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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: Universo
MessaggioInviato: mar giu 26, 2012 12:48 am 
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Iscritto il: gio giu 03, 2010 6:52 pm
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Nikolaj Stavrogin ha scritto:
Beh oddio, "le teorie dei cosmologi" è un po' vago, magari con un tema più preciso se ne potrà parlare.

Una delle questioni più interessanti e dibattute ad esempio è quella sulla geometria dell'universo [che ne determina inesorabilmente anche il destino].

Grazie alla fisica novecentesca sappiamo che vicino ad un corpo di grande massa, come ad esempio una stella, lo spazio s' incurva. Ma la geometria generale è tutt'altra cosa, ed è legata all'equazione einsteiniana del campo.

Se ipotizziamo che la curvatura dell'universo sia nulla [e la ammettiamo come costante ovunque, ovviamente], possiamo immaginarlo come piatto.
Se ipotizziamo che la curvatura dell'universo non sia nulla, possiamo immaginarlo come chiuso [curvatura positiva] o rispondente ad una geometria iperbolica [curvatura negativa], formulata nell' '800 da Gauss, Lobacevksij e Bolyai in alternativa a quella euclidea. Anche qui ci sarebbe da aprire una lunga parentesi...

A questo punto entra in gioco il rapporto fra la densità di massa reale dell'universo e la sua densità critica.
Questi due concetti sono inspiegabili senza complesse equazioni, ma il succo è questo:
se il rapporto è uguale a 1 [densità reale = densità critica] l'universo sarà piatto, quindi si espanderà per sempre a velocità decrescente;
se il rapporto è maggiore di 1 [densità reale > densità critica] l'universo sarà chiuso, quindi un giorno smetterà di espandersi per iniziare a contrarsi su se stesso divorando tutto e magari rinascendo dalle sue stesse ceneri, perché c'è più massa di quella sufficiente per un semplice rallentamento;
se il rapporto è minore di 1 [densità reale < densità critica] l'universo avrà una geometria iperbolica, quindi continuerà ad espandersi a velocità crescente, perché non c'è massa sufficiente per fermare l'espansione.

Il tutto presupponendo che un'altra costante, detta cosmologica, sia nulla, altrimenti l'esito è imprevedibile; o meglio, dipenderà da più fattori. E soprattutto ignorando l'energia oscura, che suona a suo piacere l'Universo come una fisarmonica.

Anche solo in virtù di tutte le semplificazioni di rito, è una questione che suona come molto complessa.
Più sapremo, più saremo ignoranti... le due curve crescono in maniera direttamente proporzionale, purtroppo o per fortuna.


Tra l'altro, questa curiosità e rivoluzionario approccio alla fisica teorica ha fatto nascere un sacco di Geometria (sopratutto di tipo differenziale) davvero interessante ed (a posteriori) utilissima, che ha contribuito alla risistemazioni delle scienze matematiche nel XX sec. ad opera di Hilbert. E quindi a posteriori una rivisitazione in chiave algebrica della geometria.

Per me, il grande merito dell'universo è questo :mrgreen:

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I miei cinque minuti di ricreazione: http://gruppoabeliano.wordpress.com

Sometimes you wake up,
Sometimes the fall kills you,
and sometimes, when you fall,
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 Oggetto del messaggio: Re: Universo
MessaggioInviato: gio giu 28, 2012 1:18 pm 
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Iscritto il: sab dic 27, 2008 3:49 pm
Messaggi: 745
Località: nato a erice, cresciuto a calatafimi, poi trapiantato a... trapani!
ma che fine ha fatto l'autore della discussione?
vorrei sapere che ne pensa dei nostri interventi. :wink:

dai, che gli argomenti interessanti vanno valorizzati! :)

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sono solo uno spettatore del mondo, seduto ad un gradino della vita


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 Oggetto del messaggio: Re: Universo
MessaggioInviato: gio giu 28, 2012 4:28 pm 
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Iscritto il: sab lug 03, 2004 10:42 pm
Messaggi: 11088
Ha lanciato il sasso ed è fuggito! :D

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Temo di essere frainteso. Forse ho raggiunto il mio obiettivo.
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 Oggetto del messaggio: Re: Universo
MessaggioInviato: dom lug 01, 2012 4:42 pm 
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Iscritto il: sab lug 10, 2010 11:33 pm
Messaggi: 359
Putroppo non mi è molto facile di questi tempi usare il pc, causa agonia da caldo infernale con annesso coma, il tutto servito con una buona fetta di lavoro..

Comunque, tornando al tema del topic, mi permetto di copincollare un mio piccolo contributo che scrissi in passato e non terminai mai in un altro forum, per altre questioni.


L’universo è grosso.
Incredibilmente enorme. E’ umanamente impossibile capire quanto inverosimilmente immenso sia l’universo. E’ inutile persino provarci. E’ troppo grande, fine.
D’altro canto, un protone è incredibilmente piccolo. Un protone è una frazione infinitesima di un atomo, che già di per sé è sufficientemente minuscolo. Un protone è così piccolo, che un puntino sopra una “ i “, ne può contenere circa 500.000.000.000.
Immaginate ora di poter ridurre un protone a un miliardesimo delle sue normali dimensioni e riempire quello spazio infinitesimo un po’ di materia.
Fondamentalmente, sareste pronti per creare un universo.

L’universo ha inizio in nessun luogo, e in nessun momento. Perché non esisteva spazio prima dell’universo, e neppure tempo. Non esiste passato da cui possa emergere, ne posto che possa occupare. Esiste, e basta. Non siamo in grado di dire cosa accadde nell’esatto istante del Big Bang, che, a dire il vero, è più una teoria sull’evoluzione dell’universo, più che sulla sua origine. Tantomeno ha senso parlare di prima del Big Bang, perché prima il tempo non esisteva.

Sappiamo però che il primo secondo è il più emozionante. Con una singola pulsazione vengono prodotte tutte le quattro forze che regolano l’universo: gravità, forza elettromagnetica, interazione nucleare forte, interazione nucleare debole. Dopo meno di un minuto, l’universo si è espanso al punto che il suo diametro ha già superato il milione di miliardi di chilometri, e continua a crescere. La temperatura è caldina, intorno ai dieci miliardi di gradi celsius, ed è perfetta per dare inizio alle reazioni nucleari che formeranno gli elementi più semplici: idrogeno ed elio, con una piccola percentuale di litio. Dopo circa un quarto d’ora, è già stato prodotto il 98% della materia che mai esisterà. In pratica, avete tutto quello che vi serve per costruire un universo, nel tempo necessario per farvi e godervi una tazza di tè.

Certo, avrete dovrete ancora aspettare cento milioni di anni perchè prima stella inizi a brillare, ma avete già fatto tutto il necessario per mettere in moto tutto quanto. Ma come sappiamo tutto questo ? Come possiamo essere così certi di un evento che è accaduto all’incirca 13.8 miliardi di anni fa ? Come diavolo si può arrivare a sapere cosa è successo all'universo 0.00000000000000000000000000000000000000000001 secondi dopo il suo inizio ?

Abbiamo un sacco di modi, in realtà. Alcuni di questi sono però davvero complicati, e li tralasceremo. Per comprendere gli altri, invece, bisogna fare una piccola premessa sulla luce.

Il primo grande scienziato che ebbe a che fare con la luce fu Isaac Newton. Fu il primo a scomporre la luce nei sette colori (Che lui stesso stabilì fossero sette, perché gli piaceva l’analogia con le note musicali; In realtà, la luce è uno spettro continuo, senza divisioni nette, come il passaggio da una specie all'altra), e aveva una teoria corpuscolare della luce: piccoli pezzettini di materia entravano negli occhi di chi la osservava, e si manifestavano come ben sappiamo. La sua idea derivava da quello che sapeva sulla propagazione della luce. Newton sapeva che la la luce si propagava in linea retta a velocità non infinita e che si rifletteva (rimbalzava con un urto perfettamente elastico sulle superfici), e questi erano ottimi argomenti a suo favore. I colori dell’arcobaleno venivano spiegati con l’introduzione di un gran numero di corpuscoli di colore diverso, e il bianco come la somma di tanti di questi colori. Questa concezione restò quella maggioritaria per quasi due secoli, nonostante un arguto fisico olandese, Christiaan Huygens, avesse proposto, quasi contemporaneamente alla teoria newtoniana, una teoria in cui onde di luce si propagavano attraverso l’etere, sostanza che pervadeva tutto l’universo. L’intuizione era buona, ma la teoria fu seriamente presa in considerazione solo agli inizi dell’800, quando Thomas Young, fisico inglese della Royal Society, dimostro attraverso l’esperimento della doppia fenditura che la luce era incontrovertibilmente un onda.
Young era un medico, ma era anche il genere di persona che, nel tempo libero, imparava due o tre lingue per tenersi impegnato, o risolveva i misteri dell'universo, come la natura della luce.
Young prese due fonti di luce, due fessure distinte, e le illuminò, e disegnò diligentemente quello che osservò:

Immagine

Le due luci interferiscono. Si sommano, si sottraggono, si increspano vicendevolmente, non come singoli corpuscoli, ma come onde intere, come lanciare due sassi nello stesso stagno. Young in maniera semplice ed elegante aveva appena dimostrato che era più figo di Newton. E lo sarebbe rimasto per un po', almeno fino a quando non fosse arrivato Einstein sulla scena.
Perché ci frega che la luce sia un'onda, un onda elettromagnetica, in particolare ?

In quattro parole:
Cosmic Microwave Background Radiation.

Immagine

Nel 1965 due impiegati dei Bell Laboratories, Arno Penzias e Robert Wilson, stavano cercando di tarare una nuova grande antenna per le comunicazioni. E non ci riuscivano. Ovunque la puntassero, captavano un rumore di fondo fastidioso, un sibilo incessante, che rendeva impossibile ogni esperimento. Ovunque la puntavano, in qualsiasi momento del giorno e della notte, in qualsiasi stagione, c'era questo sibilo. In un primo momento, pensarono ad un guasto tecnico. Sostituirono ogni singolo cavo elettrico, riassemblarono ogni pezzo, cambiarono ogni giuntura e cavo elettrico. Niente, ancora il sibilo. Uscirono allora armati di scopa a far brillare l'antenna, liberandola dalla cacca di piccione che inevitabilmente decorava un antenna di simili dimensioni. Ancora nulla. Il sibilo, ad un anno dalla prima accensione, restava lì, identico, a impedirgli di lavorare.

Vent'anni prima, un astrofisico di origine russa, George Gamow, aveva avuto un'idea interessante per poter confermare o smentire l'idea del big bang. La luce è un onda elettromagnetica, ben sapeva Gamow, e quindi si sarebbe propagata all'infinito nelle vastità dello spazio. L'altissima energia con cui sarebbero partite sarebbe stato sufficiente per fargli attraversare uno spazio in continua dilatazione, e se si fosse ascoltato con sufficiente attenzione, si sarebbe potuta rintracciare parte della radiazione cosmica di fondo lasciata dal Big Bang, che dalle temperature al di fuori della comprensione umana a cui si era originata, si sarebbero raffreddate e avrebbero raggiunto la terra in forma di microonde. Ma Penzias e Wilson non avevano mai sentito parlare di Gamow.

E quindi non potevano sapere che il rumore che li tormentava veniva direttamente dal bordo dell'universo, a 90 miliardi di trilioni di chilometri di distanza. La luce più antica dell'universo. Era qualcosa di mai visto prima. I più potenti telescopi, ai tempi, in grado di captare le quasar, stelle che emettono particolari radiofrequenze identificabili a grandi distanza, potevano risalire forse a qualche miliardo di anni, dopo l'origine del big bang. Qui si parla di secondi.

L'avete sicuramente sentita anche voi, la radiazione cosmica di fondo. Basta che una volta nella via abbiate sintonizzato il televisore su un canale che non prendeva: circa l'1% dei disturbi elettrostatici, i "fiocchi di neve", sono dovuti a questo primo residuo del big bang.

Penzias e Wilson trovarono il radiazione cosmica di fondo: non la stavano cercando, una volta trovata, non sapevano cosa fosse e in ogni caso non ne interpretarono o descrissero mai la natura; ciò nonostante, vinserò nel 1978 il premio Nobel, a dimostrazione, che, per certe cose, nella vita, ci vuole culo.

Come si vede dalla foto precedente, la radiazione cosmica di fondo non è uniforme. E' composta da onde che si sovrappongono, che interferiscono: e dalle increspature possiamo sapere qualcosa sulla sua sorgente, sull'universo in larga scala, sull'inizio dell'universo, sulla sua distribuzione di materia, sulla sua forma; è quasi certamente uno delle informazioni più preziose che abbiamo per quanto riguarda la storia dell'universo. Ed è con la radiazione cosmica di fondo che un fisico delle particelle rivelò qualcosa di totalmente inaspettato per quanto riguarda la storia dell'universo: l'inflazione.

Ci sono due cose di cui ci siamo resi conto guardando l'universo, che il Big Bang non era in grado di spiegare: in primis, l'universo è isotropo. In qualsiasi direzione tu voglia guardare, troverai la stessa densità media, la stessa temperatura media, lo stesso numero medio di galassie. In qualsiasi punto tu sia dell'universo, guardando in qualsiasi direzione, di sembrerà sempre di essere al centro, nonostante ciascuna regione sia in principio separata dalle altre da miliardi di anni luce, e la radiazione cosmica di fondo ci dice che, all'inizio, non era tutto uguale.
La seconda, cosa è che l'universo, su larga scala, sembra totalmente e completamente piatto, senza la benché minima curvatura. Com'è possibile una cosa del genere, se in partenza l'universo non era uniforme ?

E' il 1979. Un fisico delle particelle, Alan Guth, che non ha ancora combinato sostanzialmente nulla nella sua vita, assiste ad una conferenza sul Big Bang, in cui si parla del problema dell'orizzonte e del problema della piattezza, e vengono proposte varie soluzioni ipotetiche per ciascuno dei due problemi. Guth però è megalomane, e gli viene in mente una soluzione per entrambi, contemporaneamente.

Guth conosceva bene il fatto che al contrario dell'universo, che era isotropo, la radiazione cosmica di fondo è anisotropa, cioè disuguale. Sì immaginò quindi un universo con condizioni diverse in ogni luogo. In un punto poteva espandersi, in un altro contrarsi; in un punto poteva essere vicino allo zero assoluto, in quello accanto a temperature più alte del cuore di una stella; in alcuni punti perfettamente piatto, in altri più accartocciato di un fazzoletto usato. In pratica, non importa quali fossero le condizioni dell'universo, su "larga" scala. Basta che in un punto infinitesimo, un punto più piccolo delle dimensioni di un protone, ci siano state le condizioni giuste, ed ecco che abbiamo l'inflazione.

Quel punticino si gonfiò come un disperato, raddoppiando le proprie dimensioni ogni 10^-34 secondi, per una durata complessiva di non più di 10^30 secondi, cioè di un milionesimo di milionesimo di milionesimo di milionesimo di milionesimo di secondo, trasformando l'universo da qualcosa che sarebbe potuto stare nelle mani di un bambino a qualcosa che potrebbe essere miliardi di volte più grande dell'universo visibile.

Questo risolve entrambi i problemi:
Se prendi una regione infinitesima, e la stiri finché non ti copre tutto l'universo osservabile, allora, improvvisamente, tutto l'universo osservabile avrà le caratteristiche di temperatura, densità ed espansione della tua regione infinitesima di partenza.

Non ha importanza la forma dell'universo prima dell'inflazione. L'inflazione ha preso una regione e l'ha stirata talmente tanto che inevitabilmente l'universo ci sembrerebbe essere piatto.

http://eppursimuov3.files.wordpress.com ... =340&h=409

Sarebbe come se una formica volesse misurare la curvatura della terra. Non soltanto non ha strumenti sufficientemente precisi per misurarlo, ma nemmeno 10 generazioni di formiche potrebbero percorrere una distanza sufficiente a fargli venire il dubbio che la terra non sia piatta.

Ma ci crea anche un'altro problema: l'universo non è veramente isotropo, su piccola scala. Non è letteralmente identico in ogni direzione. E, soprattutto, la radiazione cosmica di fondo ci dice che anche dopo l'inflazione, lo spazio ha increspature, e variazioni locali. Se l'inflazione funzionasse così linearmente, beh, l'universo sarebbe di un [C] piattume cosmico.[/C]

Ci mancano un paio di cose per completare il puzzle: un grosso acceleratore di particelle, l'equazione più famosa di tutti i tempi, un vuoto che non è realmente vuoto, e l'arma di sterminio di massa preferita da Dan Brown.


Torniamo un attimo indietro, ad un microsecondo dopo l'inizio di tutto quanto. Abbiamo un universo caldo, denso, che ha appena cominciato ad espandersi finita l'inflazione, pieno fino all'orlo di energia e radiazioni in ogni direzione. Energia e radiazioni che adesso sono in condizioni tali per condensarsi, e diventare particelle. Diventare materia.

Nel 1928, Paul Dirac, che passerà alla storia come uno dei più grandi fisici di tutti i tempi, stava lavorando sulle sue equazioni nel tentativo di descrivere qualche strano fenomeno di meccanica quantistica (Per essere precisi, voleva descrivere il comportamento dell'elettrone compatibilmente con la relatività ristretta). Nelle sue equazioni c'era però una strana anomalia: saltava fuori una particella del tutto identica all'elettrone, ma con carica positiva, invece che negativa. Dirac tentò di tutto per toglierla dal suo modello, perché una cosa del genere non sembrava essere ragionevole; Ma le sue equazioni funzionavano talmente bene, che alla fine si convinse che, da qualche parte, nell'universo, il positrone doveva esistere. (E per quelle equazioni vinse il Nobel nel 1933, mica bruscolini).

Qualche anno prima, Einstein aveva tirato fuori l'equazione più famosa di tutti i tempi: E=mc^2 . Ora, quel segno di uguale lì in mezzo, significa che non soltanto che la materia e l'energia sono sostanzialmente la stessa cosa, ma che ci deve essere un modo per trasformare l'una nell'altra.

Negli acceleratori di particelle, come l'LHC del Cern, il ciclosincrotrone che doveva far finire il mondo, singole particelle vengono portate a velocità molto prossime a quelle della luce: in pratica, un protone a Ginevra ha una temperatura di 10,000,000,000,000 °C. Il nucleo del sole è "solo" a 15.000.000 di gradi celsius.

Max Planck, altro mostro sacro della storia della fisica, ci ha insegnato che l'energia è quantizzata. Ciò significa che Zenone aveva torto, e non possiamo prendere un quantitativo arbitrariamente piccolo di energia in un continuum, perché ci sono dei "pacchetti" inseparabili, i quanti. Sì può fare un analogia con le monete: nel coniare le monete, il metallo fuso viene pressato in delle matrici: a seconda della matrice, sarà un centesimo, 50 cent, un euro etc.
Ogni moneta è diversa: ha un suo valore, una sua forma, determinate proprietà: ma tutte sono ricavate da metallo fuso. L'energia è come il metallo fuso, e la natura stessa ci fornisce delle matrici: a seconda della quantità di energia avremo protoni, elettroni, neutroni e tutte le altre particelle.

Ora, quando una moneta viene stampata da un foglio di metallo caldo, quello che resta sul foglio è il buco. Quel buco è, sostanzialmente, l'antimoneta. Non puoi produrre una particella senza produrre un antiparticella, e, rimettendola insieme, sia la particella (la moneta), che l'antiparticella (il buco), scompaiono, e ridanno l'energia iniziale (il metallo fuso).

Sì, ma, di fatto, cos'è un' antiparticella? É una particella elementare, come può essere un elettrone, che però ha caratteristiche opposte alla particella normale (tranne la massa che resta uguale). L'antiparticella dell'elettrone, ad esempio, è il positrone, che è grosso come un elettrone ma invece di avere una carica elettrica negativa, la ha positiva.

Il processo per cui le particella e antiparticella collidono e ritornano ad essere energia è l'annichilazione, che piace tanto a Dan Brown, quella cosa che sostanzialmente farebbe funzionare la bombazza ad antimateria in Angeli e Demoni ( se non fosse che Dan Brown non capisce un cazzo neppure di fisica e quindi ha completamente sbagliato a scalare dimensioni ed esplosione).

Ma torniamo un attimo a Dirac e ai suoi pucciosi amici: nel 1932, Carl Anderson, stava lavorando con delle camere a nebbia. Le camere a nebbia sono stati i primi rilevatori di particelle inventati: sostanzialmente erano dei cilindroni pieni di gas raffreddato all'inverosimile, e le particelle che ci passavano lasciavano delle scie di condensa nella camera ermetica. Nel 32, Anderson, che doveva portarsi questi apparati in cima alle montagne perché l'unica fonte di energia abbastanza potenti erano i raggi cosmici che bombardano la terra dallo spazio in ogni istante di ogni giorno, riesce a vedere la scia di una particella positivamente carica delle dimensioni di un elettrone, e finalmente individua il positrone. Per questa impresa Anderson vinse un Nobel nel 1936.

Ma se abbiamo detto che ogni volta che uso l'energia per stampare una particella, ho anche un'antiparticella, perché diavolo nell'universo ho soltanto materia invece che antimateria ?

Boh, nessuno sa per bene come è successo che l'universo abbia preferito la materia all'antimateria. Ma sappiamo cosa deve essere successo, in linea di massima. Non ci vuole un genio: se ci fossero esattamente la stessa quantità di materia e antimateria ogni volta, si annichilerebbero di continuo e l'universo sarebbe un posto molto meno vivibile. Fondamentalmente, perché si possano creare le condizioni per avere più materia che antimateria, ci sono 3 condizioni, le condizioni di Sakharov, dal nome del Russo che negli anni 60 per primo si mise lì a macinare le equazioni per dimostrare che era possibile che un sistema producesse materia e antimateria a ritmi diversi. Se vuoi giocare a fare Dio e costruire un universo come il nostro, devi:

1 Essere in grado di creare e distruggere barioni (I barioni sono un nome figo che usano i fisici per intendere protoni, neutroni, ed altre particelle che sono composte da 3 quark. L'elettrone invece è un leptone, perché non lo puoi smontare ulteriormente in quark.)
2 Non essere all'equilibrio termico
3 Fare il mondo che particelle ed antiparticelle non siano perfettamente uguali.

Ok, la 2nda viene facile: l'universo è in espansione, quindi, necessariamente, non è all'equilibrio termico. Come facciamo con il resto ? Beh, a conti fatti, non è neppure necessario essere tanto divini.

Abbiam detto che protoni e neutroni sono composti da quark. Il protone ha carica +1, e il neutrone zero, perché il protone è composto da due quark up e un down, mentre il neutrone da un up e due down. Un quark up ha carica +2/3, mentre un quark down ha carica -1/3. Siccome le antiparticelle hanno caratteristiche opposte, un antiquark up avrà carica -2/3, e un antiquark down avrà carica +1/3. Sì, sta diventando complicato, ma resistete per un istante.

Noi vogliamo più materia che antimateria, quindi non ci resta altro da fare che avere più quark che antiquark. Come si fa?
Abbiamo un sacco di energia. Sostanzialmente, tutta l'energia possibile: il che significa che possiamo creare ogni particella possibile. Ci basta che esista una particella, che chiameremo particella SuperFashion, che abbia una carica di +4/3. Siccome ha una carica di più +4/3, significa che può decadere o in 2 quark up, o un positrone (+1) e un quark antidown (-1/3). E la particella SuperFashion avrà necessariamente la sua gemella malvagia, l'AntiSuperFashion, che decadrà o in due antiup, o in un elettrone e un quark down.

Se la particella SuperFashion diventa 2 up 50% delle volte e 1 positrone e un antidown l'altro 50% delle volte, allora per avere un universo come il nostro ci serve che l'AntiSuperFashion diventi due antiup il 49.99997% delle volte, e un elettrone e un down il 50.00003%. In pratica, abbiamo bisogno che non sia tutto perfettamente simmetrico. Abbiamo bisogno di una violazione della simmetria CP, una violazione delle simmetrie di base nell'universo. Ora, senza addentrarsi in che cosa sono queste varie simmetrie, è possibile avere una violazione CP ? Yeah, è possibile. A dirla tutta abbiamo molti diversi esempi di violazione CP!

Abbiamo quindi il nostro universo di prima, caldo, denso, che ha appena cominciato ad espandersi finita l'inflazione, pieno fino all'orlo di energia e radiazioni in ogni direzione, ma che ha appena un po' di più di materia che di antimateria. E mentre l'universo si espande, beh, sostanzialmente c'è più spazio, e quindi la roba non si schianta più così spesso. E oltre ad espandersi, stai raffrendando tutto quanto, e quindi, finalmente, quando l'universo ha circa 10 microsecondi d'età, si può formare il primo protone stabile. Gioite tutti quanti, perché siete tutti discendenti di quel singolo protone. Quel protone spezza sufficientemente l'equilibrio perché, gradualmente l'universo cominci a rotolare in un pendio scosceso verso il suo stadio attuale.

Ok, abbiamo deciso che vogliamo particelle e non antiparticelle nel nostro universo: ora è giunto il momento di assemblare qualcosa di più complesso.


Purtroppo non sono mai andato avanti, parlando del modello Alpha - Bethe - Gamow, etc.

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E' nel momento in cui dubiti di volare che perdi per sempre la facoltà di farlo.


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