Inutile, infantile ed inerte
.
In pieno stile
Simeoni insomma, da quando ha abbandonato le pretese di indagine socio-impegnata. Quindi meno irritante di certi suoi trascorsi, ma ciò non toglie che trattasi di ennesima puerilerrima storiella da
Piccoli Brividucci comodamente familiari (nel senso che sdoganabili sul divano+gazzosa in prima serata per Canale 5; Rete 4 sarebbe già troppo "scomoda"). Poche pretese, ma manco a provarci a scrivere qualcosa di significativo, qualche scena topica, no...eh...
Non diverte come (presunta) dark comedy, non suscita pathos quando vorrebbe - tramite le solite paturnie affettivore di Dylan corecore per i suoi conoscenti, ormai diventato un mantra inossidabile per gli autori più recenti - non porta a nulla nella sezione mystery giallognola... che più telefonata non si può. Si lascia leggere per togliersela davanti: una mogia sit-com prolungata da pagine e pagine di convenevoli e scambi ridondanti, per creare familiarità con cose che già sappiamo dalla prima vignetta.
Con meno sangue e meno battutine ipo-salaci avrebbe anche difficoltà ad esser pubblicata dalla
Disney, tanto è scadente l'interesse medio che suscita in un lettore oltre la seconda (media?).
A parte i disegni, salvo solo il dinamismo di Groucho nei dialoghi, e poco altro.
Voto 5 ½ S ✧ P ✧ O✧ I ✧ L ✧ E ✧ R La
copertina è forse la cosa che mi è piaciuta di meno, o poco ci manca.
Non tanto per la fattura dei Cestaros, quanto per esser PESANTEMENTE out of topic, come il titolo, con aggravanti!
Ancora una volta il
patetico manierismo citazionista della testata prende il sopravvento, ritorcendosi contro se stesso per la propria pretestuosaggine:
cosa stramenghia c'entra citare il titolo di un famoso film incardinato sulla violenza estrema, ambienti selvatici, ritmi rutilanti come mood con una storia dove il personaggio più deteriore è una (presunta) zietta casalinga che bofonchia armeggiando tra pentole e pavimenti da lucidare per tutto l'albo, alias Clarabella sovrappeso starring in
Arsenico e vecchi merletti?
E poi quanti '
venerdì' mancano agli autori di questa genialata per capire che la storia si svolge nell'arco di svariati giorni, ed il singolo venerdì di (MAQQUALE?????) di focus-paura non si riscontra da nessuna parte su nessun calendario degli eventi principali? Last but not least... la connotazione funebre/ospedaliera/magonistica del concept della copertina stessa, che c'azzecca pochissimo sia col titolo, sia col film, sia con lo spirito da dark comedy dell'albo... ma deve forzosamente ricongiungersi al nerdonismo da tardoni ultra40anni eletto dal Sommo Gegggno da Tor Fregnacciara,
qui riciclato in omaggio per l'occasio.
Un trittico di pernacchie da oggi che è ormai sabato, e spero di non aver paura per un weekend che si preannuncia tranquillo
.
Brindisi è uno dei miei 2-3 disegnatori preferiti e non si tocca: siamo di casa, e la qualità non si sfratta facilmente. Era da parecchio che non si vedeva da questa parti inedite, e tanto di guadagnato. Non vedo una particolare evoluzione nel suo tratto... tranne che nell'uso eccessivo dei retini, che dà un che di metallico e pixelato al tutto. Certe volte se ne trae vantaggio, nei dettagli a strati, certe volte no (specie nei primi piani/zigomi dei volti)...
Male la stampa di alcune pagine che non lo ajuta, slabbrando l'inchiostro come un toner in avaria (p. 96).
[...]
Sulla storia in sé non avrei molto da aggiungere. Come starter solito Maggiolone ko, solita magione fuori mano di provincia - stavolta in Cumbria, che confinando con la Scozia comporta comprimari parecchio scorbutici e tirchi, se non stronzamente avidi - e tanti riempitivi di convenevoli per introdurci la (finta) zietta di Groucho maiprimamenzionata, come se Dylan-Paperino fosse incappato in visita da qualche parente di Nonna Papera inventata per l'occasione.
Un (Grande) Classico, insomma.
La
co-protagonista non è divertente, né grottesca, né urticante come vorrebbe dipingerla Simeoni. Insopportabile sì, ma come personaggio delineato in maniera puerile e pedantescamente priva di spunti dal suo creatore, tra ciarle e moine. Inoltre imbocca ogni volta indizi sul suo malaffare e male-intenzioni di massima, dietro la parvenza da comare di ballatojo.
Già a p.17 - quando Dylan rompe la busta della spazzatura - in pratica
si capisce che sia lei la colpevole di tutte la 'mysteriossisime' dipartite accidentali dei vari mariti/partner/ospiti da cui ha scroccato benestanza, compreso il finto suicidio del (non più) povero Spottyside.
Quindi tenuta del giallo superba, brividoni e suspense, eh... tranne per Dylan ovviamente, che per arrivare a questa intricatissima conclusione ha bisogno di un'altra settantina di pagine, di portarsi la mignatta nera in casa ('vedova' sarebbe troppo... offensivo, per gli aracnidi), di metter a rischio la vita della Trelko, etc ... quando si dice "sono un ex poliziotto", un segugio cane come pochi a fiutare la pista... e senza pipparsela neanche!
La rete delle sua malefatte in trasferta a Londra è verosimile come un ipermercato in piena Soho (allora per quello prende l'auto di Dylan per la spesa? mai sentito parlare di consegna a domicilio? o forse la metro per incontrare il suo complice era troppo scomoda?
), ma se non altro tutto scorre in modo abbastanza innocuo, riempitivi inclusi per fare4cosette4 a casuccia. Evitabile la rimpatriata a distanza di quasi un decennio con la regazzetta aspirante-medium che ovviamente solo Simeoni ricordava (da un suo albo come tanti), ma forse anche qui occorreva un riempitivo per uscirsene col secondo sopralluogo da gita in Cumbria... non meno di 5hh d'auto da Londra, 'na cosetta a/r, tutto nello stesso venerdì, miraccomà
L'altra cosa che davvero non ho sopportato - a parte la combo titolo/copertina - è l'atteggiamento di Dylan verso metà albo, il clou (al negativo
)
la seconda vignetta di p.57.Proprio no, non ci siamo: uno come lui, che ha patito dozzine di perdite, che incontra mostri, fantasmi, incubi e cadaveri in ogni dove da anni&anni, non può reagire in quel modo ultra-infantile e scomposto, al limite della violenza intimidatoria, contro una signora oltre la mezz'età strattonandola come un becero idiota qualsiasi, di prepotenza isterica, durante uno scambio pacifico a tavola. Posso capire tutto il (tentato) pathos per la prognosi delicata della Trelko, ma reagire in quel modo perché "scosso" è una vaccata come poche.
Questo è uno degli effetti collaterali di tutta quella torma di autori che pensano che ritrarre Dylan come fragilmente iper-sensibilerrimo chiagnonante comporti una maggiore umanità e credibilità del personaggio. Per me ciò rientra in quei fattori che stanno invece affossando la testata (anche) nella reggenza dei Baralzones, e scenette come questa, completamente out of character (se non out of context) lo esasperano nello stucchevole aggravato.
Senza più padri putativi, o mater ammorbanti... W l'idio-zia