Cravenroad7

tra tutte le porcherie di chiaverotti questa mi è simpatica.

Vedi che sei prevenuto? Già te ne stanno simpatiche 2.

accettabile.

Accettabile pure per me. Un po' come in Delirium, anche qui ci sono idee potenzialmente valide, ma non sviluppate adeguatamente, qualche caduta trash, alcune sequenze ben riuscite e un finale che ti fa venire la tentazione di scagliare l'albo contro il muro, con la tiratona moralistica prima e l'assurda rivelazione dell' ultima pagina poi. La voglia di stupire a tutti i costi non paga neanche stavolta. Però ci sono delle cose buone, su tutte l'idea stessa di una rilettura alternativa di Frankenstein (strizzando però l'occhio a qualche obbligatorio clichè). Chiaverotti usa e abusa di un tema caro a Sclavi, il diverso "buono" e la malvagità che si nasconde nel cuore dei "normali", senza però possedere la stessa delicatezza del Tiz. Piacciono l'omicidio nello spazio, per quanto implausibile, e la ragazza all'"ultima spada". Dialoghi non frizzanti e brillanti come al solito per Claudio, forse per il poco spazio concesso a Groucho; i personaggi parlano spesso per citazioni e frasi celebri, quando l'utilizzo ne è così frequente diventa anche irritante. Freghieri un po' sacrificato, forse, dal tipo di storia.
Ero tentato di votare mediocre, ma l'aura malinconica e triste di "Frankie" mi fanno alzare la media.
Impagabile Dylan che fa pensieri hot sulla nipote della Trelkovski mentre lei gli legge nel pensiero.

Buon albo, Chiaverotti che gioca a fare Sclavi e ci riesce benissimo... bella la storia della bimba che compare a inizio albo come comparsa ma poi si inserisce nekl contesto della storia. Bello il (primo) controfinale con il mostro che è figlio della dottoressa che ha fatto di tutto per tenerlo... non si capisce il contro-contro-contro (insomma l'ultimo) controfinale che per me toglie un punto all'albo... ma che significa!?? bah...

Insomma...Chiaverotti che gioca a fare lo Sclavi...più o meno...

Questa è una chiaverottata bella e buona...al 100% .......la retorica viaggia a mille...toccante (e tipicamente chiaverottiana) la scena del cane bastonato con frase annessa del gigante..

Tuttavia si legge con piacere...il solito controfinale idiota che però non danneggia quello che tutto sommato è un buon albo...

Voto 6,5

Mica ce lo vedo tanto Sclavi qui dentro...questa è una storia totally Made in Chiave con tanto di firma a margine (ultima vignetta)...anche per certe divertenti e trashissime bassezze in cui si gongola .

A me è piaciuta non poco ai suoi tempi, anche se ad una rilettura rivela tutta le sua facile retorica "del diverso" "dei mostri attorno a noi" e dell' "innocenza inerme", che comunque sono rette da una sceneggiature incalzante, un Dylan che è Dylan, e dei dialoghi azzeccati.
Aggiungete un Freghieri che adesso ce lo scordiamo...e una delle mie più sfacciate muse ormonali su DD (la nipote delle Trelkovsky ...ma quando ritorna? )

Il controfinale non vuol dire nulla, è pura provocazione con (ri)apertura del tema della mostruosità materna/generatrice abbozzata altrove. Non aggiunge nulla alla storia, ma permette un altro tuffo nell'orrore spiazzante che non guasta mai...come da routine del brivido

Ah, dimenticavo perchè quasi implicito...

WE LOVE CHIAVEROTTI



ALOHA

Le storie di Chiaverotti mi piacevano tutte quando avevo 14 anni, quindi non posso che quotare buona parte del discorso di Wolkoff .
Però oggi tutto quel buonismo, mi sembra un po' troppo . La compassione per il mostro è un tema ineludibile in Dylan Dog, ma qui si esagera un po' troppo.
E poi quella dei 4 narcotrafficanti è un po' una pagliacciata: come fanno a conoscersi un astronauta americano e una panettiera londinese? Wtf?
Comunque la morte dell'astronauta con gli occhi fuori dalla testa mi ha sempre impressionato.
Colpo di scena finale inutile, ma non conta, in quanto accade spessissimo in Dylan Dog.

6 complessivamente, perchè è scorrevole da leggere, e abbastanza divertente.

Bel ribaltamento Chiaverottiano:

Sarò stato in un momento sì, ma quando l'ho letta l'ho apprezzata, trash e annessi concessi

Riletto ora dopo 20 anni, ma che finale di m--da. Ma anche il resto a pensarci, quanta retorica e anche altre cose implausibili tipo il gruppo di 4 persone.

Si finale un po' scarso e solito controfinale che però delude in questo numero. Mi ha fatto venire in mente la "polemica" su Dylan che si cala nei condotti d'areazione come un vero action man (N° 339), eppure qui si appende in caduta libero su una lancetta del big ben...

Buona storia, che rispetta tutti i canoni del primo "vero" Dylan Dog.

Poco da dire ; qui Chiaverotti, pur non scrivendo una brutta storia, ha mancato il bersaglio concludendo con un pessimo contro-finale.
Chiaverottata da sufficienza stentata.

Per l'amor del cielo, qualcuno mi spieghi PERCHÈ nelle prime pagine del volume, quando Dylan provoca la cliente per osservarne la reazione, c'è un asterisco che denomina questa pratica "Dylan Dog horror test"..........................
Perché. Non si era mai sentito prima... cos'è, lo tsukuyomi infinito Itachi?
Allora quando Groucho spara battute a raffica si potrebbe mettere un asterisco e chiamarla "Groucho One thousands laughs", quando DD rifiuta il paranormale "Dylan Dog Persistence of reluctance", quando Bloch cita un anno dal quale non fa più una determinata cosa "Bloch Euphemism of the hilarity" e così via....

Suvvia, ma che diamine è questa etichetta su questo semplice (e banale) comportamento di Dylan... ?