dogares ha scritto:
Riletto ora...Dunque:
C'era un tempo in cui leggendo Dylan Dog sentivi una sorta di malinconia attanagliarti lo stomaco.
In cui ogni tavola, ogni dialogo, ogni disegno di un Casertano da urlo, ti lasciavano dentro la voglia di ridere e allo stesso tempo di piangere, come la vita.
In cui pensavi a Bree e ti sentivi come lei, sola, forte solo all'apparenza, immersa in un mondo crudele e freddo, come la pioggia che bagnava Londra.
Quando lo lessi anni fa, alla fine, mi chiusi in bagno a piangere, pensando che la solitudine è una cosa che ti accompagnerà sempre, per tutta la vita. Nelle strade, nelle piazze, fra la folla, sempre..
Che la soluzione sia il colpo di pistola, con la mano che non tremi, e che tutto finisca in nulla, com'era iniziato e come è sempre stato. E che quando ti mettano il lenzuolo cerato addosso, tu possa pensare: "Quanto ti ho amato, mamma ! "
E anche ora, che il mondo è più veloce, e vi scrivo da qui e voi siete lì, come direbbe Groucho, anche ora questo capolavoro edito nel 1988, il 19 Aprile, due giorni prima che compissi gli anni, è sempre stupendamente attuale.
E anche ora, quando rivedi l'incipit iniziale, e lo rileggi, e senti quella malinconia che viene dalla vita e dalla vita se ne andrà solo quando tornerai nel buio, ti accorgi che questo di Sclavi è un capolavoro e basta.
Che non bastano bicchieri di alcool e altro per farti dimenticare che esisterai solo se qualcuno ti pensa e ti ama, e se ciò non accade e finisce di accadere, la tua vita è solo un passaggio per il buio.
Che siamo tutti i fratelli nessuno di un mostro. Un mostro chiamato indifferenza e solitudine.
Che la copertina di Villa era arte e il coltello nero di sangue di china era ed è un arma affilata e crudele che trafigge la tua anima, e che senza anima siamo tutti un po invisibili e un po soli.
Capolavoro.
mi hai messo i brividi. complimenti.