Cravenroad7

Storia angosciante, nel senso che seguirla era una sciarada enigmatica e contorta. Il bello è che se queste cose le faceva sir.Alfred ok, se le fanno gli altri un pò meno.
I disegni di Piccatto sono come le ostriche: chi dice che siano afrodisiache, chi dice che fanno schifo. A me, prima scaldavano i precordi, adesso fanno salire la bile.
Buona ma non mi ha mai entusiasmato.

I miei 100 momenti topici di Dylan Dog: posizione n°61



Dylan suona il clarino per Angelique in Sciarada n°191.

Bellissima storia della Barbato e indubbiamente il miglior giallo mai apparso su Dylan Dog..

I tre comprimari sono caratterizzati splendidamente...Angelique personaggio davvero affascinante così come interessanti sono le figure di Rascal e dello psichiatra...

Dylan a differenza di quanto propone di solito la Barbato è meno musone e più ironico...nonchè casinista e indisciplinato...ergo mi piace..

Piccatto male male...ma avrebbe fatto di peggio.... tutto sommato è ancora guardabile...

Voto 8,5 forse 9

Senza dubbio una bella storia,ma troppo"gialla"per i miei gusti
E poi non mi è piaciuta la "morale"
Non è che se ti dicono che sei qualcosa tu lo diventi automaticamente!
Lo dico per esperienza

Ma Lady...infatti la storia dimostra esattamente il contrario.....almeno per il 99% della trama..

L'ultima vignetta è messa solo come ultimo colpo di scena..tanto per "stupire" ulteriormente il lettore con un controfinalino, ma non è certo da intendere come morale.....

D'altronde questo è un giallo...non un noir...spunti di riflessione non ne vedo, o comunque a me non ne ha portati..

Infatti io morale l'ho messa tra virgolette
E secondo me è proprio l'ultima pagina che ti fa dire questo,che se ti dicono che sei una cosa automaticamente lo diventi
Io l'ho interpretata in quel modo

Ultima vignetta messa lì per stupire...? Diciamo che avrebbe dovuto stupire tutto il numero, ma invece è solo una settimana enigmistica mostruosamente dilatata.

D'accordo con Dogares. Uno dei flop barbatiani.

A me è piaciuto tanto...uno dei top Barbatiani...molto diversa dalle varie storie da lei proposte...

E' un giallo puro...non dylandoghiana al 100% come storia..

Questa è una gran bella storia, c'è poco da fare...tra le migliori di quelle "lineari" di Paola.
Più che prettamente giallo posato, Dylan le aggiunge un quid da thriller urbano che non guasta .

La pagina (contro)finale è una di quelle provocherie ammiccanti che se l'avesse inserita il Chiave...giù bordate di criticaglie ad oltranza. Forse stona un pochetto solo perchè scompagina le attente analisi psicologiche precedenti...ma rimane un giocoso surplus .

Punto debole solo un Piccatto malfermo ed in vena di astruse spennellate .


ALOHA

Ma il punto di forza di Paola non era proprio il non esser lineare ?

Anche fosse...siccome per una volta la fa (e la fa alla grande IMO) lineare va lapidata?

Nessuno parla di lapidazione. Dico solo che questo albo è eccessivamente contorto perchè riduce il meccanismo giallo ad un rebus enigmistico che pare figlio di certi giochi di ruolo o di certi punta e clicca.

Secondo me un discorso simile lo potresti fare sulla doppia di De Nardo uscita a fine 2010...in cui si proponevano giochi enigmistici anche al lettore stesso, che se aveva voglia di cimentarcisi poteva immedesimarsi in Dylan (non era il mio caso) a cercare di risolvere rebus dopo rebus..

Qui i rebus non riguardano il lettore, ma solo i protagonisti....e non mi pare ci si perda nemmeno troppo tempo...vengono giusto presentati e lasciati al vaglio dei personaggi... al lettore invece viene presentata una caratterizzazione da applausi dei 3 comprimari (la morbosità dello psichiatra e di Rascal sono proprio ben definite, con cura nei dettagli, altro che rebus dopo rebus) e omicidi spettacolari (bellissimo quello di Gwen sulla bandiera dell'istituto)

E dimenticavo...inquietante e da applausi il flash back dell'omicidio di 15 anni prima..

Ok spiega la differenza che esiste fra un doppio che riempie di sciarade e quiz da SE e questo numero, certo più giallo ma esageratamente pieno di anagrammi, giochi di parole, e quant'altro.
Se esercizi simili sono al servizio della storia, come in Seven o il geniale Silenzio Degli Innocenti, ok.
Se affogano la storia travalicandola, no.
Oltretutto questo numero è troppo sfacciatamente ricalcato dal capolavoro di Demme e ha scene che rasentano il ridicolo involontario ( la fuga della calva assassina con l'ancia ad esempio, oppure la non morte della Keller impiccata ). Detto ciò, è anche buono in molte tavole, con ammazzamenti crudeli e ingegnosi che ci vengono mostrari e non dissolvenza come s'usa adesso.