storia che fa acqua da tutte le parti in termini di credibilità dell'autore. Credibilità nel senso dei dubbi sulla sua lucidità quando si metteva (e si mette tuttora) a scrivere certe schifezze. Intendiamoci, è piena di buoni propositi, di idee interessanti ma usate in maniera barbina. Il dramma di Seth ricorda l'Adrian di polanskiana memoria ("Rosemary's baby"), interessante anche l'ambaradam degli illuminati vs stirpe degli antichi, il vampirismo è trattato con molto tatto, è un argomento caro a Ruju e si vede sempre che lo affronta senza caciara, senza eccedere, con classe come nella consacrazione della saga di Manila o come nella meno conosciuta "Polvere di stelle". Ecco, come in "Polvere di stelle" Ruju butta nel cesso un soggetto promettente con un stile sceneggiativo da "avventure di superpippo". Totale assenza di vignette mute che facciano da raccordo, conseguenza che il ritmo è accellerato in maniera malata, si passa da una scena all'altra, da un dialogo all'altro senza che ci si accorga di nulla, tanto sono tirati via o comunque banali. Addirittura memorabile in senso di trashone il personaggio del Reverendo, totalmente avulso dal contesto... ma non è questo il problema: è che l'intera sua parte è un'accozzaglia di luoghi comuni. Ridicolo l'incipit dell'evasione. Si salva per via dello splatter, molto gradevole la quadrupla in cui lo si vede abbandonare delirando e con valigione alla mano la stanza in cui ha appena crocifisso i due pornografi: è l'unico sussulto targato Roi. Roi ad una delle sue peggiori prove pre-200, sappiamo che poi ha fatto anche di peggio, ma qui già non scherza in quanto a svogliatezza (o velocità di consegne impostagli). Voto complessivo 5
|