Cravenroad7

Ottimo lo speciale di MV, mi ricordo che la seconda delle tre storie doveva uscire ancora fra i primi venti numeri della serie se non erro.

Non sapevo invece della storia di GLB finita da Sclavi. Qual è?


Comunque, tolti i casi particolari di storie riesumate o di storie riviste per cause di forza maggiore, è nell' ordine delle cose che il curatore riveda la storia. Anche dieci o venti volte vengono revisionate le bozze finché non si trova la quadra.


Caso diverso però è il modus Dylan Dog degli ultimi anni. Ovvero prendere storie già finite (quindi fra l'altro già probabilmente revisionate da qualcun' altro) ed apportare modifiche che dire pesanti è usare un eufemismo. Perché dai, il cambio di passo nei dialoghi a volte è imbarazzante (v. RoboCop).
E se vogliamo contestualizzare la cosa, non stiamo parlando della "Mario Rossi fumetti editrice" ma della principale casa editrice Italiana di fumetti, di una delle due serie colonne portanti della stessa, di una gestione in corso da sette (SETTE) anni che adesso ha deciso di fare minicicli o comunque albi in continuity e che dopo solo qualche mese riciccia fuori una storia di almeno otto anni fa rivista per l'occasione.
Qualcosa a livello organizzativo forse è mancato.

Tex numero 323, La città corrotta. Bella storia, a quel che ricordo.

Copio un passaggio che la riguarda proveniente dal Tex Willer Forum:



Questo il link al topic del TWF da cui ho preso la citazione:

http://texwiller.ch/index.php?/topic/600-323-la-citt%C3%A0-corrotta/&do=findComment&comment=8090

Mi scuso con i miei colleghi per l'OT, ma era giusto andare a fondo della questione.

La storia non mi è dispiaciuta. Tuttavia hanno fatto di tutto per distruggere ogni tipo di tensione. L'assassino chiacchierone, Dylan ultimamente cetriolo con i sensi dell'uomo ragno che capisce tutto da nonsisacosa, i papà che manco un bambino di cinque anni pronuncia così spesso. Lo abbiamo capito che hai marcato il territorio. Un po' di tregua?

Grazie rimatt!

una pessima annata
dopo l'ultima straziante trilogia, ci voleva questo albo del grande bilotta, nelle cui mani si auspica possa presto passare il timone
la storia non è certo chissà che (un pò banale la strega) e non mancano le solite cose calate dall'alto che ti tengono sempre sul chi vive
la gag con bloch al raduno dei sommelier, potenzialmente buona rovinata dai "papà", l'irruzione di rania e carpenter, il controfinale con john ghost?
però mi sono piaciute diverse altre cose, l'esuberanza di casalanguida, di cui ricordo ancora il gioiello "il generale inquisitore", e che trova sponda in bilotta, o viceversa
la struttura a flashback, i bordi neri di piccattiana memoria, l'inizio quasi rivolto al lettore, la scenografia, la maschera, il nudo integrale, il sesso, il lirismo
abbastanza inedito l'argomento vini per dylan dog, ci potrebbe anche essere un parallelo canzonatorio tra sommelier e recensori troppo esigenti
anche dylan mi pare un pò più centrato rispetto alle ultime strazianti mesate, vedi gli ironici botta e risposta con il killer, la tradizionale morìa delle "dylan girls"
un dylan dog modernizzato nelle mani di chi ci sa fare, un albo di media qualità che dovrebbe costituire una base di partenza
finalmente niente heavy metal tra i consigli musicali, buon segno
ottima la copertina

voto 7

Intervengo dopo Kramer e sono fortunato, perché posso limitarmi a quotarlo in tutto e per tutto.

Ho gradito la storia allo stesso modo in cui l'ha gradita lui e ho individuato gli stessi difetti (perché Dylan chiami Bloch papà non mi è chiaro, ma per favore, nessuno me lo spieghi! Evidentemente si tratta di uno strano errore, ma passerò oltre ), per cui non aggiungo altro.

Certo è che ho letto l'albo con piacere e divertendomi, e avrei gradito ancora di più se non fossero comparsi Carpenter e Rania e e se tutto avesse fatto parte del vecchio corso. Ma non si può avere tutto dalla vita, e per il momento mi accontento di quest'occasionale incontro con il good old boy. Che replicherò anche il mese prossimo con Ambrosini.

Prendo spunto da un'interessante considerazione di Kramer, e cito
"ci potrebbe anche essere un parallelo canzonatorio tra sommelier e recensori troppo esigenti"
giusto per spendere due parole.

Spero che la cosa non sia voluta, davvero: essere "esigenti", per chi legge, è il minimo.
Non accontentarsi di roba buttata giù alla bell'e meglio solo perché chi scrive deve rispettare certe scadenze.
Ed è chiaro che, se il prodotto è mediocre o brutto, e ci sono spazi per esprimere la propria opinione, è sacrosanto farlo.
Certo, ci sono frange (frangette) di lettori disposti ad osannare ogni genere di roba, anche la più intollerabile (vengono in mente certe reazioni di giubilo quando uscì il famigerato 399), ma uno spirito mediamente critico non potrà mai accontentarsi della mediocrità, o peggio, di certi prodotti brutti e pretestuosi che vengono spacciati per tasselli di un qualche cambiamento inesistente.
Mi auguro quindi che i "sommelier" spaccamaroni non vengano mai a mancare.

Tutto qua.

Grandissimo Nima. Aggiungo solo che continuano a vedersi segnali di dissenso frequenti anche in luoghi prima caratterizzati da pensiero unico, ad esempio l'Horror Post, complice il fatto che ormai è da tempo che il curatore lì non si fa più vivo, nemmeno se evocato!

A proposito di critiche, ve ne riporto una di Recchioni stesso, riguardante la miniserie "The stand", dal romanzo di King: "[la serie, rispetto al romanzo, n.d.K.C.] cambia tutta una serie di cose marginali, che non sarebbe un problema se non fosse che le cambia male". Mi domando se abbia colto il paradosso in quello che ha scritto.

Io non credo. Più probabile che si faccia il verso alle mille trasmissioni televisive culinarie. Poi se anche fosse non ci troverei nulla di male, francamente.

Ma vanno bene o no i sommelier spaccamaroni?

L'osservazione del RRobe in sé è sensata, fermo restando che non ho visto la serie. Poi non sarebbe la prima volta che i fumettisti (o i registi, o gli scrittori...) predicano bene e razzolano male, ma si sa che giudicare il lavoro altrui è sempre più difficile che giudicare il proprio.

Certo che vanno bene, Rimatt! Non ho citato quella frase per mettere in dubbio la capacità di giudizio critico di Recchioni (anche se rarissimamente sono d'accordo con le sue recensioni) e il riferimento alla serie era solo accessorio per contestualizzare la frase (non l'ho vista e non ne ho alcuna intenzione) . Volevo appunto rimarcare come (e non è la prima volta) Recchioni riconosca in altri come difetti cose che lui fa puntualmente, e mi chiedevo non se fosse una cosa giusta o sbagliata (sumus carnibus in fondo!), ma solo se fosse consapevole dell'ironia tragica della cosa.

mi associo ai commenti positivi di questo albo, certo non siamo ai livelli del Bilotta del pianeta dei morti (unica vera serie erede del lavoro di Sclavi), ma parliamo comunque di un albo godibile, che scorre molto molto bene tra presente, passato e flashback e con una storia che parte da uno spunto sicuramente originale per un fumetto (il vino) per andare su territori già esplorati (la maledizione della strega, il terreno maledetto per colpa dei morti ivi seppelliti,...) ma raccontati da chi sa tenere bene il ritmo. Ottimi i disegni per un albo nel complesso promosso.

Grazie mille @Keanu, come spesso accade abbiamo una certa convergenza di vedute
Riguardo all'Horror Post... penso sia fisiologico che prima o poi anche molti "Yes Men" avrebbero iniziato ad aggrottare qualche sopracciglio e a fare no con la testolina (e, se anche in quella sede manca il consenso completo, al curatore penso passi la voglia di presenziare)



Non credo neanche io rimatt, ma nonostante ciò ho trovato doveroso spendere un paio di parole per quella piccola precisazione: insomma, non c'è nulla di male nell'essere esigenti E tale esigenza/puntigliosità dovrebbe essere ben accolta, perché dimostra che nonostante i tempi esiste ancora un pubblico attento e ricettivo, che vorrebbe solo il meglio.
Comunque, esattamente come te, penso sia più probabile che si faccia il verso alle varie trasmissioni del genere

Non credo proprio. Guarda l'orologio al polso del bambino-figlio di terrone (pp. 46-47).
La solita storia della "maledizione" agricola che continua di generazione in generazione.
Con buona pace del catasto o dei condoni.