Considerazioni finali/appendice a quanto scritto in precedenza:
Arriviamo così al dunque (e pazienza per il doppio post consecutivo, ma allegare questo al precedente sarebbe suonato come una forzatura).
Dopo tante parole spese, alcune considerabili "sarcastiche", qualcuno potrebbe aspettarsi una stroncatura netta. Non è così. Oddio, non si arriva alla sufficienza, ma a conti fatti questo per me è l'albo migliore del sestetto. E lo dico andando nettamente controcorrente, dato che i più si sono espressi elogiando quell'Anna Per Sempre che a me, personalmente, non è piaciuto. Un albo insipido, in cui si fa ricorso ad un vezzo "autoriale" inutile (le trenta/trentuno pagine mute) per coprire lacune di sceneggiatura. Un albo, come ripetuto sino allo sfinimento, basato unicamente sui deliri alcolici di un relitto umano, che non capisco se debba suscitare empatia o pietà. Un albo già poco avvincente prima che si comprenda che quanto accade è un sogno (abbiamo lo sviluppo di un rapporto di coppia, lo sfasciarsi del suddetto rapporto, qualche visione etc), figuriamoci dopo, alla scoperta che tutto ciò che abbiamo visto, di cui siamo stati testimoni era il sogno di un beone. In questo ultralodato albo non vi è nulla che ci possa ricondurre ad un buon fumetto horror, ben scritto, avvincente. Con certi orrori mentali si vorrebbe strizzare forse l'occhio a Poe e portare il fumetto sul piano di un horror più sottile, psicologico... parere mio: missione fallita. Nel caso del numero di questo mese si ritorna ad un horror vero e proprio: nell'incipit di partenza si presuppone la solita caccia al serial killer, ma l'entrata nel manicomio coincide con la messa in campo di elementi mostruosi, disturbanti. Come sottolineato altrove, il Rrobe si ricorda finalmente che sta scrivendo un fumetto horror, e non qualche specie di giallo, o uno dei suoi post su Facebook. E pur non arrivando a centrare il proprio obiettivo (trama risicatissima, scontro tra Dylan e i vari personaggi che sembra un videogioco o la parte dei Cavalieri Dello Zodiaco quando i nostri devono affrontare uno alla volta i Cavalieri d'Oro per arrivare ad Arles) almeno tenta di regalare al lettore 94 pagine horror. E già è consolante. Riavere una trama, dopo parecchio tempo (escludendo il remake del 401/402 dato che praticamente lo ha scritto Sclavi e il Nostro ha solo apportato qualche modifica) incentrata su un canovaccio horror, e che magari tenta anche di essere disturbante, è già tanto. Al resto ci pensa Roi, che come specificato in precedenza, compie un lavoro magistrale riuscendo a donare un'aura sinistra al manicomio e ai suoi abitanti. Forse si dirà che c'è stato un altro Roi, perfetto sotto tutti i punti di vista (magari quello de L'Ultimo Uomo Sulla Terra), ma qui non credo assolutamente ci si possa lamentare. Quindi, pur confermando che non si arriva alla sufficienza piena (ad esser buoni magari la sfiora), posso ribadire che per il sottoscritto, come punto di partenza (ora che si è compreso che questa è una testata horror: meglio tardi che mai) può andare. É una specie di videogioco, ok. É ispirato a certi fumetti americani, ok. Ha una trama ridotta all'osso e l'osso è tarlato da continue citazioni, ok. Ma si ritorna all'horror e alla ricerca di qualche atmosfera.
Era ora, dopo Jessica Fletcher, i beoni e le autostoppiste, i Nightstalkers, l'action stile Savage Dragon, Lobo, le avventure in barca...
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