Mah, io sarei più per il "
don't show, neither tell".
Ma di che cosa stiamo parlando,
come da titolo?
Adesso mi spiego(-nizzo) meglio, a vele spiegate
.
Questo dello spiegone è un problema relativo e va visto da diverse prospettive, secondo me.
Un conto è il suo uso ripetuto e sconsiderato, un conto quando necessario per l'impostazione di una storia.
E parlo sempre di fumetti, perché altrove la questione cambia referenti.
E anche all'interno dei fumetti, bisogna sempre vedere verso quali registri sia impostata la sceneggiatura.
Forse comunque questo topic andrebbe dirottato nella sezione "
Discussioni" perché in fondo se ci rivolgiamo al problema anche solo su
DylanDog ci sarebbe molto da dire
.
Partiamo dall'idea che uno "spiegone" (senza, per ora, uso dispregiativo del termine) è una lunga spiegazione che svela più di qualcosa ed illumina su gran parte dei retroscena macinati nelle 80 e passa pagine precedenti, rimanendo in ambito SBE.
E' normale che in versanti più o meno
action, dove bisogna risolvere un problema/quest attraverso una missione, un intervento, una presa di posizione...questa necessità di spiegonamenti varii sia poco diffusa, a meno che il tramatore/villain di turno non agisca nell'ombra, con complici inaspettati, per ragioni occulte ai più, o di bluff in bluff.
Quindi in fumetti come
Tex, Zagor, Nathan, Saguaro, Adam è necessario solo in casi sporadici, laddove prima della risoluzione conti la rivelazione
.
Purtroppo
dove si fa largo il mistero, il giallo, o l'horror questo elemento per ovvie ragioni diventa più preponderante... perché è molto raro che una storia giochi a carte scoperte sin dall'inizio, e ci sarà sempre un qualcosa nell'ombra da scoprire, da tirare sulla corda dell'ignoto, o delle suspense pre-rivelatoria.
Molto spesso gli stessi autori, per creare un climax, lasciano che questi retroscena emergano tutti&solo sul finire... concentrando una marea di informazioni sulla coda. Non più pungente né salata, perché sospendendo gli eventi a favore di prolisse discettazioni si crea l'effetto "bolla temporale", in cui i personaggi sembrano uscire dal loro contesto precedente - spesso cosparso di pericolo e tensione - per immergersi invece quasi ipnotizzati nel comodo (ed improbabile) divano di una narrazione nella narrazione, piena di dettagli rattoppanti o motivazioni da cabaret
.
Alla fine si capisce bene come questa prassi talvolta finisca per smontare il fascino ambiguo delle costruzioni precedenti, e sgonfi nel bathos il percorso verso un climax cileccante, da montagne che partoriscono branchi di
Topolini dopo un'erpicata di tutt'altro genere e premesse.
Si crea quindi un imbuto da resa-dei-conti/fatti in cui convogliare i troppi costrutti/elementi sparsi malamente nelle pagine prima, rabberciando una coerenza logico-narrativa degli eventi poco suggestiva, se non forzosa
.
Con questo non voglio demonizzarne l'uso
.
In alcuni casi queste spiegazioni sono avvincenti ed inquietanti quanto gli eventi che le precedono, riuscendo a catturare l'attenzione affabulata del lettore, che adesso può provare a ricostruire quanto letto con una retrospettiva di vantaggio.
Resta il fatto che impostare tutte le storie con questo refrain rischia di provocare stucchevoli conformismi, con la solita appendice finale di rivelazioni che devono coprire quanto l'autore non ha voluto - o non è riuscito? - metter in scena nelle pagine precedenti, o sente la necessità di illustrare togliendo all'inspiegabile il suo appeal.
Certe volte è meglio non dire tutto di tutto e lasciare un margine d'incertezza per i posteri
.
Un non-dire che è anche un non-mostrare, dato che si tratta di fumetti con un taglio horror/thriller tra l'altro, e che si cercano inquietudini, emozioni e non rassicurazioni, razionali o sequenziali che siano.
SPIEGAMI PERCHE' FINISCE CON ALOHA !