Aleksandr ha scritto:
[...] prima, in pratica già selezionavo le uscite sul mensile, figurati sui Maxi... ora però capita di trovarci storie che davvero valgono la pena (l'ultima di Enna per citarne una recente) soprattutto se confrontate a tante mensili, forse perché lì ci vanno a finire storie più classiche, pensate con Bloch al lavoro o simili .
Giustissimo. La serie regolare è cosparsa di paletti coatti e intrusioni nello straforo, atte a mercanteggiare microspot sulla falsariga di una continuity rattoppata alla meno peggio, quando non ripensata in corso, dopo gli stravolgimenti di massima (v. Bloch) buttati nel mucchio onde darsi un tono revisionista di novità termonuclearizzata (nel nulla quantico) e sfoderare un "celhoiolasoluzione" di oceaniche dimensioni, quanto a pozzanghere onanistiche
.
Per paradosso, quella che era notoriamente una discarica di rimasugli come il Maxi è diventato un luogo dove liberamente gli autori possono confrontarsi col Dylan più classico, senza farsi imporre pseudo-(ri)dimensioni parallele castranti, succubi della crociata aziendale vagheggiata sull'inedito.
E non è un caso se le tre storie (per me) più riuscite in questo 2018 derivano tutte da pubblicazioni extra-regular, due sui Maxi (Enna & Contu) oltre al solito Bilotta Specialista. Il Color Fest rimane una testata che nel miglior dei casi mi suscita indifferenza completista, ma di certo le storie rimangono puri pretesti per metter in vetrina altro... mentre il vero macigno palloso al piede rimane il Magazine, che a parte il contributo di Bacilieri, è di una pesantezza (o presunta leggerezza) atroce, a livello di storie.
ALOHA DALLE STELLE ALLO STALLO