Cravenroad7

Mi è quasi venuta voglia di farlo, questo esperimento: rileggere vecchi classiconi e vedere se anche lì c'è da mettersi le mani nei capelli! Si accettano proposte!
Io comunque in tempi recenti ho riletto un po' di storie della golden age e non solo, e non mi hanno dato l'impressione di essere piene di papocchi. In alcuni casi si nota che un dettaglio è stato fatto da un altro disegnatore, in alcuni casi ci sono delle sviste, le colluttazioni farlocche e le morti scimunite sono un marchio di fabbrica da quando Dylan esiste... Quando ho riletto di recente un paccone di storie vecchie, a parte la scimunitaggine di certe trame, non mi è parso di vedere questa quantità di svarioni, refusi, non sequitur che vedo da due anni a questa parte. Sicuramente ci saranno state cose di cui lamentarmi anche allora, ma il problema è che io adesso ho 40 anni, e non voglio essere preso scientificamente per i fondelli.

Recchioni scrive nell'edittoriale che "questa storia saprà sorprenderci"... Bisogna avere la faccia come il sedere per dire cose del genere.

la differenza tra le storie vecchie e le nuove è che le nuove hanno svarioni logici , mentre le vecchie le cose assurde erano volute e si capiva. poi magari ci sono anche nelle vecchie errori di disegni che capita a tutti , ma errori di trama erano assolutamente di meno.
io ti consiglierei di leggere “luomo che visse due volte” per vedere se la trama regge ancora , sono curioso anch’io.

Secondo me su numeri d'epoca come il #67 (senza entrare troppo in quelli più "gialli" tipo il #42 o il #38) non ci sono i vergognosi buchi di logica a ripetizione come quelli che ci vengono propinati da 3/4 anni a questa parte. Testimoni della noncuranza del curatore, il basso livello dei collaboratori/autori, le sceneggiature raffazzonate last minute, ed il mancato rispetto per il lettore mediamente scafato ultra30enne, ritenuto una specie di bancomat boccalone da turlupinare in assoluta strafottenza.

In passato ci sono stati errori (eccome) ma per lo più si trattava di banali sviste sul lettering o altre piccole cose d'impostazione di alcune vignette. Non di certo una serie di cattsate buttate in aria per far coincidere senza basi i movimenti/motivazioni dei personaggi per 94pp iper-scalcagnate .

Non l'ho trovata poi così male. Qualche magagna c'è, per carità, ma la lettura scorre e i disegni sono piacevoli. Puro intrattenimento e per me va bene così. Certo che se mi mettessi anch'io a leggere e ad annotare in maniera maniacale ogni pagina e ogni vignetta per trovare peli nell'uovo, troverei intere pellicce, ma a quel punto significherebbe che avrei perso il piacere della lettura di Dylan e che senso avrebbe continuare a farlo? Sono un lettore che si limita all'impressione, bella o brutta che sia, che la storia mi trasmette, perdonatemi.
votato sufficiente, ma per me è un 6 1\2

storiella che si merita poche parole e che verrà dimenticata in fretta... poca poca roba

Per quanto mi riguarda non è questo il punto. La fase della lettura minuziosa a caccia di errori è una fase SUCCESSIVA. Leggo l'albo una prima volta e vedo che cosa mi trasmette. A volte nonostante i difetti macroscopici rimane comunque una buona impressione. A volte, già dalla prima lettura si capisce che l'albo non mi comunicherà niente di che. A volte già da subito spuntano magagne tali da far cadere le braccia. Questa prima impressione, buona o cattiva che sia, di solito poi rimane inalterata anche dopo che passo l'albo al setaccio.
La ricerca di peli nell'uovo ha un altro obiettivo, cioè mettere nero su bianco senza ombra di dubbio il PESSIMO lavoro editoriale che per ora c'è dietro a Dylan.

Sono due piani diversi: la qualità delle storie, che possono piacere oppure no, e su questo non ho mai messo bocca, e la qualità del lavoro editoriale che è OGGETTIVAMENTE senza dignità.
Il piacere (o il dispiacere) della lettura ce l'ho ancora, ma quando poi capisco che mi prendono scientificamente in giro, arriva il piacere della distruzione vignetta per vignetta!

Storie come "Vendetta in maschera", "Il momento blu" o " La vita e il suo contrario" per me rimangono valide NONOSTANTE le tristissime magagne che nascondono.

Storie come " La variabile" , "La morte in palio" e " La bestia delle brughiera", invece, erano state condannate a damnatio memoriae BEN PRIMA di passarle al pettine fitto.

Se andate a fare il raffronto con le vecchie storie, la differenza la faceva Decio Canzio, che faceva una cura editoriale di ogni singolo albo decisamente scrupolosa.

Comunque, su questo albo non sono così negativo come altri di voi. Se non altro la quasi unità di tempo-luogo-spazio lo rende una letteratura meno farraginosa di altre che ho fatto recentemente (una su tutte, la storia su Dylan nel villaggio sperduto coi mostri della brughiera, perdonatemi se ho dimenticato pure il titolo).

Certo, andare a scomodare Ketchum nell'editoriale è un po' grossa. Della lucida escalation di crudeltà di quel capolavoro di La ragazza della porta accanto, qui non c'è proprio nulla.

Finalmente una storia non verbosa in cui i personaggi non parlano solo perché lo sceneggiatore viene pagato e deve riempire i balloon il più possibile per far stare il lettore 45 minuti con l'albo in mano perché sennò si sente derubato.

Bonelli ha bisogno di più storie così, che si leggono in 10 minuti. Poi che non sia un capolavoro siamo d'accordo, ma per me la sufficienza la raggiunge ampiamente.

'sta roba nun se pò proprio leggere...

Albo insulso, Dylan irriconoscibile (egoista con Mara e ricattatore con Bloch? Spettacolo), disegni di un piattume che a Bruno Brindisi, onestamente, hanno solo da copiare le pose.

Critiche tutte giuste, i difetti e gli errori ci sono, però voto accettabile comunque.

mammamia...
questo albo è spazzatura
la stessa che riempie la casa dei 3 poveri derelitti
storie come questa mi fanno rivalutare totalmente "una affezionata clientela" e con questo, come diceva Peppino, ho detto tutto
di cose che non vanno ce ne sono davvero a bizzeffe
i dialoghi demenziali, la sceneggiatura poverissima alla san francesco d'assisi, situazioni imbarazzanti (il frullato, la vignetta di dylan che calpesta la spazzatura, la finestra...), bloch rincoglionito che dice CHE FAI IDIOTAAA ad un poliziotto colpevole di aver sparato ad una mezza matta con la pistola spianata contro di loro; eh si bloch l'idiota è proprio lui
anzi due idioti, con dylan che dice "ma era scarica" E CHI E' UN VEGGENTE? CHE DOVEVA FARE??
ma no, la polizia è brutta, ottusa e cattiva... the show must go on
ma forse il peggio del peggio (a parte il pippone pseudofemminista) è la morte di Mara, la cui dinamica non ha minimamente senso dato che mi pare: 1, come fa a prenderla visto che gli sparano e lei sembra lontana
2, è un colpo sul fianco verso il basso, di sicuro non mortale

voto 3 e sono buono

Ora non ho l'albo sotto mano, ma tecnicamente un poliziotto dovrebbe avere un giubbotto antiproiettile, se puntano la pistola al corpo in teoria non dovresti sparare subito. Poi credo che volesse porre l'accento più sulla fatalità che sugli errori della polizia, che comunque ci sono.

Ti garantisco invece che in Inghilterra e negli USA il modo migliore di farsi uccidere è puntare un'arma da fuoco a un poliziotto.
La roba che si vede nei film tipo "ehi non fare stronzate, abbassa quell'arma" è appunto finzione, roba da film; ti sparano appena la punti.
Caso diverso se l'aggressore avesse in mano un'arma bianca, in questa situazione si cerca di farlo desistere o al massimo usare il taser

Ragazzi, il poliziotto spara non perché è minacciato, ma perché è stupito del fatto che la ragazza prima ha in mano la Bodeo di Dylan, e all'improvviso le spunta in mano una Beretta! Colto di sorpresa, è partito il dito sul grilletto.
Incidenti che capitano.

Che esperienze hai avuto in Inghilterra per metterla sullo stesso piano degli USA?

https://worldpopulationreview.com/count ... by-country
UK 2019: 3 morti per mano della polizia
USA 2020: 946 morti per mano della polizia

Poi può darsi che i tre morti inglesi avessero tutti e tre puntato una pistola contro un poliziotto. In quel caso alzo le mani


Ma allora anche in Italia ho l'impressione che puntare una pistola contro una divisa non porti a nulla di buono. A volte non serve neanche puntarla!