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Dies Ilaræ Eccone nantro che straparla rosicando da tempo immemore perché non sapendo comprendere quanto scritto da altri rilancia a casaccio su discorsi fuori luogo, o riesuma argomentazioni passate (come sull'innocentismo dei bambini di quel vecchio albo della Baraldi) buttandola sulla "supercazzola" perché non ha altro pelo pelvico a cui appigliarsi
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Non dovrei commentare nulla delle bojate che scrivi, soprattutto visto il finale paonazzo
dove sostieni che la Baraldi porti avanti e sponsorizzi una visione "patriarcale" (ma "non maschilista, eh") perché ti copri di ridicolo da solo, e pure
Rimatt te l'ha fatto notare
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Però prima di mettermi in bocca cose che non ho detto per il gusto di buttarla in caciara di straforo nella posa dello sciarpato oltranzista di turno, ci tengo solo specificare che
io non ho mai sostenuto che i fautori/gestori del patriarcato siano degli stinchi di santo o dei benefattori disinteressati.
Ammesso che tu sappia cosa sia una società culturalmente impostata sulla struttura patriarcale - nel loro lapalissiano succedersi nei secoli e continenti vari, fino ad estinguersi in molti contesti - io ho solo specificato che chi ha ancora interesse nell'imporre subdolamente quel tipo di status quo, a parte i paesi dal regime semi-tribale collegato al fondamentalismo religioso,
tende ormai a disinteressarsi delle imposizioni etiche sul corpo femminile,
perché ha altre priorità per arrivare al proprio fine prevaricatore. Non certo criminalizzare una minigonna, istituzionalizzare il revenge porn, o pretendere che una badante preveda una palpeggiata nel tariffario.
Diverso è il discorso per le menti piegate al maschilismo (latente o dichiarato, comunque pervasivo), che invece hanno bisogno fisiologico di ricondursi a certe forme di sopraffazione e pregiudizio contro l'altro sesso che partono proprio dalla corporeità femminile da controllare e discriminare, spesso usando una doppia morale piuttosto becera. Ma non ho intenzione di approfondire questo genere di OT perché non ne vale la pena, dato che sembri vivere dei luoghi-peggio-che-comuni imposti dalle recenti ondate trendy di sociologi improvvisati a reti unificate, a digiuno del benché minimo retroterra antropologico e psicologico, ma ansiosi di applicare binarismi sessisti ovunque - essendo loro di fatto sessisti fino all'ultima molecola del midollo, assuefatti da preconcetti di
gender condizionanti a tappeto, non riuscendo a considerare la "persona" nel suo intero ontologico scevra dai genitali di cui è dotata
Tornando all'albo, vivendo tu nell'ansia di applicare una ridda di schematismi imposti dal nozionismo dei manualetti di cinematografia in autogrill, non hai compreso che la Baraldi non impone in questa storia
nessun contrappasso metaforico di condanna per le sue vittime che sia strettamente correlato
alla gestione del proprio corpo untantoarkilo, come da presunto filmetto slasher dal pedigree conformato.
Semplicemente le mette a nudo, una nelle sue fragilità diffuse (anche alla lettera), e cioè Sarah... e l'altra si denuda da sé per il mestiere da arrotondamento paghetta che ha scelto sul web, ossia Karleen. Risultano "sconfitte" alla fine (nel senso di vittime che ci rimettono la pellaccia)
NON PER PUNIRE IL MODO IN CUI GESTISCONO LA PROPRIA SESSUALITA', ma per come confondono sé stesse/fanno confondere altri sul lato affettivo, che tra adulti è normale passi anche dalle lenzuola... ma nel loro caso trapassa anche alcuni su "device" più recenti (v. OnlyFans o le chat d'appuntamenti). Senza contare che muoiono entrambe più che abbigliate.
Sarah alla fine difetta di stabilità sentimentale nella ricerca continua di nuovi partner (e di quello che desidera nei partner) su quelle piattaforme di rimorchio, preferendo naufragare stordita in una distorsione della ninfomania coadiuvata da sensi di colpa più che banali ma non per questo meno incarnati.
Karleen poi illude un idiota talmente fesso ed estraneo ai rapporti umani, nonché a digiuno di amorevolezza, che avrebbe potuto intortarlo con qualche moina di (finta) comprensione empatica e intima confidenza anche perfettamente vestita con una corazza medievale.
Secondo i tuoi corollari manichei invece se la Baraldi dipinge una donna fragile, a sua deterrenza
lingerie-less, lo fa a favore del patriarcato castigatore lanciato come "
messaggio"?
Sono proprio i lettori come te quelli che moralizzano (a favore di qualche campagna di posa? urka
) abusivamente di dietrologie biasimevoli alcuni passaggi per arrivare ad esegesi da operetta... passaggi che l'autrice in realtà voleva disporre prevalentemente per caratterizzare soltanto l'animo ed i trascorsi dei suoi personaggi... e non di certo per la loro risultante marchiatura etica non richiesta da nessuno, tipo vacche griffate, se non da altri personaggi interni alla narrazione ancora più ottusi e balordi, quindi fuori da ogni refrain di esemplarità condivisibile od autorevole
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