Granger ha scritto:
Rrobe, consapevole che gli albi celebrativi sono spesso deludenti, lo dice lo stesso Stano nel fumetto, ha voluto fare un meta-schifo.
Come esito senz'altro sì. Ma quello è un riferimento finto auto-ironico (se non auto-assolutorio) sulla tradizione dei celebrativi, che in realtà è una stoccata per prender per i fondelli la frangia critica dei lettori
.
D'altronde tutto l'ambaradan delle meta-considerazioni indo(
e)ttrinate nel recente periodo sono dei sermoncini ad uso di espediente maniavanti perpararsierkulo, onde giustificare l'andazzo della serie a venire, l'avvento del recchionismo più spinto auto-affrancatosi da qualsiasi canone per asservirsi al citazionismo da tardo nerdone pop/hipster tendente al marveliota, professando al contempo il bisogno di sbarazzarsi del "
fardello" (detto ESPLICITAMENTE) del Dylan di Sclavi, inscenando a margine (banalmente) il rito liberatorio del parricidio, per cui gongola pure Tiz dietro le quinte.... non fosse bastato l'aver più volte fatto crepare Groucho, ed aver ribadito come un mantra che un "certo" Dylan è morto.
Ho già stradetto in passato come questo sia una comoda scappatoja/alibi per gli incapaci attuali
che non sono più in grado di scrivere Dylan genuinamente, né di trovare ulteriori risorse creative (anche come freschi talenti) per continuarne la vita editoriale, ritenuta un'ostica palla al piede da tutta le SBE, ma da cui non si può prescindere dati gli introiti fisiologici per la sopravvivenza delle altre testate di Via Buonarroti (tranne
Tex).
Una rassegnazione tra inetti boriosi spacciata per necessaria (e genialoide
) eutanasia a fin di bbbene per tutti, con tanto di resurrezione dal bozzolo in forma di farfallonate
ad libitum.
Tutto ciò è ancora più penosamente ridicolo se pensiamo al fatto che per ripartire con un ALTRO personaggio - quello barbuto delle ultime due pagine - si ricomincia dal recupero in remake delle prime storie di oltre 30 anni fa: la memoria tanto citata nel #400 che deve tornare a forza, ricombinando i pezzi in modo differente... anche quando si tratta di un figurante archetipico dello stesso Sclavi, poco prima sconfessato a suon di machete - Gnaghi, intendo. Un finto coraggio di cambiare che in realtà consiste solo nel delirio di onnipotenza di rigirare oggidì lo stesso film con la propria camera, dopo che si è stati per anni nella propria cameretta a mugugnare "
io l'avrei fatto così...."
[...]
Anche se con l'anno nuovo si possono formulare dei buoni propositi, non penso di tornare sui passi di quanto mi ero ripromesso post#398, e cioè di non recensire per il dissenso (affine al disgusto, in certi casi) i due numeri successivi. Aggiungo però solo qualche considerazione più generica visto che
Granger parlava di "meteora".
Questo #400 alla fine si può leggere tranquillamente senza conoscere a menadito le "imprescindibili" faccende della meteora. E' più legato a
Spazio Profondo e le varie
Mater... e questo di certo non costituisce un fattore di merito, perché sorbirsi oltre un anno di fregnacce per vedere la solita montagna (di rifiuti) partorire un sorcio che non ritrova la sorca (
i.e. il senso della sua vita, editoriale compresa) è davvero cosa sconfortante
Basti vedere l'eminente funzionalità - per non parlare dello spessore - di Carpenter e Rania coi loro profili risolti da un avvinghiamento adultero in attesa di imbracciare due mitra. Ma di questo se n'è già parlato abbastanza, quindi mi soffermo un attimo sul nulla cosmico che circonda altre cose collegate alla faccenda della meteora, di cui il Sommo ancora si vanta durante le sue sparate pubbliche per come ha chiuso tutte le sottotrame nate dai vari indizi sparpagliati nei numeri precedenti.
Tanto per dire: del Dio Sumero, ancora bello che pimpante, che gliel'aveva promessa a Dylan nel
Primordio, nessuna traccia. La Morte inerme e nel panico rispetto all'azzeramento del Tempo made in
Ambrosini, all'inizio del #399 si auto-contraddice a manetta dicendo che d'ora in avanti dominerà solo Lei.
Parlando di Elisabeth(-s, x2), della finto-gelida assistente di Ghost non si sa nulla, come retroterra, per quanto potesse essere un personaggio interessante - magari un cyborg dei servizi(etti) segretissimi sessualmente attivo/passiva
L'altra Elisabetta, quella di corona munita sopra i tentacoli, ci rimbalza per tutti gli albi nel siparietto collante con Ghost come una chiave di volta per ogni cosa, decidendo di non scappare con gli (altri) Antichi... ma alla fine si sorvola allegramente sulla sua sorte, come fosse una Savoja qualsiasi.
E mi fermo qui perché se continuassi su questo andazzo, presterei più attenzione alle cose di quanta ne abbiano prestata gli stessi autori, e questo la dice lunga sulla qualità del prodotto finale e della cialtronaggine dietro l'intero progggggetto.
Ma davanti a chi non ci sente da entrambe le orecchie per i troppi botti termonucleari che si è sparato al suo festino radical-choc(co) c'è poco da fare...
ALOHA HAPPY NEW BIG-EARS