata magnificamente, trovo che lo sguardo assonnato di Dylan, il Goblin che si avvicina furtivo e la rampa delle scale in penombra evochino un' atmosfera soffusa in cui il tempo sembra fermarsi, cullato dai tenui colori del complesso condominiale.
Una seduta spiritica eseguita in un
locale a luci rosse nel quale Dylan viene circondato da una schiera di demoni raffiguranti i vizi della società capitalista odierna.
C' è bisogno di dire altro ?
Poiché trovo che la raffigurazione del killer il quale, oscuro, brandisce un trapano accanto alla propria vittima sia semplice quanto di forte impatto.
E come ciliegina sulla torta, come non dimenticare la terribile quanto affascinante scritta " Fear " che si staglia accanto a lui sulla parte ?
L' uomo e il vampiro in un rapporto di conflittualità eterna quanto inscindibile.
Forse la migliore composizione mai realizzata da Stano.
Un capolavoro cromatico ( abbinare il fucsia col giallo senza rischiare di combinare una pacchianata non è per niente semplice ) che, in una singola scena, presenta tutte le creature esoteriche dell' immaginario collettivo che si riuniscono in un momento speciale, di follia, in cui tutte le determinazioni del reale ( pure quelle spaziali ) vengono meno.
Una scena forte degna di Hitchcock : una personalità disturbata, un assassinio, la tempesta.
Qui premio l' originalità della scena : inserire la morte, vestita di bianco, in un sotterraneo è insolito ma funziona perfettamente.
Una situazione grottesca, assurda : Dylan deve fuggire da una città che pulsa di vita, si muove, cambia la propria morfologia la quale, come nelle pellicole surrealiste, assume i connotati di un incubo assiduo e spietato che finisce col condizionare la realtà stessa.
Confesso che, la prima volta in cui la vidi, pensai davvero che Dylan Dog si sarebbe concluso lì, e i volti dei gargoyle, rigati dalle lacrime, mi suggeriscono che, forse, è andata proprio così.
Top Ten Post 100 Devo confessare che scegliere soltanto dieci copertine in questa centina è stato alquanto problematico.
Forse esagero ma, per quel che concerne la qualità media dei lavori realizzati, ritengo che questo sia il miglior periodo del caro Stano.
Adoro questa copertina poiché, dietro un' immagine apparentemente chiara, si celano molti misteri.
Chi è quella figura incappucciata che governa la barca ?
E' realmente quella fortezza una prigione o piuttosto si deve interpretare l' intera composizione come un' allegoria ?
Confesso di esser sempre rimasto impressionato dal vedere quest' uomo dal ghigno deforme strangolare, quasi per appagamento personale, un Dylan che mai prima d' allora mi era sembrato così inerme di fronte agli eventi.
Trovo inoltre che quella civetta dallo sguardo tanto minaccioso contribuisca ad accentuare i toni già di per sé sinistri della scena.
Tra le copertine ufologiche questa è senz' ombra di dubbio quella che mi affascina di più in quanto capace di presentarmi una scena che non sono capace di interpretare del tutto.
Quale sarà il destino di Dylan che, esangue, viene trasportato da una misteriosa creatura aliena ?
Che cos' è contenuto in quella cupola celeste presente nel centro del parco ?
Qui fantascienza e mistero si fondono in una composizione di rara bellezza che rivela tutto e nulla di quel che è.
Non sarà una delle copertime migliori ma la visione di quest' assassino mascherato pronto a sguainare lo stiletto che tiene in mano sembra rimandare, come nel frame di una pellicola cinematografica, ad un istante successivo nel quale si adoprerà per soffocare la vita di Dylan in un mare di sangue.
Per essa potrei riportare le stesse considerazioni che espressi in merito a
Storia di Nessuno.
Stano comprende che il suo tratto sintetico ben si presta a proporre delle scene essenziali nelle quali sta al lettore attribuire un significato a ciò che vede.
Qui un luogo bianco, la Morte, una misteriosa figura, Dylan che precipita in una voragine oscura e un' infinità di interpretazioni.
Il fascino della dama oscura qui risaltato in tutta la sua inquietante perversità.
Una composizione tetra di un' oscuro e arido paesaggio agreste.
La speranza in questo mondo è oramai una mera illusione e a coloro che se ne sono resi conto non resta che tornare alla terra.
Una raffigurazione forte di quel che il più grande vanto e, al contempo, la peggior sciagura della società capitalista : il denaro.
In suo onore le frotte,
in suo onore le lotte,
in suo onore la morte.
Un cielo cupo e piovoso, il corpo reclinato al di fuori dell' automobile, una rivoltella stretta nella mano destra e lo sguardo perso verso altri orizzonti.
Forse la miglior raffigurazione del personaggio in chiave noir.
La predominanza di tinte grigie e del nero degli alberi conferisce all' ambiente un tono macabro e quel cancello oltre al quale niente è visibile se non una folta coltre di nebbia sembra rimarcare il confine che sussiste tra il regno dei vivi e quel regno del quale non è possibile proferir verbo.
E la Morte, qui presentata nell' insolità quanto grottesca veste di ciclista, si presenta per reclamare quella ragazza che, in un attimo di tenerezza, si stringe a Dylan con tutte le sue forze.
Decisamente, una delle mie copertine preferite.