Molto bella la copertina dei fratelli Cestaro, più nelle matite e nelle chine che nella colorazione, che se fosse stata meno brillante l'avrebbe resa più evocativa.
PASSAGGIO PER L'INFERNO
Accattino scrive un soggetto di situazione, breve ma intenso. Non ci sono grossi sviluppi all'interno di una storia che sembra sempre mordersi la coda: il bello è tutto ciò pesa solo in minima parte per la capacità di valorizzare il particolare che fa da chiave di volta nei diversi momenti narrativi. La sceneggiatura per quanto abbastanza solida, in certi frangenti da l'idea di annacquarsi un po', perchè il titolare di testata si lascia andare a frasi fatte che appiattiscono la sua caratterizzazione. Groucho fa alcune gradevoli comparsate, la scelta di inserirlo crea le giuste cesure ritmiche alla storia. Ancor meglio, invece, il modo in cui Accatino tratteggia la ragazza, dandole una giusta dose di pazzia. I disegni di Simeoni sono calzanti al tipo di storia, curati ed evocativi, aiutati da una buona colorazione di Fabio D'Auria.
SOGGETTO: 7
SCENEGGIATURA: 7,5
DISEGNI: 8
COLORI: 8
IL BANCO DEI PEGNI
Un buon punto di partenza quello di Badino, (anche se non il massimo dell'originalità)sfruttato però in maniera molto incerta, sui binari della sicurezza piuttosto che essere declinato in maniera più spiazzante. Il cerchio si chiude con una soluzione molto forzata, quasi un deus ex machina declinato in maniera più soft. La sceneggiatura è purtroppo farcita di dialoghi artefatti, messi a mo' di riempitivo, penalizzando la scorrevolezza della storia. Chi ne fa più di tutti le spese è Dylan, macchietta di se stesso, mentre Groucho regge la scena in maniera accettabile, mentre per i barboni la caratterizzazione si appiattisce su di uno standard troppo sterotipato. I cattivi di turno potrebbero dare di più, per loro vale lo stesso discorso dei barboni. I disegni di Alessandrini sono a tratti curati, in altri frangenti meno, la colorazione di Chiara Fabbri Colarich è efficace ma forse troppo livida.
SOGGETTO: 5,5
SCENEGGIATURA: 5
DISEGNI: 6,5
COLORI: 6,5
LUCI DELLA RIBALTA
Si parte da una minestra precotta, già utilizzata da Medda in altre occasioni, per arrivare ad una soluzione altrettanto usata, forse anche abusata. La bravura sta nel diversificare le situazioni nel mezzo: qui l'autore riesce molto bene, mettendo qua e là gustose situazioni di contorno che rendono il tutto più saporito. Medda, inoltre, dirige la sceneggiatura con mano ferma, riuscendo a tratteggiare in maniera efficace tanto Dylan, meno abulico che in altre situazioni, che la sua controparte femminile, che possiede tratti talmente marcati da correre il rischio di diventare macchietta. I disegni di Di Gennaro sono ben fatti, c'è nel tratto maestria ma non il guizzo di genio. A rovinare parzialmente la storia, una colorazione che dà alla storia un'aria sì patinata ma troppo vicina al fotoromanzo, più quello che dovrebbe essere.
SOGGETTO: 7
SCENEGGIATURA: 8
DISEGNI: 7,5
COLORI: 5,5
STRAGE DI MEZZANOTTE
Gualdoni ripesca uno dei primi cento numeri e ne immagina l'ideale prosieguo. Il risultato è altalenante, la storia appare a tratti ben costruita, a volte si lascia andare. C'è di buono la capacità di declinare il soggetto precedente in una versione fedele all'originale con tanto di controfinale chiaverottiano, con la voglia di far terrore vero, pur se riuscendoci con alterne fortune. La sceneggiatura è un compitino svolto bene, non ci sono nè sviste clamorose nè guizzi di genio. Montanari e Grassani si mantengono su un livello accettabile, con qualche punta ragguardevole e qualche vignetta lasciata troppo all'approssimazione. I colori dello Studio Rudoni danno al tutto un carattere livido, forse in maniera eccessiva.
SOGGETTO: 6,5
SCENEGGIATURA: 6,5
DISEGNI: 6,5
COLORI: 6