leonearmato ha scritto:
Tutti gli onestissimi mestieranti che sono stato progressivamente chiamati a colmare buchi nel periodo post-Sclaviano hanno fatto fiasco (Ruju, Gualdoni, Marzano, Faraci, De Nardo, Di Gregorio, Mignacco giusto per citare gli storici e non infierire sui moderni) con la sola eccezione della Barbato, unica che, per congiuntura astrale favorevole e probabilmente per peculiare vicinanza emotiva col personaggio, ha avuto una stagione felice.
D'accordo, ma
di storie più che buone ne ha sfornate, da far paura alla media degli altri da te citati. Non sarà un ggggegno della pirotecnia dylaniata, ma le sue cartucce oltre la media se l'è sparate, quando era ancora in vena creativa, fino a naturale esaurimento.
La
Barbato va oltre le congiunture astrali o altre casualità: è proprio una "penna" terrenamente superiore. Solo che non va spremuta troppo, lasciata sulle sue tempistiche, ed ora non ha più grandi stimoli all'interno di DD, ispirazione compresa.
Cita:
E non è un caso che gli autori saltuari più apprezzati su Dylan (Ambrosini, Medda, Bilotta) siano in linea di massima apprezzati dai lettori del Nostro anche per le loro opere non Dylaniate (vedi Valter Buio, Napoleone, Nathan Never). Perché leggere Dylan e leggere Napoleone non è certamente la stessa cosa, ma quante volte leggendo Napoleone ci siamo detti "cazzo quanto sarebbe stata bella questa storia ambientata a Londra, un po' più pulp e con un paio di uscite di Groucho"?
Quel trittico non solo rappresenta un vertice indiscutibile a livello creativo, nella piramide degli autori dylaniati, ma anche un pool più che professionalmente qualificato per DIRIGERE una testata, dopo le esperienze con altri personaggi di loro fattura, alcuni decennali... cadenzando uscite, team di disegnatori, programmazione marketing, etc.
Vedere la parvenu Baraldi al loro posto, solo per farsi belli delle armocromie à la Schlein, sembra una mossa modajola di facciata, per nascondere una certa mancanza d'idee finto-restauratrice oltre che di collaboratori pronti a metterci la faccia, perché magari hanno presentito puzza di bruciato, nel baraccone pericolante - e infatti penso che alcuni di quelli, assieme forse ad Enna, Chiaverotti, e la Barbato stessa abbiano gentilmente declinato dall'incarico del post-RR.
bertuccia ha scritto:
Sposo anche l'idea che non ci sia bisogno di "stravolgimenti", ma di gente che sa scrivere.
Prendo a esempio l'ultimo Dampyr, La foresta dei suicidi. Una storia che poteva avere come protagonista Harlan o Dylan Dog. Storia splendida, fosse uscita su Dylan Dog avrei gridato al miracolo e cantato peana.
Se è consentita la poligamia d'idee, mi coniugo pure io a questo concetto, ma la sala nuziale la paghi tu
Uno dei talloni achillei di questa gestione, è che in 10 anni circa non sono riusciti a fare scouting degno di questo nome. I giovani talenti non crescono sugli alberi ma insistere su Simeoni (mica tanto giovincello), Contu, Eccher, Secchi, ed altri amicidegliamici ha solo comportato affossamento della qualità media, senza contare la Baraldi che addirittura ha fatto il salto di poltrona, con 2-3 storie decenti al massimo, su una dozzina abbondante.
Mi sembra di scommettere su dei cavalli perdenti quando sai che si presenteranno in pista già azzoppati.
Se gli autori storici (v. sopra) sono esauriti, ripetitivi o presi da altro/fuggiaschi, bisogna prevedere in modo quadrato un loro ricambio, prima che quello dei lettori.
Ed io, ALLA FACCIA DEL DISFATTISMO di convenienza, che tende ad auto-assumere l'alibi evergreen del "
non è più possibile scrivere Dylan come una volta" ... rilancio che a me non interessa QUELLA VOLTA, inteso come passato da restaurare, ma che siamo aperti anche a nuove generazioni, con nuove idee, nuovi percorsi, ma sempre partendo come priorità DALLA QUALITA' del prodotto, col rispetto del lettore (ormai ultra30enne più che scafato) in primo piano. Come già stradetto anche da altri non muore un personaggio, ma chi lo sa scrivere. Sarebbe ora di equilibrare i decessi con qualche natalità da festeggiare, per il demo-sviluppo di DD.
Nessuno pretende 24 storie top all'anno.
Ma il tracollo osceno degli ultimi 3-4 anni grazie al Sommo non è l'unica via possibile a cui rassegnarsi, epigoni compresi.