<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Ema</i>
<br />No, scusate ma la recensione di Ubc fa drizzare i capelli.
*L'ambientazione nel mondo dell'arte è, a giudicare dal primo numero, piuttosto pretestuosa, nel senso che la professione del protagonista (consulente e collezionista d'arte, anche se con contorni piuttosto vaghi) non è essenziale ai fini dello svolgimento della storia.*
Non si è minimamente capito il ruolo dell'inconscio nell'albo, che si serve dell'arte come punto di partenza per andare poi altrove: l'inizio, con il discorso di JD al suo doppio, è molto programmatico e lancia subito una riflessione estetica che è profondamente, intimamente artistica e rimanda direttamente al nodo mentale: esiste la bellezza? cos'è? dove si trova? ecc.
*Una scelta che desta qualche perplessità, soprattutto in un momento in cui letteratura e cinema - sull'onda del successo de "Il codice Da Vinci" - dedicano particolare attenzione ai misteri dell'arte*
Particolare attenzione? Ma come? Oltre all'inutile Dan Brow e i suoi pallosi epigoni, quale sarebbe l'attenzione che si dedica all'arte? Io continuo a vedere musei vuoti, non mi sembra ci sia grande sensibilità su questo tema... accostare JD a Brown vuol dire fare il collegamento più ovvio, ripetere automaticamente ciò che si legge sui giornali. Ambrosini va confrontato con sè stesso, con la sua crescita e il suo percorso artistico - anche per stroncarlo, se si vuole -, sarebbe interessante rileggersi DIETRO IL SIPARIO e IL GUARDIANO DELLA MEMORIA per rilevare quanto Nap e Jan siano già "in nuce" in quelle storie, non certo tirare in ballo <i>Il codice Da Vinci</i>.
*Gli aspetti filosofici, che a volte in Napoleone (soprattutto grazie al riuscito personaggio del Cavallo filosofo) rappresentavano la chiave delle vicende narrate, sono qui delle porzioni infinitesimali*
Qui si entra nell'assurdo. Mi <i>lamento perchè la storia non è abbastanza filosofica</i>. Che tradotto vorrebbe dire: <i>Ambrosini, perchè hai scritto quello che vuoi tu? Devi scrivere quello che DICO IO!</i>
*la spiegazione si protrae fino a pagina 117 (anche in questo caso, non per necessità narrative), e le 13 pagine finali sono un mero riempitivo*
Il vero scioglimento dell'albo è proprio nelle 13 pagine finali, qualcuno conosce questo signore e glielo può segnalare?
*Annika è al tempo stesso una Allegra adulta*
*Il giudice Hillman svolge la funzione dell'ispettore Dumas*
*Gherrit è il Boulet della situazione*
Ehm... e poi sarei io che esagero nelle interpretazioni? Seriamente, trovare il pelo nell'uovo (che non c'è) in questo modo significa non assumere il fatto che il noir è il semplice contenitore e non la sostanza; grave non rendersene conto, se si segue Ambrosini dall'inizio questo dato si è sempre palesato.
In generale: Penso che il problema sia a monte. C'è gente con il fucile puntato, che aspetta qualche nuova uscita con l'acquolina in bocca per il semplice gusto di fare fuoco; risulta evidente in questa... "recensione" (ma sì! facciamolo contento!), in cui non si rileva nè approfondisce alcun aspetto peculiare della storia, ma piuttosto si scrive un titolone (*Natura morta con pistole*... accidenti! ma come sono figo! sì sì, ora mando il link in giro per gli amici) e ci si compiace dei propri giretti retorici (Quello che Dix è, quello che Dix non è...). Tutte le opinioni sono legittime, sia chiaro, ma legittimo è anche criticarle; soprattutto quando sono espresse senza entrare nel merito - il pezzo tralascia totalmente l'analisi dell'albo - e quando sono pubblicate in una rivista di fumetti famosa (chissà perchè) e offerte alla lettura di centinaia di persone.
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Mi viene da sorridere. Sembra di rivedere il me stesso filtrato dalla sensibilità di alcuni: il difensore di Ruju ad oltranza!
Io non ci vedo nulla di così scandaloso nelle recensione di UBC (e sono uno che ha definito l'albo <i>stupendo</i> e <i>illuminante</i>). Secondo me il vero problema della recensione è voler trarre le conclusioni della serie...a partire dal solo primo numero!
1) Vero che l'ambientazione artistica nel primo numero, se non proprio pretestuosa, è alquanto "marginale" (fra mille virgolette) alla vicenda: c'è un ottimo falso che viene rincorso dall'inizio alla fine della storia, con stupore di vari personaggi che cercano di venderlo, entrarne in possesso, contrabbandarlo, etc.
I ruoli di Hannika e di Dix a tal proposito risultano "marginali" rispetto alla vicenda: Hannika vede un'immagine del dipinto sul pc e incarica Dix di indagare, Dix indaga, sviscera, insegue, spara, dà fuoco...i loro comportamenti sono "marginali" rispetto all'arte. La vera arte è solo nel sogno, giustamente definito programmatico, dell'inizio e nella conclusione, con l'apparizione di Vermeer e tutto ciò che ne consegue.
2) Il rimando al codice Da Vinci mi sembra azzardato invece, anche perché il boom commerciale e a livello di immaginario comune dell'opera di Brown mi sembra si sia esaurito da tempo.
3) Sul terzo punto sono d'accordo con Ema. Un testo è quello che è, non lo si può criticare perché manca ciò che il recensore avrebbe voluto vederci! Ma ripeto (idealmente al recensore), questo è solo il primo numero, bisognava introdurre il protagonista, gli altri personaggi, ed offrire un esempio delle vicende che verranno affrontate nei successivi numeri della serie. "Tutto e subito" non è mai stato un buono slogan...
4) Vero che ci sono delle pagine di riempitivo (non concordo invece sul fatto che siano le 13 pagine finali), adoperate per traghettare la vicenda fino a pagina 130 e passa. Ma, tutto sommato, non mi sono dispiaciute eccessivamente: hanno contribuito a dare alla storia quell'effetto che ho definito "di sordina" che ho molto apprezzato.
5) Non so, non conoscendo i termini di confronto di questi paragoni non saprei cosa dire.
Il vero problema è che tu sei un entusiasta Ema e non ragioni in modo lucido su ciò che apprezzi. Bisognerebbe saper essere un po' più critici anche verso ciò che amiamo, e un po' più attenti verso ciò che non condividiamo.
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Dagli occhi vermigli grondano oramai
lacrime sanguigne, per tetri calamai.
"Sei sul limite."
"Io sono il limite."
"Quello che vuoi veramente, solo io lo posso dare."
"Non puoi darlo e non lo puoi comprare, perché tu...non lo possiedi."</font id="black">