Cravenroad7

Che ne sapete, potrebbe essere una coraggiosa e sconvolgente storia ad alto contenuto erotico su torbide vicende incestuose!

Comunque il titolo è ironico, la storia dovrebbe essere puro horror. (fonte lo stesso Marzano)

Per quella ci posso pensà io....
Seee...magari !

Come dicevo nel topic delle anticipazioni non è che il titolo sia brutto in sé. Un titolo come "Cara mamma" (senza articolo percaritàdidio) potrebbe benissimo essere il titolo di un racconto di King. C'è tutta una tradizione horror sui titoli apparentemente innocui e quotidiani. I primi che mi vengono in mente possono essere "Gioco d'ottobre" di Bradbury o "Il barile di Ammontillado" di Poe. Però il giochino funziona se poi nella storia che segue si crea un contrasto inquietante e grottesco con l'apparente "innocenza" del titolo. Infatti dopo aver letto i due racconti di Bradbury e Poe, e aver capito in che cosa consisteva il gioco e a cosa serviva il barile, quei titoli apparentemente innocui assumono un'aria sinistra e minacciosa.

Ora, è probabile che una storia del Dylan attuale possa innescare questo contrasto tra titolo e contenuto? Direi di no. Questo al di là del solito discorso sul valore degli autori e delle storie. Semplicemente Dylan Dog è una serie che non "pesta duro" da parecchi anni, anche in molte delle storie migliori. E per creare quel contrasto bisogna pestare durissimo. Altrimenti è ovvio che quel tipo di titoli suonano vuoti, goffi e patetici.

E poi, se vogliamo dirla tutta, è vero che esiste questa tradizione di titoli finto-innocenti, solo che NON appartiene alla tradizione di Dylan Dog!
Al massimo su Dylan possono funzionare i titoli ironico-grotteschi tipo "I conigli rosa uccidono" o "Storia di un povero diavolo", dove però c'è sempre un particolare che ci segnala il lato "horror" della storia: i conigli rosa "uccidono", il poveretto è pur sempre un "diavolo". Al limite funziona un titolo come "La governate", ma perché è comunque una figura che richiama un certo immaginario gotico, non funzionerebbe con "La cameriera" (che sempre più un porno) o con "La portinaia".

Nessuno sano di mente intitolerebbe mai una storia di Tex "Ehi amigo, c'è Tex... comprati la bara!" (al di là della mancata rima), perché la tradizione di Tex è diversa da quella rappresentata dai roboanti titoli degli spaghetti-western, anche se quest'ultima è comunque una tradizione perfettamente codificata ed entrata nell'immaginario western.
E invece c'è chi pensa che per Dylan DOG siano adatti titoli come "La cara mamma", "Una affezionata clientela", "Senza trucco né inganno", "Tra moglie e marito… " (povero Marzano, quasi tutti lui se li becca i peggiori)...

E concludo sulla questione dell'articolo. "La cara mamma" con l'articolo potrebbe benissimo essere il titolo di un racconto di Buzzati ambientato a Milano. Solo che non mi risulta che Dylan Dog sia ambientato a Milano, o nel nord Italia.
Io sono trentino, anch'io QUANDO PARLO faccio un grande spreco di articoli determinativi, ma sinceramente leggere una provincialata del genere in un titolo Bonelli del 2013 mi lascia un'impressione di sciatteria davvero preoccupante.

dai su, anche questa volta verrà fuori che non è colpa di oni. ma se non è mai colpa sua, cosa fa oni u dd?.

Non è che Gaiman abbia fatto solo Sandman (su cui poi di cose ce ne son da dire, ci si potrebbe benissimo tornare), di cose interessanti ce ne son tante, e se non le conosci è l'occasione giusta per scoprirle

La copertina è bella, la "cara mamma" NO! Spero per Marzano che gli abbiano cambiato il tutolo quelli della redazione...

Per me un titolo così è brutto in sé. Inoltre, su Dylan c'entra come i cavoli a merenda.

Il titolo, più che altro, segue il trend sterilizzante della testata. "La legione degli scheletri" (non era meglio "Via dell'Incubo"?), "Lavori forzati" ( questo forse li batte tutti), "Nella testa(!) del killer" (quel "testa" mi indispone davvero). Non sia mai che qualcuno leggendo un titolo provi una banalissima emozione!

Fantastico....una storia di Marzano...con un titolo orribile...per quella che è l'uscita più inutile e insensata della testata: L'Almanacco della paura........nel 2013, con Internet.

Lascio in edicola...ridendo...

Direi che "siamo alla frutta", ma non vorrei dare alla redazione il titolo per una storia su un quadro dell'Arcimboldo che uccide.

Questa e' la piu' grossa stronzata che ho letto da quando sono iscritto in cr7 , che cazzo c'entra internet con l'almanacco?????????

Dannazione, Goblin, calmati!

L'almanacco è pieno di servizi e informazioni che su internet si possono trovare facilmente...

A parte la storia inedita, l'almanacco é un contenitore di news e servizi di (poco) approfondimento: entrambe le cose internet le fa meglio. Un altro discorso sarebbe se almeno gli approfondimenti fossero fatti seriamente come quelli di altre riviste (mi vengono in mente certi dossier di "Nocturno").