Non è ti dispiaciuto,allora,il mio soggetto.
Beh,so per certo che a Bonelli dispiacerebbe
Mi piacerebbe che gli dessi un voto.
Cmq il tuo è coinvolgente e originale,splatteroso nella giusta misura...
Il voto per il tuo STRAPPATESTE è 8.5...
E qui c'è un racconto che ho scritto qualche tempo fa...Dylan è in panchina,ma lo trovo alquanto fumettistico e ... lovecraftiano
Io scrivo per diletto,da quasi sempre...
Fammi sapere che ne pensi,dear vampire hunter...
Per coloro che non credono più in niente,l'esistenza non è altro che una sequenza,casuale e ininterrotta,di eventi slegati tra loro.Privi di importanza.
Non mi dilungherò sul mio pensiero in base a ciò,ma,finchè il mio stato mentale lo permetterà ,vorrei raccontarvi il dramma orribile che mi ha condotto al punto in cui adesso mi trovo:la ragione per cui nessun essere al mondo mi salverà dalla follia.
Nelle regioni più desolate del Maine,il mio esimio e illustre collega,il professor Madison,studioso appassionato di occultismo e di civiltà ormai dimenticate da infinite ere, stava cercando di scoprire il segreto.
Non c'erano ostacoli,o almeno così sembrava,per il mio caro collega:aveva studiato per anni nella Miskatonic University,situata nell'antica quanto aborrita Arkham,la città dalle spaventose guglie e dalle case dalla forma distorta.La città delle streghe e di malefici segreti.
Madison era riuscito,dopo un lungo periodo di apprendistato,ad entrare,ovviamente senza permesso,nella biblioteca dell'università ,dove,si vociferava,fosse custodita l'unica copia rimasta del Necronomicon,il libro maledetto dell'arabo pazzo Abdul Ahzared.
Un libro in cui si narravano inquietanti profezie e si parlava di cose morte che sono pronte a risorgere ed esseri che dovrebbero strisciare,e che invece hanno imparato a camminare.
Un giorno di primavera,il professor Madison mi invitò a casa sua:il suo tono di voce mi stupì,considerando che solitamente era una persona riservata e di poche parole.Quel giorno,invece,contrariamente a quanto potessi aspettarmi,fu come se il mio amico fosse stato scosso da un brivido di febbrile eccitazione.Il suo comportamento mi incuriosì e così accettai di buon grado il suo invito,senza curarmi delle conseguenze che si sarebbero scatenate più tardi.
La casa di Madison si trovava in uno dei più rinomati borghi di New York,ben lontano dallo squallore e dal degrado della periferia cittadina,ormai infestata da orde di infidi esseri degenerati,figli di orrendi connubi tra razze diverse,dalle quali si originavano simili flagelli viventi,che sguazzavano nel caos della quotidianità ,corrotti nelle carni e nello spirito,traboccanti marciume e devastazione da ogni poro della loro pelle.
Madison aveva voluto estraniarsi da tutto ciò ed aveva preferito una vita tranquilla con la sua famiglia,composta da moglie e figlia.
L'abitazione vantava un portico dall'aspetto molto pittoresco,dal quale si poteva ammirare,in lontananza,il vecchio cimitero avvolto in nebbie lattiginose;il vecchio cimitero teatro di non pochi misteri.
Il professor Madison mi accolse senza tentennamenti,giustificando l'assenza della propria moglie in fretta e furia.
“La mia scoperta rappresenta qualcosa a cui nessuno ha mai pensato prima d'ora,e bando ogni inutile modestia-mi diceva lui,invitandomi gentilmente a sedermi al suo fianco,in veranda-so bene che questa mia scoperta,scusa se mi ripeto ma sono troppo eccitato,spaventerebbe la maggior parte della stupida gente,il volgo da cui mi sono ormai liberato da anni,con le mie ricerche.So che mi invidi,collega,anche tu vorresti aver saputo ciò che ho scoperto io,in questi mesi,lontano da tutti.
Ebbene,io te lo di...!â€
Lo interruppi bruscamente,domandando a me stesso il motivo della sua nevrotica parlantina e,cosa insolita quanto sconcertante,l'improvviso slancio verso un delirio di onnipotenza del quale non riuscivo a darmi una spiegazione.
“Vedi,Daniel-continuò lui,inperterrito-devi capire che le forme e gli esseri che ci circondano,tutte le presenze e le cose terrene a cui ci siamo abituati e limitati,esistono,sì,ma non si presentano nello stato in cui noi riusciamo a vederle.
Un po' come se il mondo che noi conosciamo esistesse sotto forma di infiniti livelli,che si riescono a intravedere se si ha l'ardore di scrutrare le profondità ignote del cosmo.
Io l'ho fatto,Daniel,sono riuscito ad approdare in una nuova dimensione della conoscenza,e tutto grazie a quel libro!â€
“Spiegati meglio,ti prego,non capisci!â€
“Ah,tu non capisci.Chi ha la mente ristretta non sa cogliere il soffio di vita che anima i mondi ciechi che abitano le remote regioni dell'universo,lontane ere da noi,per nostra fortuna.Le creature,che io ho visto penetrando in una di queste dimensioni,non sono visibili ad occhio umano,ma solo coloro che aprono la loro mente riesce a vederle.
Le ho viste,Dan,io le ho viste..le ho viste,Dan,e loro,loro mi fissavano con le loro immonde cateratte che coprivano i loro volti,se così si possono chiamare..Pensavo di sprofondare,quando ormai in stato semicosciente,vedevo quella porta da cui sei entrato tramutarsi in un orrore liquefatto,un repellente spettacolo di devastazione vomitato dagli abissi eterni...E loro sono entrati,accompagnati dalla Cosa Incappucciata che belava,mentre il mondo che mi sembrava familiare lasciava trapelare ciò che noi,da miliardi di anni,cercavamo di respingere.L'orrore e il nulla dell'eternità ,la morte che non è morte,mi inghiottiva come una sola bocca,una bocca immonda e succhiante,che mi travolgeva sotto di essa e mi scuoteva,trascinandomi nel buio.Buio che diventava luce e luce che diventava buio.
La Cosa Incappucciata mi guardava,guidata dai suoi innominabili devoti,acquattati sul pavimento,ciò che ne restava..un grido nella notte,Dan,mia moglie carbonizzata sul letto,morta,le oscure profezie del libro che prendevano vita attraverso quelle lingue dannate.
IÃ ...nnyygghaa..kamog vobiscus shoggoth fr'larkloth! Yog-sothoth..Ia Shub Niggurath, accompagnateci attraverso la porta..noi che vediamo...Signori delle Stelle,guidateci e scacciate colui che non vuol vedere..
Ià ! Ià !Cthulhu ftagn!Nyhhgaggh b'nah kryon gh'mort m'phglui!â€
Cercai con tutte le forze di calmare il mio amico,ma appena feci per sfiorarlo,cadde violentemente a terra,emettendo un urlo grottesco,dettato da una paura incontrollabile che lo attanagliava evidentemente da tempo.
Decisi,follemente,fin troppo coraggiosamente,di restare per una notte in quella casa colma di agghiaccianti terrori.Volevo aiutare Madison,provare a scuoterlo da una realtà ,che almeno ai miei occhi,non poteva e non doveva essere realtà !
Quando si riprese dallo svenimento,Madison apprese la mia volontà di restare a fargli compagnia e acconsentì,senza garbo.Mi guidò nella stanza degli ospiti,congedandosi poi con una parodia di sorriso,che non potè non farmi rabbrividire!Nessun uomo poteva sopravvivere a quello che invece lui aveva visto e sopportato,perdendo forse il lume della ragione.
Quella notte dormii ben poco,ma fui colto di sorpresa da un orrendo incubo che mi sottrasse definitivamente alla quiete del sonno.
Mi trovavo nel cimitero,e cercavo impazientemente di scorgere la tomba di mia moglie,morta da anni.Ero irritato e inquieto a causa dell'atmosfera di mistero che circondava il luogo,teatro di sparizioni e fenomeni assai inquietanti,morti terrificanti e profanazioni di tombe.
La lapide di mia moglie,Julia,era sempre là¬,dov'era stata lasciata,ma era coperta dai funghi e da altre piante infestanti che la rendevano sgradevole alla vista.Cercai di andarmene,ma mi persi nella nebbia,oppresso com'ero da voci che si disperdevano nel nulla e nel silenzio del cimitero.Voci assordanti,voci sottili come aghi,che si insinuavano nel mio animo,mentre cercavo di trovare il cancello.
Fu allora che Julia apparve,dietro di me,sorridendomi.
Non sorrideva come di solito uno di noi può sorridere,ma si trattava del ghigno mortifero di uno scheletro.
Lei mi fissava,dalle orbite vuote che erano stati i suoi occhi.
La poca pelle che le restava attaccata addosso era ricoperta di squame;il cranio bitorzoluto e intriso di croste;la bocca disfatta e deformata dalla putrefazione;il corpo oscillante in avanti,come se le mancasse completamente la colonna vertebrale;le braccia e le gambe erano nude e sporgevano,lunghe e contorte,dai vestiti laceri della morta.
Improvvisamente le lapidi attorno a me cominciarono a squagliarsi come cera,mentre ombre dalle forme più folli che possiate immaginare si accingevano ad accerchiarmi.
Le mani di Julia si chiusero intorno alla mia gola,viscide come serpenti,lasciando scie di disgustosa putredine sulla mia pelle.
Rabbrividii e cercai di urlare,quando,ad un tratto,dalla bocca orribile della morta uscì un groviglio di protuberanze filamentose che somigliavano ora a orride lingue inumane,ora a terribili e viscose appendici simili a tentacoli.
Le cose che abitavano sotto la nuda terra si alzarono numerose,dedite ad un oscuro salmodiare.
Non urlai,nel momento indicibile in cui lei mi baciò,e fu inutile che mi dibattessi come pazzo,quando fui trascinato nell'oscurità ,da quei mostruosi abitatori del cimitero.
Urlai ore dopo,in preda ad un terrore irrazionale.L'incubo mi avrebbe sottratto al sonno per molto tempo,ma l'unica cosa che destava la mia attenzione,nel momento successivo al risveglio,era la possibilità di incontrare Madison,in casa,parlargli e promettergli tutta la comprensione possibile.Dovevo aiutarlo,non volevo lasciarlo da solo di fronte a quell'orrore.
Lo cercai,però,invano,per tutte le stanze della casa,e solo quando arrivai ad aprire la porta della camera matrimoniale,fui atterrito da un improvviso moto di repulsione:la stanza era intrisa da un odore pestilenziale,come se le legioni d'oltretomba d'ogni tempo si fossero riversate in quell'unica camera.Scoppiai a gridare;tuttora non riesco a smettere di urlare,quando il sole si eclissa tra le nuvole e il gelo del crepuscolo riempie l'atmosfera.
La signora Madison era stesa sul letto,in posizione supina:la donna era completamente carbonizzata;gli occhi erano vitrei e sembravano fissarmi da ogni angolo della stanza;la bocca invasa da larve di mosca;le gambe divaricate;i piedi nudi,contratti in un movimento perpetuo assai innaturale,come se la donna fosse stata fulminata da una forza misteriosa,improvvisamente,cogliendola di sorpresa.
Ma l'aspetto della stanza che mi condusse oltre la soglia della ragione apparve chiaro quando mi sovvenne la folle idea di guardare il pavimento,da cui esalavano sbuffi di fumo nerastro.
Vicino alla finestra,vidi che era stato aperto un varco nel pavimento,da cui scaturiva quell'orribile e nauseabondo fumo.
Mi trovavo ormai sul baratro della follia,così corsi lontano,fuori da quella maledetta casa,straziato da quella visione che mi impedì di usare a mio pro il dono della ragione.Per sempre.
Come avrete capito,mi trovo in una cella imbottita del manicomio di Arkham,in cui molti vi sono reclusi,perché creduti folli,a causa dei loro bizzarri racconti.
Ma quando la notte si impadronisce di tutto,io non grido per la mia presunta follia,magari fossi impazzito davvero.Ogni volta in cui calano le tenebre vedo quell'orribile varco aperto nel pavimento:quella porta sulle tenebre che ha la forma del mio povero amico Roger Madison!