Cravenroad7

dalle informazioni che sono girate, dopo la meteora si andrà avanti con pochi autori storici

In lui rivedo il tratto dall'immenso ATTILIO MICHELUZZI.

"Il sangue della terra" non si discosta dal ciclo della meteora, altrimenti non si spiegherebbe perché il magnate russo sia scappato sul satellite e non alle Bahamas.

Paola Barbato, dopo il flop precedente, sforna una buona storia, quasi chiaverottiana. Le scene di guerra contro i figli della strega sono divertenti, compresi i dialoghi a distanza tra Dylan e il miliardario.

Ottimo finale e la scena con Dylan, Bloch, Groucho e Jenkins che guardano il cielo mi ha ricordato troppo Le Particelle Elementari, anche se lì i quattro protagonisti fissavano il cielo da seduti.

Secondo me il livello della Barbato è sempre quello, non trovo grosse differenza tra una sceneggiatura e l'altra: le sue sono tutte storie abbastanza interessanti e abbastanza ben sceneggiate, ma di recente (intendendo gli ultimi 5/6 anni) non ne ho trovata nessuna di davvero memorabile. Ci si aggira sempre nei dintorni del 7, per me: neanche male, ma ci si potrebbe aspettare qualcosina in più, di tanto in tanto.

Barbato non è mai stata troppo a suo agio con il surreale che era una cifra di Sclavi (e quindi di Dylan): qui fa meglio di altre volte (anche se lo sviluppo "patto invalidato da uomo non più sulla terra" è una classica recrudescenza del modo raziocinante di gestire una storia dell'autrice). Il connubio ricco nello spazio/horror stregonesco è grottesco il giusto per incuriosirmi è rendermi la storia memorabile molto più che tante altre, tanto più che la parte horror gioca sporco il giusto eil controfinale "Cielo, mia moglie!" (letteralmente! ) è secondo me ottimo. In sostanza, una buonissima storia, forse soffre un pò di un inizio troppo tirato per le lunghe che toglie spazio al confronto con la strega nel finale. A livello di gusto personale, il miglior numero della meteora finora.

Storiella carina.. non eccezionale, ma forse la migliore del ciclo meteorico Barbatiano...perlomeno non naufraga in voli pindarici morali fatti male come sull'ultimo numero della caduta degli (zebe)dei..imbarazzante. Si procede avanti tra citazioni al Deathstroke della dc (cacciatore di demoni) e il ricco miliardario preso paro paro dall'orrido film catastrofico (non a caso) di roland emmerich, 2012. Comunque sarebbe stato meglio fosse finita, con meno pagine, su di un color o cose simili..forse le 90 e passa pagine della regolare non servivano. troppo per troppo poco. Simpatico il finale che ricorda gusti e pose di altri tempi lontani di dyd. disegni sia per copertina che interni promossi..mi gusta assai lo stile del dell'edera altalenante tra micheluzzi, crepax, e scuola argentina ..direi che proprio grazie ai disegni che innalzo al sei e mezzo l'albo. Continuity fatta un po con il c...o. Bloch amore che vieni amore che vai da wickedford... boh!
p.s. lode alla scomparsa, per la seconda volta consecutiva , dei due impiastri cartonati Rania e Carpenter..ahhhh che goduria non averli tra le p..., non è cosa da poco.

Mi sa che John Ghost dovrà aggiornarsi...

Non ho avuto finora il tempo per commentare l'albo nel dettaglio - magari tra qualche giorno ce provo - ma in linea di massima posso dire che non mi è piaciuto granché. Molto più denso e complesso il precedente, che preferisco di gran lunga.

La Barbato non è fatta per i toni trash e grotteschi, e infatti qui canna gran parte di quello spirito, perché lo mescola col melodrammonismo interfamiliare con diverse sfasature indigeste, come le insopportabili sparate deontologiche di Dylan sul cosa fare e perché/-chi. Pensavo tornasse alla fiabe slave tipo Baba Yaga, come atmosfera "maggica/arcana", ma le prime 30 pagine mi avevano ingannato .

Alla fine si tratta della solita missione di Dylan che deve spezzare una specie di incantesimo/vincolo, in base a delle regole interne di stampo sovrannaturale, per uscire da una situazione in cui si è incastrato: cosa stravista per mano di Paola, già innumerevoli volte (v. Il Settimo Girone o Gli abbandonati). Cisterne di sangue a profusione per proteggersi... e altre menate di contorno, ma la storia in sé latita parecchio, e solo i dialoghi vivaci o la figura tamarra del miliardario (mio omofono) dallo spazio riescono a tener insieme la baracca.

Non entro nel discorso continuity, ma rimangiarsi quanto rappresentato nel Magazine nel giro di un pajo di settimane, con Bloch che qui invece ritorna a Wickedford, dà un'idea neanche tanto vaga di quanto sia scalcagnato il progetto in sé e di come ogni autore se ne a vada per conto proprio... o della propria storia. A proposito:


Perché sapeva dei poteri della moglie sul globo terrestre (v. titolo), legati ai patti "terreni", e per sicurezza meglio tagliare la corda in orbita. In teoria nessun luogo sul suolo terrestre era protetto (v. Dylan in arrampicata sul palo per scansare i demonietti figli). Questo per dire che con due aggiustamenti al volo/in corsa, una storia ideata in origine NON per la meteora possa essere riconfezionata successivamente in questi termini, giustificando la fuga del magnate per cose collegate al corpo celeste e non alla moglie, che invece è il fulcro della trama e dei suoi meccanismi/motivazioni.

[...]

Cavenago occultato da se stesso per la scelta dei colori; buoni i disegni di Dell'Edera, ma non credo sia il genere di storia adatto al suo tratto, e dovrebbe imparare a distinguere Bloch da Jenkins per come vengono presentati.
Voto 5 1/2, ritoccato al rialzo per l'assenza di Carpenter e Rania, che sarà sempre cosa apprezzata .

ALOHA DOESN'T CALL BACK

Leggendo tutti voi direi che il sospetto che siano storie adattate alla meteora, sia più che probabile.

penso di essere l'unico ma ritengo che (seppure sia stato un riadattamento a posteriori) l'approccio blando e rilassato alla continuity (errore di certo definirla stretta, ma forse lo sarà in conclusione) sia riuscito a non snaturare l'anima editoriale della testata creando al contempo (almeno in me) una notevole aspettativa, cosa che non succedeva da anni.
Detto ciò, quest'ultimo episodio mi ha coinvolto per l'intera esecuzione, vuoi per uno scripting agile e curioso (conversazioni in orbita, spremute di sangue, finale anni '80) e vuoi per il fatto che comincio ad adorare il tratto di Dell'Edera, lo ritengo insieme al precedente barbatiano un convincente nuovo tassello verso il 400.
menzione d'onore spetta alla disturbante sequenza della
voto un bel 9--

Letto in ritardo, come ormai mi capita sempre più spesso con Dylan negli ultimi tempi.
Storiella semplice, rispetto ai tipici contorsionismi barbatiani, che si lascia leggere con un certo piacere.
I disegni però non mi piacciono proprio. Forse non avrò la sensibilità artistica necessaria a comprendere le alte vette espressive toccate da Dell'edera, ma a me sembrano solo dei brutti disegni a malapena abbozzati. Roba da graphic novel per intenditori ma non da fumetto popolare, sebbene di qualità.
indeciso tra mediocre e sufficiente come voto totale, causa disegni.

L'albo in se,non è affatto male.Niente di eclatante,ma carino,scritto bene...buon ritmo,forse solo troppo lunga la premessa iniziale.Ma aiuta nel caratterizzare i personaggi.La vicenda scorre bene e trova una sua dimensione,muovendosi con agilità in una trama che cambia "genere" e prospettive con una certa disinvoltura.Forse a una prima lettura,c'è un senso di disorientamento...probabilmente dovuto pure al fatto che,si...da quello che sappiamo anche questo "Il sangue della terra" appartiene al ciclo della meteora,alla continuity...ma siamo sempre la.Basta soltanto un accenno,una traccia,un personaggio per parlare di continuity?...perchè come filler funziona pure,e la storia c'è,a modo suo.Ma se la devo incastrare in un discorso sulla lunga distanza,mah...non so.
Continua a non convincermi.Ma staremo a vedere.
Pure io non ho amato i disegni.

si lascia leggere. disegni molto discontinui.

Tanti punti di forza e una ottima atmosfera mi hanno spinto a votare tra 7 e 8. Inutile girarci attorno, quando in Dylan fanno capolino angoscia, dubbio e paura la qualità ed il coinvolgimento nel lettore aumentano in modo esponenziale. I disegni li ho amati tantissimo, sono molto funzionali alla storia. Poi ci sono alcuni piccoli momenti significativi, soprattutto nelle pagine finali che mi hanno fatto tornare alle vignette un paio di volte ad ammirarle (tutti e 4 alla fine..) Sono tocchi di classe di sceneggiatura. I dialoghi sono stati finalmente essenziali. Non so perché ma questa atmosfera mi ricorda molto IL PICCO DELLA STREGA, albo certamente non memorabile, ma che sapeva il fatto suo.
In questo albo la meteora ha una importante collocazione e mi sto davvero emozionando a sapere come e quanto le cose potranno degenerare.
Perché, cavolo, qui degenereranno eccome!
Si possono fare mille critiche, ma questa storyline ha il grande merito di farti aspettare l'albo successivo con eccitazione sempre crescente. Quando mai è accaduta una cosa del genere con i soliti episodi?

Ieri ho ripreso quest'albo che era rimasto nella mia auto e l'ho riletto causa lunga attesa, cercando magari qualcosa che mi fosse sfuggito nella prima non esaltante lettura . Purtroppo confermo la prima sensazione, ovvero la storia in se è molto esile dal punto di vista narrativo, il plot è quello semplice semplice della favoletta horror con qualche spunto preso dalla realtà e dalla cinematografia. La stessa storia scritta da Sclavi avrebbe probabilmente preso direzioni surreali non previste e sconvolto ogni schema, lasciandomi come sempre confuso e felice. La Barbato non ne calca la orme e pur non essendo certo l'ultima arrivata, a questo giro mi è sembrata piuttosto scolastica nella sua linearità e l'evento scatenante di fondo mi è sembrato troppo debole anche per una favola. Sarà che in un contesto che vede l'incombere della meteora e dei suoi sconvolgimenti mi sarei aspettato una storia meno apertamente sovrannaturale. Paradossalmente, nonostante la suspension of disbelief sia sempre stata una prerogativa necessaria per poter leggere Dylan Dog (inoltre di storie paranormali e di streghe ne ha affrontate parecchio il nostro old boy) , in questo particolare momento "storico" del personaggio, la necessità "primaria" e pratica di affrontare l'astro che si avvicina (ed i suoi nefandi effetti sulgli esseri umani, l'organizzazione della società moderna) ha reso l'atmosfera della storia complessiva poco credibile dall'inizio alla fine, anzi ogni tassello svelato nell'incedere della lettura me la rendeva ancora meno credibile. Detto terra terra, non capisco cosa c'azzeccasse la storia di una strega. Forse fuori dal ciclo della meteora l'avrei gradita di più, perchè in fondo non sarà nulla di particolare ma non è neanche una brutta storia, con qualche simbologia interessante, ma qui l'ho travata sgradevolmente fuori dal contesto di "che regni il caos". Probabilmente sarà una mia pecca di lettore, ma ho votato mediocre. Buona la prova del mio conterraneo Dell'Edera, il suo tratto era adatto ai toni cupi della storia, anche se qualche volto non mi ha entusiasmato. Mi ha convinto maggiormente in "Le voci dell'acqua", ma è un bravissimo artista .

Alimentare, Watson

Per nulla entusiasmante e manco dell'Edera salverei troppo a questo giro.