Cravenroad7

Uno spietato killer terrorizza Londra, non spietato come alcuni fumettisti italiani certo…



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Per rendere il topic più consultabile da chi volesse avere pareri in anteprima, tutti i commenti relativi all'attesa dell'albo, fatti prima di avere comprato e letto l'albo, andranno spostati nei topic dell'area ANTICIPAZIONI in modo che, almeno le prime pagine, siano una serie abbastanza pulita di commenti.

Se qualcuno continua qua non è grave, ma sappia che dopo qualche tempo i suoi post saranno spostati senza preavviso.

Inoltre si ricorda a tutti di segnalare gli SPOILER, ove presenti.

strano non sia ancora entrato in azione il maniaco delle insufficienze anticipate...forse perche a quanto mi dicono in italy l'albo latita in molte edicole?!?

Mi è piaciuto davvero tanto questo albo e così ho votato ottimo ( devo dire che il precedente "Perderai la testa" è per me il peggior albo di questa gestione).
Mi ha preso dall'inizio alla fine.
E' proprio il Dylan classico ma moderno come mi sono sempre immaginato potesse/dovesse essere in questa ormai non così tanto nuova gestione. (che periodo sgrammaticato che devo aver fatto!!!)
E così appena chiuso l'albo mi è venuto un pensiero sorprendente: mi dispiacerebbe se il ciclo della meteora distruggesse lo status quo. Mi spiego meglio. In questo albo c'è l'indagine di Dylan e quella della polizia (Rania e Carpenter) che corrono su due binari paralleli e poi si incontrano alla fine. E' una sceneggiatura perfettamente in time, un dispositivo a orologeria che dà un tempo perfetto alla storia. Insomma, secondo me ci sarebbe ancora da scrivere molte belle storie con il "nuovo" Dylan e non vorrei che la meteora portasse a un Dylan "nuovissimo" e si perdesse l'occasione di sfruttare fino in fondo questo status quo.
Ah, i disegni. Disturbanti, bellissimi...roba che non si vede spesso su un fumetto seriale

ottima cosa allora...dopo aver scientificamente saltato l'insulso albo del mese scorso, questo qui me lo devo far spedire assolutamente...non fosse altro che per i magistrali tratti immaginifici e autoriali del mio idolo dall'agnol.
per quanto riguarda lo status quo, io invece farei pian piano tornare tutto al caro vecchio dylan...se esiste ancora...
p.s. carpenter e rania devono morire malamente!

Anche a me non ha fatto impazzire come la maggior parte degli autori ha gestito Rania-Carpenter, però devo dire che durante la lettura di questo albo (cerco di non spoilerare niente) mentre Dylan indaga e lo stesso fanno gli altri due, avvertivo la giusta tensione in termini di "cosa accadrà?". E al di là della tecnologia (importante per lo svolgimento dell'indagine) e la presenza dei due di prima, io ho avvertito la personalità del Dylan più classico. Sui disegni aggiungo che vi è un primo piano di una suora (una vecchia suoraccia, per la precisione), a 2/3 di pagina, da urlo (in tutti i sensi)...

Albo sufficiente, non oltre il 6

SPOILER
Mi ha colpita in modo molto angoscioso il modus operandi del serial killer, una roba raccapricciante, che angoscia nel profondo.
Quella piantina conficcata nell'encefalo mi ha ricordato, con raccapriccio, alcune scene de Il silenzio degli innocenti, uno dei seguiti che non ho voluto vedere, perché sbirciarlo qua e là mi faceva già star male fisicamente.
La storia però, anche se molto lineare come piace a me, sembra mancare di qualche approfondimento, che poteva sostituire la parte investigativa affidata a Rania e Carpenter.
Quest'ultima, abbastanza inutile ai fini dello svolgimento, ha occupato molto "spazio", che sarebbe invece servito a farci capire qualcosa di più sul "presentimento" della madre.
Perché Colin è così malvagio, al punto da essere considerato il figlio del demonio? (del male, dell'oscuro, insomma un essere votato al male?). Dylan accetta il caso per un'indagine parallela, chiamiamola così, non fidandosi dell'intuizione della cliente. Lo fa, ovviamente, dopo averla trattata con la sufficienza che si dedica ai mongoli, coloro che hanno la sventura di chiedere i suoi servigi. Perchè? Non si sa, deve trattarli male perché quello è il modo più semplice per dimostrare il suo scetticismo. Non va, non mi piace, l'ho più volte sottolineato. La breve apparizione di Groucho, serve solo per beccarsi del "parassita", la via più semplice per archiviare la pratica "scenetta con l'assistente inutile e molesto". Non va, non mi piace, come sopra. Sul finale abbiamo un colpo di scena, forse inaspettato, un po' troncato e veloce. In fondo nessuno ha spiegato il perché di quei presentimenti, tranne la suora che si fa prendere da una crisi isterica, al solo ricordo di Colin.
Disegni che non mi piacciono, non rientrano nel mio stile preferito, che è dettagliato e pulito. Ma ad altri possono piacere, per cui sospendo il giudizio.

Ricorda tra gli altri MPD Psycho.
https://www.google.it/search?q=mpd+psyc ... iUs-hoc2TM:

Non lo avevo presente

Dico solo questo: dopo tanto tempo ho letto una storia di Dylan Dog.
Non riesco a crederci, perciò vado a rileggrrmela.
Votato Ottimo.

Come cincischiare inutilmente per 85 pagine, per poi venire al punto.
Ma chi se lo sarebbe aspettato poi che la vecchia facesse qualcosa alla fine, visto che l'albo si chiama come lei

Seguono S P O I L E R (ed essendo un GIALLO...)

Voto accettabile e stavolta non grazie ai disegni (che pure mi sono piaciuti) come con l'albo precedente.
6 + alla storia che sa sì catturare l'interesse, ma mi è sembrata anche spesso tirata un po' per le lunghe. Sia nell'indagine di Dylan che in quella parallela della polizia. Però Marzano è bravo a rendere Carpenter (come aveva già fatto) e Rania due personaggi verosimili, da police procedural, invece che due pupazzi a molla che procedono a scatto a seconda di chi e come gli dà la carica.
Buono il personaggio dell'anziana Hyppolita, ispirato alla protagonista di Philomena di S. Frears.
Però il colpevole è troppo prevedibile fin dall'inizio. Speravo non fosse lui, troppo scontato e invece... Qualcosa di diverso, che mi lascia un po' perplesso, ma almeno rompe un finale che stava diventando banale, è invece la reazione della madre.
Mi è parsa un tantino esagerata la precisione con cui grazie ad un pc ed alla rete si risolve l'indagine, ma probabilissimo che sia io ad essere piuttosto antiquato su tali mezzi.

7 a Dall'Agnol, sempre un piacere vederlo, ma qui esagera decisamente coi primi piani, soprattutto di Dylan, che alla lunga mi hanno dato anch'essi un po' l'idea di riempitivo.

Anche a me è piaciuto, sebbene sconti, come già sottolineato da Alexander, la prevedibile identità del serial killer (comunque mitigata dal colpo di scena finale). Un'indagine "classica", alla vecchia maniera. Peccato che Dylan non abbia più un solo briciolo di ironia ed autoironia, aspetto su cui vorrei tanto si tornasse a lavorare da parte degli autori, anche se ormai dimenticato da anni.
Dall'Agnol sempre emozionante.
Più che accettabile.

L'albo ha parecchi problemi ma l'atmosfera è solida e ci sono due o tre sequenze notevoli, per cui ho votato ottimo anche io.
Primo problema: i disegni sono discontinui, a distanza di una pagina la faccia di Dylan è completamente diversa (pag 10 e 11, controllate) e anche la scelta delle inquadrature nelle scene non determinanti è casuale. Aleksandr prima notava la sovrabbondanza di primi piani, che è una variante dello stesso problema. Le fisionomia degli altri personaggi sono anche quelle sempre raffazzonate (Carpenter magro chi l'ha mai visto?)
Secondo problema. [SPOILER] Chi ha avuto l'idea malata di mettere il nome dell'assassino in grassetto alla terza tavola?
Terzo problema. Qualche tavola muta aiuta l'atmosfera. Tremila vignette mute e un punto di trama non sviluppato aiutano a sentirsi completamente spiazzati quando arriva la fine [SPOILER] se avessero usato un po' di dialoghi e l'inutile scena al cinema per definire meglio il trauma di hyppolita forse alla fine non saremmo arrivati così spiazzati. O teniamo la scena al cinema se poi Dylan se la vuole scopare; occasione in cui potrebbero emergere le turbe di lei.
Quarto problema. Le due scene meno riuscite fanno il verso alle serie americane, che seguono già per conto loro delle regie abbastanza banali. Per me è un problema serio, perché significa che ci stiamo assuefacendo ad un linguaggio artefatto che neanche ci appartiene sia da autori sia da pubblico.

Quindi in definitiva: belle le scene prese singolarmente, ma alla fine dietro una bellissima atmosfera della ciccia manca.

Ps: il grande fan di Dylan si chiama Stan. Chissà se ha un fratellino che lo ama anche più di lui.

Mi spiace andare contro la maggioranza, ma qui Dall'Agnol a mio vedere ha toppato .
Non c'è nulla di ardito, virtuoso o sperimentale.
Solo un tratto imborghesito nel geometrico, ripulito di massima, con inchiostri/contorni netti senza molto da dire o ispirare. Adesso non so quanto di questo sia (de)merito di Francesco Cattani che lo ha affiancato, ma Silvia Corbetta aveva fatto mooooolto meglio sul Maxi invernale (la storia era quella di Accatino intitolata Libri di Sangue)

Senza contare che è tutto ripetuto a manetta, a livello di inquadrature... come si si soffrisse di una certa dislessia per immagini. Sempre la solita Hyppoliya in primo piano frontale centrato. Non voglio esagerare, ma siamo oltre la trentina di vignette impostate sempre allo stesso modo. Qui le responsabilità vanno condivise con Marzano, credo, che soffre di paresi telecamerale... ma molto ce l'ha messo anche la svogliatezza evidente nell'impostare la dinamica delle inquadrature, da parte di chi disegna. Trasuda pigrizia riempitiva tirata via al risparmio da ogni goccia di china.

La trasferta in Irlanda poteva anche esser naufragata a Vimodrone, passando dall'Idroscalo, ma non si noterebbe la differenza, come setting: atmosfera zero. La scrivania di Dylan sembra un nuovo modello IKEA (p. 10.i). Pagina 43 è un mix di incomunicabilità tra chi disegna & chi scrive che si riflette sul lettore, in sei vignette messe lì di cui è difficile ricostruire il senso. A pag 49 i movimenti di Rania sono auto-clonati in due inquadrature spiccicate, riempiendo la pagina di (almeno) una vignetta superflua.
Salvo solo qualche sequenza coi tipi interrati dal cranio scoperchiato, la tizia sotto la pioggia che perde le chiavi (pp.40-41) e poco altro.
Tremendo Dylan (sempre in primo piano frontale e centrato, of course) che cambia fattezze nel giro di manco una pagina (p. 10.vi e 11.iii) in modo semi-farsesco: non mi sembra proprio un approccio professionale al prodotto finito

Detto questo la storia non è un granché, ma ne parlerò dopo: di certo anche i disegni contribuiscono a farle appioppare un bel 5 senza riserve. Rivalutare la Baraldi non è così difficile .

ALOHA REGINA DELLE AMAZZONI

Le cose che scrive Wolkoof sui disegni e la sceneggiatura sono vere, controllare per credere... però durante la lettura il flusso narrativo a me è arrivato pienamente e fortemente (e di fumetti ne ho letti a migliaia)... i misteri della nona arte!!!