Ciao ragazzi,
vorrei premettere:
- sono un universitario
- sono stato un dylaniato della prima ora (ora ho smesso anche per la presenza di storie come quella di cui stiamo parlando)
- sono un chimico
- e ...udite udite... ho lavorato nello stesso dipartimento dove ha lavorato Di Gregorio, anche se non lo ho mai conosciuto per motivi di non sovrapposizione temporale.
- Ho riconosciuto alcuni personaggi descritti dal nostro, che non ha fatto nulla per nascondere le sue antipatie...
Detto questo, la storia è brutta! La superficialità con cui affronta il personaggio, come giustamente hanno sottolineato molte persone prima di me, è la pecca più grossa. Ma dai, ma si può vedere l'Old Boy che fa il moralizzatore e il giustiziere? Lui che ha avuto e ha tutt'ora decine e decine di supposti "difetti" (ex-alcolista, donnaiolo, omicida, ha fatto uso di droghe, è fondamentalmente un anarchico, etc...)? Non esiste. Il punto di forza del Dylan Dog, almeno come lo conoscevo io, era quella di far emergere un punto di vista, in cui mi ritrovo, senza fare la morale, bensì parlando al cuore dei lettori dal punto di vista di chi ha vissuto veramente certe situazioni.
La storia in se poi è prevedibile e scontata, senza ritmo e assolutamente irrealistica, che di per se non è un difetto, ma quando tutto l'impianto è basato sul mondo reale, non puoi tirare fuori la molecola dell'odio come farebbe un Giacobbo qualsiasi...
La citazione di Astolfo sulla luna non mi è piaciuta, ma questo è solo gusto personale.
Il buon Piccatto, che ho apprezzato moltissimo in vecchie storie, non aiuta. Probabilmente la storia non è piaciuta nemmeno a lui, perchè la sciatteria dei disegni è evidente, in alcune tavole nemmeno si riconosce Dylan...
insomma, il mio giudizio è negativo, credo che Di Gregorio non abbia il personaggio nelle sue corde, molto meglio le storie che scrive per Dampyr. Anche se, amaramente, devo dire che il declino di Dylan non è certo colpa sua, ormai sembra una strada senza ritorno...
Scusate la logorrea...
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