Sniff, sniff, prrrrr… [è l’allergia mista alla commozione, scusate]…pañolada colante per i miei primi 20anni di fedeltà con DD. Dai tempi dello
Spettro nel bujo non abbiamo saltato neanche un appuntamento assieme
.
I soliti alti e bassi, qualche scappatella, diverse delusioni…ma il rapporto solido rimane, destinatosi a durare ancora a lungo….sempre che qualche sabotaggio “dall’alto” non ci mandi in crisi, definitivamente. Vedremo…
Nel frattempo, per festeggiare in bellezza, libero paraloquio a cateratta sull’albo del mese con bisturizzazione mediamente svagata.
Un attimo che mi cotillon-izzo per l’occasione. E qualcuno scopi via i coriandoli. Perepepè, intanto .
SPOILER°°°°°°°°SPOILER
°°°°°°°°SPOILER°°°°°°°Se non fosse per la copertina ed il solito indecente Horror Club spoilerante formato “
metto-le-mani-avanti-e-poi-fate-voi”, tutti i miei sospetti – e timori? – iniziali si sarebbero concentrati su un’altra Grande Madre, di argentiana memoria, con tanto di collegio al femminile suspirante e richiami ad altre storie made in Dylan (v.
La Regina delle Tenebre)
Qui però le cose stanno diversamente, e la Dea Madre - che noi tutti vorremmo - non è altro che una sontuosa MILF con alle spalle cocenti trascorsi da androfoba, per l’occasione sdoganati riciclando il culto vagamente fricchettone e vetero-femminista di un’antica divinità matriarcale…alla ricerca di eterna vendetta contro gli esponenti più meschinotti del(l’ormai malmesso) membro-
party .
Ma noi siamo più accademicamente forbiti e quindi, prima di passare a queste conclusioni da taverna, ci tocca prima fare un giro presso il museo di Storia Culturale e prenderci la
lectio ispiratissima di Mrs Delporte che incomincia ad incantare Dylan con la sua favella antropologica…oltre che con le forme che la sorreggono in carne e pizzo
.
Spero che almeno stavolta abbia pagato l’ingresso (≠mente da
Il Museo del Crimine) altrimenti, con queste cattive abitudini/esempi, la casse per la cultura di Sua Maestà – lei sì una Gran Madre, m’inchino – cominceranno a piangere a secco.
Senza entrare nello specifico più di tanto, il discorso di Myra è avvincente e fondato storicamente, ma trascende un po’ nel dilagante generalismo assoluto quando dice che “
in un [dato]
tempo LA civiltà si basava”…mentre invece il discorso riguarderebbe solo UNA o PIU’ civiltà, ma non l’universo umano in senso totalizzante. Anche Dylan è c’accordo (p. 7.ii).
Quanto alla “gilania”, pare una mezza fesseria buttata lì azzuffando suffissi ed etimologie alla buona, giusto per coniare un termine vecchio di
new age ed amenità filosofiche simili. Il concetto ci può anche stare, però…è già tanto che non si tracimi nel misticismo alla Giacobbo. Ed apprezzo
Dopo il museo comincia la retrospettiva.
Nel senso che Dylan riprende a raccontare la storia con la percezione compiuta dei fatti…già segnati e conclusi. Se non altro ci sono risparmiati calamajo e diario da nottambulo, ma De Nardo rinuncia (coraggiosamente?) a qualsiasi effetto-sorpresa per ricamare invece sulla spirale degli eventi e di come Dylan si faccia trascinare, più gabbato che mai, dai sensi, dal cuore e dal bassoventre.
Tutto certosinamente precostruito
Io non ne sarei tanto sicuro…della sceneggiata perfezionata al millimetro. E’ più una (retro)percezione di Dylan, forse.
Sicuri che Hillary sia “fuggita” dal college solo per venire incontro a Dylan e gettare l’amo(r)? E poi, alla stazione di servizio, sembra che voglia ancora sfuggire alla teatrata dal finestrino della toilette, mentre poco dopo dice di voler evitare a Dylan il passaggio/condanna dal portale maledetto.
Sicuri poi che Myra non trovi anche lei qualcosa di soavemente “diverso” nell’Old Boy, specialmente quando si confessa pigiama-pigiama alla figlia? Dopotutto mica è sicura che Dylan stia lì ad origliarle…cosa tra l’altro molto fuori-personaggio e che stona parecchio in caso di non-indagini, non avendo Dylan qui nessun motivo per intrufolarsi nell’intimità tra madre e figlia…a parte un’attrazione duplice e confusa, o le lenzuola abbandonate
.
I fuori campo narrativi di Dylan non sono eccessivi, però hanno spesso il demerito di appesantire lo svolgersi dei fatti, scivolando su un tono romanzato ed enfatico che denaturalizza le sue paure/percezioni. Speriamo non scriva mai un best-seller da autogrill, perché qualcuno potrebbe pensare di cavarne una pellicola da dare in pasto ai multisala coatti. E poi chi glieli paga i copyright a Groucho? Nel frattempo persone di moooolta fantasia hanno già fatto Moccia sindaco [dato storico/reale]…come in ogni libro d’orrore che si rispetti
.
A parte certi acerbi nudi (adesso?) coraggiosi sotto la doccia e l’incubo alle/a porte/a, si procede
on the road alla volta del College con un divertente siparietto tra zietto e nipotonza, con un Dylan tanto marmoreo nelle sue (finte) certezze autocontrollate, quanto poco ironico su tutti i fronti. Come il resto della storia, d’altronde, visto che De Nardo ha deciso di sopprimere qualsiasi cameo - manco telefonico! – di Groucho, pensando probabilmente di non poterlo/saperlo gestire a stretto contatto con Dylan nel collegio delle amazzoni poco castigate (Vs
Le Notti della luna piena).
Aggiungete che lo stesso Indagatore è sempre più sciroppato dalla magia ed in stato di seduzione perenne, ed ecco che la voglia di scherzare si smoscia…distratta da altro, meno ammosciante, forse
.
E sul malessere di Dylan si preme tanto per trattenerlo, col pretesto di una diagnosi fulminea che mescola sapientemente anemia da denutrizione, ipoglicemia svenente, stordimento da pollini, ronfaggine primaverile ed imbambolamento da matriarca-infermiera a letto. In pratica è già cotto per il sacrificio, manca solo il passo falso da villanzone, ed il barbecue è servito
Non spoglia con gli occhi le pulzelle… ma solo perché sa che si spoglierebbero per lui senza che muova un dito. E visto che non sbava molto per questo gineceo che lo circonda, la direttrice pensa bene di solleticare il suo 5° senso e ½ sopito con un “caso” misterioso da risolvere…come quello della povere Trixie, suicida ma non troppo, e stranamente informata su una certa “sorellanza” di fanatiche. Altro che gli innocui
greeks dei college americani !
Dylan però sembra impipparsene allegramente e punta a tagliare la corda…ma come sappiamo le gambe non lo reggono. Queste donne lo consumano troppo dal cavallo in giù: un pajo di stampelle per cortesia…o non ci arriva alla consumazione terminale per strapazzamento cronico
Da p.35 comincia il viaggio nell’incubo che occupa tutta la parte centrale della storia (fino a p. 54). Una sezione abbastanza efficace in se stessa, perché illustra direttamente – dall’occhio di Dylan ed in corso d’azione – tutte le basi del culto matriarcale deviato da Myra nel sangue, dall’invasamento fanatizzante delle adepte fino allo spirito di rivalsa contro gli uomini, culminando il pacchetto con il rito di iniziazione di June Summers [ekké, volevate chiamarla Winters? Non siamo mica a Sidney…] ancora sensibile ad una forma d’amore teenageroso (v. lacrime p. 46.vi) sbocciata per il suo capro sacrificale, sedotto e macellato come da manuale
Peccato per Jim che alla fine non perda la testa solo per June, ma anche per il machete di Myra. Peccato per noi che lacerazioni e fontane di sangue ci vengano graziosamente risparmiate dall’astruso senso di pudore retrostorico contro lo splatter che dilania da tempo la redazione. Siamo incontentabili forse? Probabile; intanto teniamoci strette un po’ di tette e natiche al vento, che è già qualcosa…anche se non un credo un “segnale” di svolta
La fuga dalle esagitate si prolunga un po’ troppo a mio vedere, come il motivetto dell’incantesimo fiaccante all’interno del cerchio magico, ma se non altro ci permette di cogliere sulle righe di un bacio l’ambiguità dell’infatuazione reciproca tra l’Old Boy ed Hillary, che qui sembra volerlo salvare di soppiatto in quanto eroina ribelle alla “casta” (pp. 50-52) ed alla sua mantide leader. Anche questo solo per sedurre/attivare ad arte il tasto più moralizzante di Dylan, che davanti a certe uscite da pasionaria si scioglie come un bambolotto a pile? Non saprei…
Bujo, e risveglio. E’ passato del tempo (vedi barba). Non si azzera proprio tutto, anche perché il Maggiolone inciampa nel cadavere della piccola June: e qui subentra la pseudo-fase investigativa per tener un po’ sul ferro il nostro anti-eroe, coi soliti rigurgiti di coscienza a farla da padrone, mentre giovani pupastre provano ad infinocchiarlo con storielle buone per i salotti criminologici di Po(r)ta a Po(r)ta
.
Questa parte mi ha lasciato un po’ (troppo) perplesso…perché sfasa la storia verso un genere che non le compete, ma non tanto per mischiare le carte sbeffeggiando il lettore…quanto per farla vacillare inutilmente su se stessa. Molte cose dovevano rimanere sul piano dell’onirico e non lasciare che “il realismo logico” della polizia s’intrufolasse creando scompensi a catena del tipo…
:
1)Come fanno gli sbirri a non accorgersi della fossa e della statua/totem gigante?
2)Forse anche queste sono un prodotto onirico del maleficio che pende su Dylan, e che vede solo lui in projezione, nel corso degli incubi?
3)Oppure anche i poliziotti sono soggetti a questo maleficio, e quindi si presentano più tontoloni del solito?
4)E se c’era una poliziott
a in gonnella tra le loro file, non si correva il rischio che mangiasse la foglia con tutto l’albero, essendo immune a questo genere di schermature
for men’s-only?
Muah…
A questo punto arriva l’assalto all’arma rossa – da quattro bollini
– di Hillary che, tra un indizio e l’altro rifilato a Dylan, prova ad inchiodarlo inebetito sulla poltrona con la famosa tecnica “
adesso te la sbatto in faccia e poi vediamo ”.
Per fortuna, dopo esser stata respinta, si limita a sbatter la porta senza accanirsi contro il Nostro ricoprendolo con i soliti epiteti che le dolci fanciulle riservano ai mancati-sedotti da quella tecnica, del tipo: “impotente, vanesio, pidocchioso, principino, nonnetto, ameba, gay, smidollato, cialtrone, pantofolajo, gonfiosolodisé, keccelhaidoro, guardakenonmordo, tornadamammà” …e tanti altri alibi pretestuosi per la loro pesca andata a male
.
Evidentemente, fin qui, la sensualità ammiccante alla maniera di Lolita non fa ancora presa sulle fibre molli di Dylan, preso da tutt’altro genere di problemi.
In un certo senso però lo capisco, perché se una studentessa del genere mi si avvicinasse in quel modo sulla scrivania, la manderei volentieri via con una pedata dal parrucchiere per togliersi quella frangetta indecente, e poi a cambiarsi di corsa quell’uniforme da collegiale…che può piacere soltanto ai feticisti -o meglio maniaci - giapponesi noti per trastullarsi tampinando le ragazzine vestite alla marinaretta
.
Forse la puzza di spirito adolescenziale non lo turba, o forse ci voleva una Lolita meno sottile e più veracemente delirante tipo quest’altra, chissà…:
http://www.youtube.com/watch?v=FkV0s2NMM7c Parte un abbozzo di indagini notturne, e stavolta ci tocca rivedere la sessione rituale in formato liofilizzato (pp. 73-80). Qualcosa di meglio o di diverso era lecito aspettarselo, invece ci viene rifilato in sintesi un inutile copincolla della precedente, se non per introdurre il caso di Oscar, che qui scopriamo fedifrago, mascalzone ed ucceldisottobosco…e quindi esemplare di maschio farabutto, facile da adescare e perfetto da gettare in pasto alle vendicatrici del
woman-pride Non essere misogino né violento non significa automaticamente rispettare le donne, e “
se vai dietro ad una che si atteggia da troja, vuol dire che sei un porco di natura”…restando tra suini, appunto, che spesso finiscono squartati a carne viva. Fare la figura del salame per due prosciutti in cambio porta dritti all’affettato, insegnano
.
Se prima Dylan non aveva afferrato il concetto a tesi reso in termini spicci, adesso c’è dentro fino al collo…almeno lui che se lo ritrova ancora attaccato alla capoccia. Viene risparmiato soltanto perché si attende che pure lui compia quel passo falso clamoroso verso la carognaggine machista che tutte le scalmanate attendono…Myra per prima, avendo ideato tutto questo teatrino dalla notte dei tempi londinesi in cerca del tradimento.
Ancora bujo, ancora un risveglio, ancora una barba cresciuta, uno spettro in più allo specchio. E’ il momento della (finta) fuga sul SUV, il colpo da maestra che abbatte definitivamente tutte le resistenze di Dylan e lo fa crollare di fronte a questa ragazzina “così pura” che lo ha messo in salvo rischiando la sua vita
.
Molto bene da qui in avanti il ritmo più sostenuto e la psicologia inversa intavolata da De Nardo, e suggestivo come non ne vedevo da tempo il bacio tra Dylan e Hillary, perché consumato nel dolore.
Non credo che le lacrime della ragazza fossero del tutto finte o immaginate dall’Old Boy, come non credo che fosse soltanto il suo senso di colpa conservativo (un po’ paterno?) a farlo tornare sui propri passi verso la sbarbatella da proteggere.
Saltano un po’ di tabù, si osa un quasi-incesto regressivo, ma al prezzo di perdere completamente il controllo su se stessi e di divenire “non-mio”, nel senso di prigioniero/posseduto dall’eros dell’incantatrice di turno. Adesso un brutto quarto d’ora aspetta Dylan
.
Non propendo nel vedere in questo passaggio un rito di iniziazione verso la femminilità più completa, perché quando si parla del dono di sangue versato per diventare “donna” a tutti gli effetti, il riferimento è a quello della vittima (v. pp. 44-45) e non alla verginità persa. Solo June affronta di fatto questo passaggio per la prima volta perché si presenta ancora senza tatuaggi sull’altare sacrificale. Sia Cindy che Hillary, invece, pajono già belle che assoldate/tatuate da tempo nella combriccola al momento dello scannamento di Oscar e Dylan.
Senza dubbio il rito finale è la parte più controversa e (fortunatamente) aperta a svariate interpretazioni…e quindi una menzione d’onore per De Nardo ci sta, a mio parere. Poche pagine, poche parole – eccetto quelle due sciagurate didascalie di taglio “cronachistico” a p. 98 i-ii sugli strascichi dello scandalo, che tolgono respiro alla patina surreale creata con tanta difficoltà
– pochi ghirigori, ma molta sostanza di simboli e significati papabili.
Per come la vedo io tra uno stato di non-lucidità e l’altro – mio e di Dylan, combinati – i fantasmi delle due ragazzine “lavative/incompiute” sono molto più indicativi di quanto non sembrino: il mondo delle ombre aveva già dichiarato di voler ajutare Dylan, tramite questi spettri, perché emergesse la verità dal fango della menzogna (pp. 36-37).
Nella sequenza cruciale hanno addirittura il potere di fermare una mano assassina, di slegare Dylan e di esultare accanto a lui nel momento del ribaltamento di sesso al potere (p. 97.i)
Perché tanta libertà allora? Come dice Hillary per loro bocca probabilmente è la stessa Dea Madre a non voler andar oltre (p. 94.v) perché si rifiuta di appoggiare il sacrificio di un uomo “diverso”, sinceramente innamorato, spudoratamente gabbato al quadrato, e delicatamente sensibile verso il gentil(mandove?)sesso
O almeno lo è solo ed appositamente in questa storia denardiana, visto che probabilmente la Dea tanto onnisciente non è , ignorando angelicamente tutte la birbanterie che Dylan ha fatto tra una gonnella e l’altra, a spese di caterve di donne sciupate in 25 anni di onorata carriera. Sento già Paola tuonare di rabbia a reti unificate
.
Quindi la Dea fa un passo indietro, si dissocia dal delirio troppo spinto – ed erroneamente feroce – di Myra e la lascia cuocere nella sua follia mentre Dylan la trafigge. Fine di un mito/culto (divenuto) manicheizzante che si smonta da solo perché tradito nei principi base pro-armonia, come la statua/totem che crolla da sé, più per un processo autodistruttivo che per altro…una
diva ex machina trasversale, direi
Se l’armonia non può regnare, meglio una forma violenta di abdicazione dai vertici del potere, aprendo un nuovo ciclo: è arrivato il momento che Dylan metta fuori la tribalità feroce del Kurgan che è in lui per sconfiggere la sacerdotessa empia di una setta di miscredenti, e quindi sostituirsi ad essa al comando…non solo a livello simbolico
.
Altro sangue, altra sopraffazione, altro rancore, altri conflitti, senza alcuna prospettiva di redenzione all’orizzonte. Una nuova forma di regressione invertita. Una cosa per cui uno come Dylan non può che odiare se stesso, anche se durante lo scontro l’input iniziale è stato solo per istinto di conservazione, mentre la frenesia liberatoria di onnipotenza è venuta solo in un secondo momento.
Probabilmente l’incantesimo atavico trapassa dalla donne a lui, perché si ritrova di botto tatuato come un guerriero Kurgan, mentre le sciagurate ritornano alle loro divise “ordinarie e civili ”, disarmate nello stupore generale… - ma questa probabilmente è solo una metafora grafica, come molta parte di questa storia, tra l’altro
.
Dubito sul serio che abbia massacrato altre tipe nella furia generale, anche perché non se la sarebbe cavata con un semplice incubo da riporto una volta tornato nelle “civiltà” normale, dove il conflitto tra sessi è mediato da forme ben più subdole e meno epiche. Se fosse rimasto in quella mise nell’aria appestata di Breathwick –nome parlante – probabilmente avrebbe eretto una statua in onore di qualche divinità marziale o superfallica, per poi sacrificare tutte le (ex)verginelle della contea
.
Invece ci toccherà aspettare la prossima storia per sapere se il DonGiovanni sognatore ha prevalso sullo sventrapapere inferocito fino ai denti. E Groucho alzerà le spalle, diretto verso la cucina...
…sperando che Mr Delporte non torni da buon Kurgan a ringraziare Dylan col machete per quelle pie “attenzioni” che ha dedicato a madre e figlia in un filotto solo
.
ALOHA
[Per buongusto di graforrea vi risparmio di dare i numeri anche in cifre, per le votazioni...anche perchè i grillini ribalteranno tutti gli exit-poll(astri) e verranno date 5 Stelle solo ai puri e crudi.
Una pausa di qualche post, giusto per spezzare senza rompere oltre…in attesa che mi vengano spezzate le dita per fare lo Shangai.
E la tastiera è sempre più unta...
]