Complice l'isolamento forzato, per avere qualcosa di nuovo da leggere ho preso tutto saguaro, ut, coney island e, ovviamente, hellnoir. Premetto che li ho presi tutti di seconda mano, solo perché ho deciso che voglio avere tutte le serie concluse di casa Bonellidi, non perché ci fosse qualche chance che mi potessero piacere. E infatti, QED, ho letto tutti e quattro i numeri di Hellnoir oggi, e credo di poter affermare con certezza che è una delle cose più brutte che io abbia mai letto. Ho letto qui molti commenti sui cliché. Umberto Eco, parlando di Casablanca, disse, a favore del film, "due cliché fanno ridere, cento commuovono", evidentemente, però, da cento in poi fanno ridere di nuovo! Non ho mai letto in vita mia una tale sfilza di frasi fatte, banalità, citazioni trite e ritrite (in Bonelli sembra che calderon de la barca abbia detto solo la frase "la vita è sogno", oppure Nietzsche abbia solo detto la frase sull'abisso, non se ne può più!, ovviamente se una macchina va su uno sterrato "si rompe un semiasse", eccetera eccetera). Salvo solo la scelta di rappresentare il personaggio di Melvin Soul (Ah!), padre di Cassandra (doppio ah!) con le fattezze di Viggo, mio attore preferito (tranne nella copertina del numero 1, dove ovviamente è completamente diverso) e alcuni disegni molto interessanti di Freghieri (unico motivo per cui l'ho preso, dato che a me come scrive Pasquale non è mai piaciuto, in nessuna testata, e in nessuna miniserie), accompagnati però da altrettanti scivoloni, retini fastidiosi compresi, specialmente perché usati senza alcuna coerenza tra una vignetta e l'altra. In sintesi, soggetto bocciato, sceneggiatura bocciatissima, disegni metà e metà. A proposito di copertine: nella seconda il protagonista nemmeno c'è, nella terza è minuscolo, nella quarta è di spalle. Veramente un'ottima idea. Sorvolo sul fatto che si sia cercato di costruire un intero universo basato su diaconi, principi, guerrieri, eccetera, e che per me, a causa della brevità dovuta ai quattro numeri, ha creato solo confusione e una accelerazione finale veramente inopportuna. Ah, quasi dimenticavo, doppio errore disumano nel terzo volume, pagina 40, terza vignetta, "higway" scritto entrambe le volte senza la seconda acca. Un personaggio si chiama Professor Obenbach, e già il nome basterebbe, ma ovviamente mentre parla, suona la campana e dice "la lezione è finita, continueremo la prossima volta", come tutti i bravi professori in casa Bonelli). In ogni caso, per me sarebbero bastati i deteriori cascami sincityani a decretare la bocciatura. In ultimo, sia la presentazione del primo numero firmata da Pasquale ipse, sia gli altri tre editoriali sono da codice penale. Massì!
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