Cravenroad7

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# 307 - L'assassino della porta accanto
Insufficiente (1-4) 5%  5%  [ 9 ]
Mediocre (5) 7%  7%  [ 14 ]
Accettabile (6) 6%  6%  [ 12 ]
Buono (7-8) 37%  37%  [ 71 ]
Ottimo (9-10) 45%  45%  [ 86 ]
Voti totali : 192
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 Oggetto del messaggio: Re: # 307 - L'assassino della porta accanto
MessaggioInviato: dom apr 01, 2012 6:38 pm 
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Ad oggi il 74% degli utenti ha votato tra il buono e l'ottimo...quando ricapiterà?? :(

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"Ci sono piu' cose in cielo e in terra, Orazio, di quante se ne sognino i tuoi sistemi filosofici"


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 Oggetto del messaggio: Re: # 307 - L'assassino della porta accanto
MessaggioInviato: dom apr 01, 2012 8:50 pm 
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Iscritto il: mer giu 03, 2009 11:10 am
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Ho votato buono ma...che ne so?! L'ho iniziato a leggere e dopo un po' ero tutto euforico, mi piaceva un sacco! Poi però sono arrivato verso la fine che ho iniziato a leggere a fatica, e contavo le pagine mancanti alla fine dell'albo!

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Se è vero che una fetta di pane cade sempre dal lato imburrato e che un gatto cade sempre in piedi, lasciando cadere un gatto con una fetta di pane sulla schiena nessuno dei due cadrà  mai per primo e dunque si avrà il moto perpetuo.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 307 - L'assassino della porta accanto
MessaggioInviato: dom apr 01, 2012 9:08 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Località: Inverary 2.0
Beh… forse anche studiatamente, questa è una storia scritta per dividere, per alimentare la sue diverse nature e far pesare intenzionalmente quelle non incluse.
Anch’io credo di aver partecipato a questa roulette della divisione, e senza ricorrere a qualche motosega che spartisse per bene una mia neuronaggine dall’altra, ho avuto un approccio schi(z)zosfrenato al tutto :o .

Prima lettura: mi piace
Seconda lettura: scuoto la testa
Terza lettura: mi piace scuotendo la testa
[Ipotetica]Quarta lettura: sono scosso e ho il torcicollo. Mi deve per questo piacere :?: :?:

Parlarne mi mette comunque una certa difficoltà di base, un po’ perché molti di voi hanno già colpito i punti cardine, un po’ perché questo è il tipo di storia che si (auto)impermeabilizza a parlarsi addosso: ti chiude la porta in faccia come Layla davanti a Shane (p. 50) per lasciarti a mumbleggiare, mentre ti ha fatto vedere quanto bastava, e tutto è già finito ancor prima di cominciare.

Essendo un blocco compatto nella sua asciuttezza senza ghirigori mi è ancora più difficile sezionarlo per spezzoni o sequenze…ma se comincio a bisturizzare… pian piano sono convinto che poi la mano (trucida) verrà da sé. Tanto sangue sparso non ne prevedo, essendo la materia anemica in sé :tc:

SPOILER
...SPOILER
......SPOILER


Bypassando il solito HorrorClub reso orrendamente spoilerogeno per invogliare i lettori a preferirgli il colonnato degli arretrati (qui assente) o a sfogliare rilassati le prime 40pp. come fossero davanti ad una copia di Gente di Oggi ma Chi? :x:
…la lieta novella è che finalmente qualcuno osa imporre un prologo che è un vero prologo, cioè rimandando il logo del titolo a ben 9 pagine più indietro: sono quelle piccole cose non didascaliche che distinguono un autore ricercato nei tempi da un compilatore alla ricerca di altri tempi (perduti) :roll: .

Il titolo non mi piace molto, troppo vicino, anche per il senso dato, a quello dello Psycho sclaviano (n°243) e come in quel caso, in questa storia il protagonista non è Dylan. Preferivo quello in fase di lavorazione molto più qualunquisticamente stuzzicante “Un certo Mister [William?] Wilson” …ma forse si andava troppo sul vago, e poi sciorinarsi tutto l’elenco telefonico di Edimburgo era una faticaccia inutile.

Se non c’è di nome nel titolo, invece il nostro Mr. Wilson appare da subito in tutto il suo opaco anonimato, mentre tira avanti una serata qualsiasi davanti alla tv, o facendo le pulizie in modo meccanico. In realtà le pellicole d’epoca sono il suo unico modo per tracciare un cine-profilo retrospettivo della sua vita e dell’imprinting datogli dalla cara nonnina soffocante…su cui scaricare ( inconsciamente ) le colpe per esser venuto su così a suon di mancati John Wayne o criminali di guerra :g: .
Non posso dire di invidiarlo quanto a scelte di film idonei per l’infanzia, però mi sento fortunato pensando che, se adesso avessi 8 anni, mia nonna mi terrebbe incollato al fondotinta del suo nuovo idolo Carlo Conti o delle piroette di Milly Carlucci per ore ed ore. Per fortuna da piccolo andava più per la cronacaccia nera o per Funari, e ne ho tratto giovamento. Ogni epoca ha i suoi telemostri :P .

Quando poi si parla di letture, la nonna multi-funzionale propina a Wilson una bella volumanza edificante da Jack London a Dickens, non pensandoci su più di tanto tanto, e senza sapere che molte delle loro pagine nascondono gli orrori agghiaccianti del Grande Nord (v. il racconto breve Farsi un fuoco) o la spregevole miseria sanguinaria di una Londra vittoriana che più pulp non si può. Non erano allora meglio i giornaletti sconci & violenti nella loro leggerezza?
Wilson nel dubbio continua a leggere Zanna Bianca ed applica il suo (sado)animalismo convinto ai topi da spappolare. Non ci sono più le donne, meglio dedicarsi solo alle sorce [fuor di sineddoche, nb] ribattezzate per l’occasione su due zampe :* .

Come intro morbosa ed alienante mi è piaciuta parecchio, anche perché lascia intuire subito con chi avremo a che fare e quanto siano cadenzati i ritmi, le parole non dette, i pensieri intermittenti, o legati ad una sottotraccia cinematografica in onda da qualche parte.

E se di citazioni rimbombava la “tele”-visione di Wilson, anche Shane parte sparato con Eric Clapton per dedicare Layla all’omonima canadesina svampita di cui è infatuato, ma non sembra sortir alcun effetto, se non quello di presentarsi come lo “sfigato” di turno…cosa che gli spetta per ruolo inevitabilmente, ma avrà i suoi sviluppi, di tristezza e grigiore – chiunque ti chieda “vuoi esser il mio miglior amico” superati gli undici anni merita una compassionevole strizzata di capo a suon di badilate, senza alibi per l’alcool :D .

Così ci ritroviamo sbalzati alla luce del sole nel microcosmo condominiale in cui vegeta in disparte Wilson quando non è al lavoro: poche pagine par capire che aria tira, in che rapporti è col vicinato, come si (indis)pone …e soprattutto quanto poco basti per scalfire la sua immobile tranquillità basata su 30 anni di orrendi segreti e meschinismo aggravato. Alla parola "detective" sembra crollargli tutto adosso…se non fosse che il nuovo co-inquilino è un detective qui a tempo (molto) perso, per ragioni di puro cuore afflitto. Ma questo Wilson non può sospettarlo ed è costretto a sospettare qualsiasi altra cosa…cominciando ad alimentare la catena degli equivoci che stringeranno il collo a questa storia…fino a sfiorare l’inverosimile, a dire il vero. Adesso si sente lui il topo in gabbia :o .

Passaggio di testimone. Da qui e per un po’ di pagine ci spostiamo su Dylan, o almeno tentiamo di capire cosa ci faccia in questo sobborgo di Edimburgo senza un caso per le mani. In realtà il “caso” è lui, o meglio la sua passione semi-adolescenziale per una donna già impegnata ad una (altra) fede, che vorrebbe trascinarsi dietro a Londra per nonsiècapitoppoicosa: progetto serioso di vita insieme, consumare la cotta finchè cuoce, fuggire cavalcando i propri sogni, o aspettando il prossimo numero in cui si sa già che toccherà alla prossima sventola? :|

Sappiamo che quando Dylan rincorre l’amore si tratta solo di quello con tutte le lettere majuscole, da primato melenso ed auto-ottundente, che qualsiasi ragionamento logico non terrebbe . Per cui ci può (ben) stare che Accatino presenti Dylan ad uno dei vertici di una triangolazione adultera clandestina e si aspetti di uscirne vincitore, anche senza l’idea del “futuro” che un personaggio di fumetti seriali privo di continuity non può avere.

Forse la sua attesa lenta e passiva è alla lunga un po’ sconfortante/snervante per il lettore, e finisce per abbattere la tensione all’interno della sua “storia” fino a farsi nojosetta, ma permette di lasciarlo abituare malinconicamente alla separazione ed a prefigurare la resa. Anche se senza entusiasmi di troppo, ha la testa tutta projettata in un altro mondo, e non avanza proprio tempo da dedicare a maniaci o assassini. Come Wilson, un altro caso di alienazione. Molto più abbottonato e british del solito, si contraddice implicitamente quando aggira il vero motivo per cui è ad Edimburgo parlando con Shane (pp. 28-29) e poi però vuota tutto il sacco con Layla comodi sul letto (p. 59)…ma si sa, certe minigonne hanno il potere di sciogliere la lingua :*

Anche ogni riga che scrive è quindi segnata da queste pregiudiziali, e non deve stupire il tono svagatamente teneroide ed incantato con cui scrive al “Caro Groucho” o il suo corsivo svolazzante ed infantilizzato che si distingue dei caratteri netti e spigolosi di una Janice preoccupata in modo molto adulto (pp. 39-40, lettering)

Anche se ha 38anni suonati (a vuoto), tanto adulto invece non pare l’irlandese Shane che si trasforma da subito nel vicino invadente, a corto di amicizie, e che si appiccica a chiunque gli dia retta davanti ad una birra – spero non una Guinness. D’accordo, è molto stereotipato come personaggio, ma nel complesso non così improbabile o ridotto a macchietta: svolge la sua funzione, apre col sorriso scazzato una semi-tragedia e non gli si può chiedere altro. Se si voleva fare un irlandese dalla pelle nera e patito dell’uncinetto sarebbe stato molto più originale…ma gli autori hanno bisogno delle loro scorciatoie per sentirsi riconoscibili :wink: .

Poi non lo so, magari si sono ispirati a quest’altro di vicino impiccione ed invadente dal pelo rosso, ma in quel caso il Bracc(onier)aggio della tipa finì un po’ meglio…acqua e sapone diciamo -c’è anche la nonna kelassalunga da ducenti pippi e la filippina: gajardo ar manzo, no?)

http://www.youtube.com/watch?v=HfQA_GxIT60 :lol:


http://www.youtube.com/watch?v=pvywiODaZy8&feature=relmfu :lol: :lol:


Nel giro di un mese Dylan si ritrova all’ennesimo party disertato, e sarebbe ora che cominciasse a pensare di travestirsi da George Clooney per bussare alla porte delle feste, magari con qualcosa da bere che non si infili in una macchinetta da caffè in fibra ottica, modem wi-fi incluso – sorry per la tripla pubblicità occulta :cry: .

Abbastanza espansiva e logorroica lo è anche la vaporosa squinzia canadese in giro seminuda per la pensione, mentre nel più totale silenzio si nasconde la filippina sgobbante per tirare avanti la famiglia. E con questo abbiamo chiuso con le presentazioni accidentali/-ate dei condomini.

Dei due giovinastri non si sa che attività intrattengano in Scozia. Invece di Wilson ci vengono dati un pajo di bio-contenuti speciali direttamente sul posto lavoro, che non servono a nulla, se non a sottolineare quanto sia miserabilmente spregevole solo con chi non può fronteggiarlo – già con l’amministratrice se ne stava più con la coda tra le gambe. Queste pagine si potevano rimuovere senza pregiudicare nulla, secondo me…fanno da puro corollario e non aggiungono niente, se non che Wilson per la pensione deve ancora aspettare un bel po’ , come la macchine da scrivere ancora in (suo ostinato) uso.

Quello che ci interessa più però di Wilson, sono il delirio incombente ed il fantasma dell’indagatore (assente) che lo perseguita, strisciando fino al suo passato (pp. 30-31) o disturbandolo mentre rasa quella topa di Sue Ann. Scorretta quanto basta la macchia di sangue che langue sulla guancia per oltre 2 pagine prima di manifestarsi graficamente al lettore solo su indicazione di Dylan (pp. 35-37), ma questi, si sa, sono i trucchismi del mestiere per mantenere un po’ di suspense. Manca solo la scintilla finale per far detonare la follia sopita dell’omino efferato :!: .

Direi senza dubbio che questa è la parte principale della storia, e pertanto avrei preferito che lo scontro/confronto indiretto ed involontario tra i due fosse esasperato ancora oltre, martoriando lentamente Wilson sulla falsariga dell’ Inquilino del Terzo Piano, ma la sceneggiatura ha qui preferito perdersi dietro altre cose, più prosaicamente soft nella piccola quotidianità dei dettagli, e meno estremizzante nell’incubo da angoscia radicale. Sono scelte, per carità…ma comportano perdite, di tenuta e peso specifico delle singole pagine. Alleggerendo con continui intermezzi si finisce allentare la presa sul lettore, ripeto. Restano comunque delle buone manovre digressive e mai pura melina :) .

Alla fine comunque i casi scoppiano, ed è sempre Dylan a metterci lo zampino per la sua non-richiesta capacità di andare incontro agli altri: sollecitare la disinfestazione o sfilare un pajo di stivali per innocente cortesia possono avere conseguenze letali. Senza topi Wilson avrà bisogno di altre prede di sfogo, senza formalismi sul letto di un altro uomo Layla si presterà a facili conclusioni da parte di Shane. Te la sei cercata Old Boy! :mrgreen:

In un certo senso, anche se accidentalmente, Dylan non è proprio il comprimario evanescente da presepe che non determina nulla nella storia: qualcosa la fa, ma non lo sa. Non risolve; complica. Ed anche se non fa qualcosa, quella lacuna è fondamentale: lasciarsi sfuggire candidamente un killer come tanti è una nota di rilievo per lui, è quello che non ti aspetti da chi ha perso il fiuto dell’indagatore per concentrarsi sulla (quasi) sua infermiera…ed oltre al fiuto ha perso molti altri dei suoi sensi, non ultimo il 5° e 1/2 che qui non solletica proprio, perché l’amore lo ha narcotizzato, e di sogni rivelatori manco a parlarne… come con la smorfia napuletà :( .

Segue l’attesa precipitazione degli eventi e precipitazioni a carattere di rovescio. Sotto la pioggia si consumano le morti dei due condomini capitati nel posto sbagliato al momento sbagliato. In questa parte il tratto di Gerasi si fa meno pulito e più “sofferto” traendone beneficio con parecchia china nera in più. E’ solo la parentesi di una notte però, perché il giorno seguente la polizia porge un bluff d’occasione ad un incredulo Wilson e torna a brancolare nel bujo sulla versione dei fatti…accomodandoli poi a quella più semplice. Anche l’incolpevole filippina viene colpita di rimbalzo dalle perquisizioni, e tutto torna come prima per il solo Wilson, che torna davanti alla cara tv dopo essersela vista davvero brutta, e non per il solito quarto d’ora :evil: .

Arriva quindi il momento che qualcosa “spezzi” (lo dice lui, p 81.iv) lo stato di passività disarmante di Dylan, e quel qualcosa prende corpo nella sua mente durante il funerale “da straniera” di Layla – suppongo diseredata ed ignorata dai parenti del Quebec, e senza i soldi per permettersi un viaggio low cost della salma. Del funerale di Shane non è dato sapere nulla; sicuramente non lo seppelliranno accanto a lei, dove avrebbe voluto morire, forse.

Dopo due mesi non basta qualche teschio d’arredamento o qualche poster di Pinhead per sentirsi a casa in una camera da pensione: è venuto il momento di capire con chi/cosa si ha a che fare e tirare un aut-aut per confermare il proprio senso di delusione latente. La risposta alle sue domande come sappiamo verrà intercettata, per un altro equivoco/coincidenza, finendo nel cesso che tenta di rigurgitarla via. Cosa ci aveva scritto Janice sopra? Di certo non un “no” secco o senza spiegazioni, altrimenti non gliel’avrebbe neanche spedita. Comunque non sospetterà mai che le poste abbiano toppato/saltato la consegna, perché non siamo mica in Italia :mad: .

E’ ora di sbaraccare e, con o senza Janice, prima o poi Dylan avrebbe comunque ripreso la strada ferrata per Londra. Fuori tempo massimo (in senso recchioniano) la sparata inutile che fa sul bisogno di crescere, quando sappiamo benissimo cosa lo aspetta in qualsiasi prossimo numero a lezione già assimilata. Bella e suggestiva la stretta di mano col carnefice impunito che lui stesso ha collaborato a riattivare, ed in parte anche a sedare, non indagando sulla morte di Layla e levandosi adesso dalla scatole. Tipica scena in cui la (diversa) consapevolezza del lettore dilata l’esperienza del gesto in sé. Già vista e rivista, ma funziona molto bene qui 8-) .

Questo punto di vantaggio a livello di conoscenza ci viene però subito sequestrato durante la visione/ricordo successivo di Wilson, dove contrariamente a tutti gli spiegonismi circolari in voga nella serie è il non-detto a prevalere: chi è la donna strangolata? è stata la prima ed unica fiamma di Wilson? Anche loro avevano un rapporto clandestino? Perché lui ha quell’espressione ebete (p. 95.iv) prima di strangolarla? Forse non la conosceva neanche, puro incontro fortuito? Domande inutili, se non a creare altri dubbi e parallelismi che sfumano via come le tavole in questione :o .

L’unica cosa certa, alla fine, è che i roditori sono tornati e la ditta di disinfestazione ha fatto il lavoro alla straca**o – oppure l’amministratrice ha fatto la cresta sulle spese. Ma è anche grazie a loro se tra Edimburgo e dintorni qualche donna si ritrova un collo sano in più. Nancy dissentirà, temo :tc: .

*** ***** ****** ***** ***

Complessivamente direi una storia che merita una lettura a prescindere, anche solo per imbattersi con qualcosa di diverso dal solito tran-tran, a livello di struttura e contenuti. Ricorda più un episodio di Julia con rimandi alle atmosfere di Hitchcock, per molti versi, ma questo non è a suo svantaggio, perché DD può esser anche questo, variandosi o prestandosi a contaminazioni. Tanto basta poco per tornare ai vecchi schemi strabusati :cry: .

Non mi allineo al coro di estasiati: come voto per me si assesta oltre il 7, ma senza arrivare all’ 8, perché non mi convince del tutto in certi passaggi inconsistenti, dà qualche volta l’impressione di atteggiarsi ad esercizio di stile (cinematografico, nel caso specifico), si perde facilmente nel piacere di lasciare un “ritratto di vita” simpatizzante e/o minimalista della fauna dei condomini – la Barbato discepolizza, macché Davvero? – e non tiene stretta per le gonadi la sfasata conflittualità tra Dylan e Mr. Wilson…che meritava più trazione ansiogena e disturbante :x:

Ho apprezzato invece il suo coraggio di porsi come storia “diversa” e di rottura, cosa che non tutti gli autori possono permettersi, per natura. Anche la cura dei dettagli e le scelte mirate contribuiscono a tenere il livello della qualità alta, mentre l’assenza di dialoghi brillanti è in fondo dovuta alla banalità del male con cui si confronta assieme al low profile delle conversazioni/rapporti tenuti. La mente di Wilson è già più complessa quando prova ad abbozzare un discorso da sola, e si sente.

Capisco benissimo che una storia del genere possa non piacere ed urtare per il ritmo fiacco della prima metà, per certe delicatezze narrative un po’ di maniera, o per l’atteggiamento (alla lunga) snervante di Dylan…ma di certo non la si può definire inconcludente od insignificante. Lascia aperte le porte a vari approcci senza chiudere il cerchio o fingersi più profonda di quanto non realmente sia, e questo le va riconosciuto. E’ normale che il popolaccio di noi lettori – me compreso – ululi talvolta invocando la corposità cruenta da panem et circenses quando lo spettacolo offerto ti dà invece di barretta macrobiotica ad una seduta di teatro neo-transistenzialista (?!) bielorusso, ma tant’è :g: .

A conti fatti la ritengo qualche gradino sotto Babenco o La vita rubata, e mi ha divertito molto meno di storie più recenti come Il delitto perfetto o L’eliminazione, ma se Accatino potesse continuasse a scrivere ancora per la testata sarebbe una manna cosmica piombata sulla testa di tutti. Credo invece che se sono rimaste delle sue storie, si tratti perlopiù di avanzi di magazzino da piazzare, come per il Rrobe...e che il futuro non preveda nulla in lavorazione da parte di entrambi. Prepariamoci al ritorno arrembante del trio delle 5G, quindi :? .


Smozzicando per pezzi le votazioni, al terzo turno secco alla tedesca, con proporzionale alla svedese:

Soggetto: 7 Una storia di morte che riprende vita, per poco. Una storia d’amore che va s’avvia a morire, per sempre. Più che un episodio di DD sembra una parentesi, abbastanza ampia per raccoglierci altre storie, lasciate intuire o stroncate sul nascere.

Sceneggiatura: 7 ½ Ha il merito di tenere in piedi un soggetto scarno ed asettico tramite risvolti e sovrapposizioni ben gestite, anche se nel complesso qualche coincidenza rischiava di stonare . I comprimari funzionano da sè, spazio per Bloch o Groucho era impossibile trovarne senza creare scompensi. Tempi morti ed appendici minimaliste riescono a pesare meno perché adatte al “genere”. Forse in 64pp (o addirittura 32) poteva incidere di più. Al cinema anche meglio.

Disegni: 7 Arrotondato per incoraggiamento. Gerasi mi sembra molto diligente in alcune vignette, più distratto in altre (v. ascella mancante alla giacca di Dylan p.20. iii, o luci mancanti nel pub p. 29 & 66). Attento alle linee dritte ed ai tratti sottili/puliti, si perde quando la spessore (ri)curvo dell’orrore deve prendere sporcamente campo. Buoni senza dubbio i personaggi, qualche dubbio sugli interni sempre squadrati e con quelle ombrature a striature diagonali, che dopo un po’ stufano (pp. 40-41, 46, 61).
Si rifà con qualche interesse quando si concentra sui dettagli minuti (v. stanza di Shane) o arriva la pioggia a intorbidare tutto il finale. Davvero belle le tavole retinate/sfumate dei ricordi di Wilson…sono l’unico punto in cui mi ricorda l’Ambrosini più volte qui citato. Per il resto…lo vedo più d’ascendenza Bigliardesca e filo-Julia come stile. Su Lazarus Ledd mi aveva fatto un’altra impressione. Vorrei rivederlo alle prese con una storia horror pura e qualche vignetta grande in più.

Copertina: 8 Ancora più noir e d’atmosfera di tutta la storia, va a segno senza esitazioni. Stile di Stano in evoluzione: sempre meno spigoloso e meno splilungoso, accomoda la rotondità con lo spessore (v. assassino e vittima). Non so se mi abituerò.
Tremenda pacchianata cromatica il logo DD campeggiante – ma qui Stano non c’entra: se scegli giallo/nero su uno sfondo blu notte, il nero non si vede per niente…sembra giallo monotinta! Con tante combinazioni a disposizione (giallo/rosso; bianco/rosso; bianco/celeste; blucerchiato…) proprio giallo/nero bisognava scegliere? Ed il daltonismo cavalca…

*** *** ***

Adesso vi lascio perché devo andare dalla vecchiarda del piano di sotto per farmi prestare un po’ di quelle sue asticelle con cui impala i colombi cagolanti. Potrebbero sempre servirmi per rubare la biancheria intima dagli stendini delle studentesse del palazzo accanto. Ho visto cose interessanti appese… :oops:

ALOHA





[...] ci sarebbero un pajo di altre cosucce da chiedere o far notare...ma non ho il coraggio di proseguire oltre...altrimenti (giustamente) mi mozzano le dita sul posto per darle in pasto ai piranha. Rimando tra qualche post .

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(anta baka?! [...] kimochi warui)


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 Oggetto del messaggio: Re: # 307 - L'assassino della porta accanto
MessaggioInviato: dom apr 01, 2012 9:35 pm 
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Iscritto il: gio giu 17, 2010 1:49 pm
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Ho votato ottimo senza un attimo di esitazione.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 307 - L'assassino della porta accanto
MessaggioInviato: dom apr 01, 2012 9:48 pm 
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Iscritto il: mar ago 30, 2011 8:46 pm
Messaggi: 638
Località: inferno ,uno dei tanti possibili (torino)
storia a mio parere di difficile giudizio.
in realtà gli ho dato 7 perchè l'idea mi è piaciuta anche se in certi momenti avrei strappato le pagine dal disgusto ed in altre adorate.
il finale a me è piaciuto ma ripeto ,non so che dire di più.
credo che l'obbiettivo finale (storia di difficile interpretazione) sia riuscito in pieno.

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26 09 2011. ciao sergio.

ci sono state storie fantastiche , alcuni capolavori e poi..memorie dall' invisibile

"imbecille ? no : libertà"


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 Oggetto del messaggio: Re: # 307 - L'assassino della porta accanto
MessaggioInviato: dom apr 01, 2012 11:35 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
Messaggi: 6990
Località: Inverary 2.0
Come promesso giusto un (doppio) pajo di cosette che cercavo di farmi sfuggire...ma sono tornate a digitarsi, come Contenuti extra per la Limited Edition del post precedente :D .

1#) Sul prezzo della camera, direi che ci siamo: 200£ a settimana in una pensione (da affittacamere/ uso foresteria e non un'appartamento propriamente detto) non è tanto esorbitante, con angolo cottura. Nel bagno comune poi si possono fare incontri interessanti. Escluso i ratti.

2#) Wilson si lamenta dallo smog/polvere sui vetri della sua casa ad Edinburgo...dicendo (retoricamente) che trent'anni prima l'aria non era così infestata. Mica tanto vero: trent'anni prima il boom di industriale soffocava con fabbriche, raffinerie ed altri stabilimenti tutte le città mediograndi dell'UK, molto più di oggi. La qualità dell'aria era davvero pessima, rispetto a quella di adesso in città via via post-/de-industrializzate come Manchester o Birmingham.

3#) Ma secondo voi cos'è quella carta da lettera/auguri c col cuoricione (I Love...) che Dylan maneggia e getta p. 91? Una di quelle che gli ha mandato Janice? Una di quelle che stava per mandarle lui? Oltre al cuoricione c'è anche un quadrifoglio...ricordo irlandese, fan dei Celtics o I feel lucky da Google?

#4) Tutta l'allegra comitiva della pensione non può non ricordarmi col sorriso (per strane analogie) una famosa truppa di squinternati nel condominio di un famoso anime (e manga) degli anni '80-'90, con tanto di sfigato infatuato ed inconcludente, svampita in giro in negligé, tipo misterioso e loschissimo, madre di famiglia con prole, feste condominiali, telefono in comune, etc... Però quella era chiaramente una commedia, e l'unico a passare all'altro mondo era il marito dell'amministratrice.

Stavolta ho davvero chiuso, pffiiiuu :wink: .



ALOHA

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 Oggetto del messaggio: Re: # 307 - L'assassino della porta accanto
MessaggioInviato: lun apr 02, 2012 12:10 am 
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Iscritto il: lun apr 02, 2012 12:05 am
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Storia splendida, da anni non se ne leggeva una così. Spero che Accatino torni presto sulle pagine di Dylan Dog. Capolavoro. Votato ottimo.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 307 - L'assassino della porta accanto
MessaggioInviato: lun apr 02, 2012 1:42 am 
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Iscritto il: ven gen 16, 2009 8:17 pm
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Votato Buono,letto tutto d'un fiato come non mi accadeva da tempo,finalmente ho assaporato pagine di vecchio Dylan!

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 Oggetto del messaggio: Re: # 307 - L'assassino della porta accanto
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Iscritto il: ven gen 08, 2010 1:04 pm
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Son curioso di confrontare la media voti dell'albo con quelle passate...


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 Oggetto del messaggio: Re: # 307 - L'assassino della porta accanto
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De.. De.. Derrick!

Albo deprimente sotto i tre aspetti dei contenuti, della forma, delle illustrazioni, senza togliere al talento degli autori che non ho bisogno io di scoprire e all'asineria di altri su cui esiste un'illuminante letteratura. I contenuti sono negativamente chiari, i fumi rimangono fumi piuttosto che forma vera. Ne ho piene le scatole. Una tortura questo mr Wilson, tra cattivi fumetti e nonna papera, con il suo passato e presente condominiale e impiegatizio. Che vergogna per questo Dylan Dog, inespressivo non più di una mela cotogna, con la corte di soliti cretini calzati, nel letale sforzo di coinvolgermi, evidentemente sdoganati da Sclavi, Medda e Barbato: eppure autori che ho amato soprattutto nella forma dei loro racconti. Wilson nel nero e devastante piovigginare umano è la metafora di cosa è diventato Dylan Dog, della regressione all'embrione: era infatti così che lo aveva concepito Sclavi prima dei provvidenziali suggerimenti di Bonelli e Canzio. Ne ho piene le scatole di un fumetto che, comunque la si veda, agonizza nell'aderenza al capolinea creativo del suo creatore. Wilson è anche la metafora del Kramer lettore: devo accettare che questa e le altre derivazioni recenti ancora entusiasmino chi ha condiviso con me la passione per il personaggio. Ma a me fanno schifo. Mi fa schifo stare abbracciato ad un cesso. Mi fa schifo sfogare su una colonia di sorci un disamoramento irreversibile. Venuto meno persino il contesto e, come sopra, perso molto prima il coinvolgimento per le vicissitudini del protagonista, mi resta una bruttissima sensazione. Accatino/Gerasi è la mannaia mancante nell'omaggio staniano, interviene circolarmente a rappresentare, se non l'esperienza dylaniana in toto (giacchè de gustibus sempre!), almeno quella che ha riguardato il sottoscritto. E' il mio ultimo albo regolare, prenderò ancora il color se i disegni mi interesseranno. Dylan Dog non ha più nulla da dirmi.

Ciao!


Ultima modifica di Kramer76 il lun apr 02, 2012 2:24 pm, modificato 3 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 307 - L'assassino della porta accanto
MessaggioInviato: lun apr 02, 2012 11:42 am 
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Iscritto il: lun feb 28, 2011 3:20 pm
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....amara e per me sublime recensione. Ho già descritto il mio imbarazzo, la mia delusione e anche se può sembrare eccessivo, il mio dolore.
Quest'albo è l'epitaffio finale di Dylan Dog. Basta la non presenza per creare eventi, ok. Ma sempre di non presenza e di non agire si tratta. L'ebete e caracollante girovagare e scribacchiare lettere mielose dell'ex indagatore, è peggio che una morte gloriosa per improvvisa chiusura della testata, o per il morso di uno zombie. Anzi, aggiungo che se un non morto mordesse questo Dylan, probabilmente risorgerebbe. E' più zombie questo di quello che vorrebbe Xabaras.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 307 - L'assassino della porta accanto
MessaggioInviato: lun apr 02, 2012 11:45 am 
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Iscritto il: lun gen 11, 2010 11:19 pm
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Condivido i due commenti sopra, anche se sono un po' meno negativo. Quasta non è la tomba di Dylan Dog ma un'occasione mancata (l'ennesima, solo che questa era del capocannoniere a porta vuota).

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 Oggetto del messaggio: Re: # 307 - L'assassino della porta accanto
MessaggioInviato: lun apr 02, 2012 11:50 am 
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Iscritto il: lun apr 02, 2012 12:05 am
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dogares ha scritto:
Ho già descritto il mio imbarazzo, la mia delusione e anche se può sembrare eccessivo, il mio dolore.


Sì, in una quarantina di post sempre uguali. Abbiamo capito. :tc: :wink:


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 Oggetto del messaggio: Re: # 307 - L'assassino della porta accanto
MessaggioInviato: lun apr 02, 2012 11:55 am 
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Iscritto il: lun mar 07, 2011 5:16 pm
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Ehila' Kramer, era da un po' che non ti si vedeva...
Mmm... deduco con raro acume che forse non ti e' tanto piaciuto l'ultimo numero. :g:

Ma guardiamo il bicchiere mezzo pieno (di cicuta), e' stato comunque tentativo (secondo molti anche riuscito, io mi pongo nel mezzo, non ho votato ottimo, ma ho letto una storia diversa dalle solite ultime mediocri uscite). Forse si e' riposta un ' aspettattiva troppo elevata in quest'albo.

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