Cravenroad7

Anche a me, più di ogni altra cosa, mancano la simpatia e l'ironia di Dylan, sparite ormai da anni. Ora il ragazzo sta sempre a prendersi troppo sul serio.

Un (ex) fighetto vintaggiante, afflitto da paranoje e petulanza cronica, costante (cit.) vittima degli eventi per dovere di masochismo impotente, sempre preso ad auto-complessarsi nella barbosaggine più afflitta.
A parte la simpatia calante, un'altra cosa che manca ormai da tempo immemore è un personaggio con " un certo piglio", rispettato, che pur se pieno di difetti ed approssimazioni, sappia imporsi/influire in senso proattivo ed emanare carisma nell'interazione con gli altri personaggi. Adesso mi sembra diventato lo zimbello di tutti , un po' per i siparietti comici, un po' per la dabbenaggine nelle quotidiane incombenze, un po' per la sfiducia dei clienti, un po' per i gombloddoni orditi dai piani cosmici...

ALOHIPSTER

a me basterebbe che le storie buone fossero la regola e non l'eccezione... ma so di chiedere troppo...

La Barbato può essere considerata tra le prime imputate nell'aver iniziato a rendere Dylan troppo serioso e complessato. Ma certe sue storie erano così belle che la cosa passava abbastanza in sordina, anche perché allora non si ripeteva proprio in tutti gli albi.
Ora è sempre così greve, mese dopo mese (e per i prossimi col ciclo della meteora me l'aspetto in salsa tragica costante) e il rapporto con Rania non ha fatto che peggiorarlo.

più che altro è quella che lo ha maltrattato di più, poi ogni autore lo ha reinterpretato a suo modo, più o meno bene... ma al di là di come viene rappresentato (che è comunque una cosa importante eh, non è un aspetto che voglio sminuire), se la storia è buona ci si può pure passare sopra. Giusto per capirsi, il Dylan di Ruju non era troppo dissimile dall'"originale", ciò non toglie che il periodo Ruju per quanto mi riguarda è stato uno dei peggiori (oltre ad essere stato l'unico in grado di farmi smettere di comprarlo)

Volevo scriverlo io. Comunque era la sua personale visione del personaggio e le sue storie pre-nuovo corso erano quasi tutte belle.

Dylan Dog é un po' come i Simpson. Ha fatto la storia, é stato grandioso per diversi anni, ma é in giro da cosí tanto tempo che quantitativamente gli albi mediocri sono ormai maggioritari. Il che é un po' triste, ma almeno permette alla Bonelli di restare in edicola e finanziare altre serie che hanno ancora qualcosa da dire.

Un po' triste essersi ridotto a fungere da borsello per tutti gli altri personaggi Bonelli...) - :

Beh... non posso fare altro che rimarcare la carenza di base: è proprio Dylan come personaggio che non va più. Si può discutere quanto si vuole sulla qualità delle trame, ma facendo i tanto "antipatici" confronti con i primi 150 numeri, non i primi 10 col personaggio in evoluzione, è proprio il protagonista della serie ad essere differente (ovviamente in peggio). Ma temo che la causa non è una persona ma proprio un "meraviglioso" lavoro redazionale del team Bonelli (Sergio Bonelli che lo voleva meno cruento e più casto, Marcheselli più politically correct, Barbato più complessato, Gualdoni più censurato, Recchioni più americanizzato e il tutto con il defilarsi di Chiaverotti e soprattutto il cambio del gusto combinato all'atavico disinteresse del suo principale autore: Sclavi.
Se ben sceneggiata, anche la storia più comune e stra-abusata può risultare un capolavoro (vedi "Il castello della paura") ma con il parco autoriale che ci ritroviamo (e l'approccio che prestano al personaggio) la vedo veramente dura che si possa cambiare direzione.
Sulla questione chiusura o meno... dal punto di vista "artistico" sarebbe un bene che la testata chiudesse per farne un unicum nel panorama del fumetto mondiale ma è una cosa che doveva essere fatta una quindicina d'anni fa. Di contro, nel marasma di robaccia che ci hanno propinato qualcosa da salvare c'è, se non addirittura capolavori, ergo da fedele lettore, metto via l'aspetto artistico e dico semplicemente che non vedo un valido motivo del perché debba chiudere (a parte la sola questione economica dovuta all'abbandono di lettori profondamente stanchi e sfiduciati).

L'apporto di Bonelli è stato fondamentale per la prima e originaria definizione del personaggio, non dimentichiamolo. Senza Bonelli non ci sarebbe stato Groucho, per esempio (storia arcinota, ma vale la pena ricordarla).

Dylan Dog è un personaggio "economicamente" troppo importante perchè la Bonelli lo chiuda del tutto.

Nel peggiore dei casi, se proprio le vendite dovessero crollare (parlo per puro amore di ipotesi, sia chiaro), è più probabile che compiano un completo "restyling". Nuovi curatori, nuovi sceneggiatori, magari qualche nuovo disegnatore di grido... Casomai chiuderanno la testata... per poi ricominciare dal n.1 il mese successivo!

Detto questo, io comunque mi limiterei alla serie mensile e allo Speciale annuale. Tutte le altre pubblicazioni (Maxi, Magazine, Color Fest...) non le prendo più da un pezzo e non c'è dubbio che comunque vendano meno delle prime due. Al momento, io le vedo in parte come una "riserva indiana" dove confinare i fondi di magazzino e in parte come uno spreco di energie creative.

Anni fa la pensavo come te e infatti nel periodo Gualdoni, ma anche prima, in pratica già selezionavo le uscite sul mensile, figurati sui Maxi, ne avrò saltati un bel po' di fila e mi davano proprio l'idea dei fondi di magazzino (con rare eccezioni, ad es. quello tutto disegnato da Roi), ora però capita di trovarci storie che davvero valgono la pena (l'ultima di Enna per citarne una recente) soprattutto se confrontate a tante mensili, forse perché lì ci vanno a finire storie più classiche, pensate con Bloch al lavoro o simili o semplicemente dalla trama in cui non rientrano nemmeno di straforo i personaggi che tanto allietano il nuovo corso.
Anche a me piacerebbe che le energie migliori fossero riservate alla serie mensile e sarei per una limitazione delle extra, però mi accorgo che, per quanto vendano meno, fanno o possono fare da salvagente per una serie, per questo si sono moltiplicate; in pratica pochi sono i nuovi lettori attirati e allora facciamo sì che i soliti comprino di più aumentandogli l'offerta. Lo fanno anche su Tex che pure è il fumetto più venduto, perché hanno capito che tanti texiani schifano molte altre uscite bonelliane, per quanto avventurose o western possano essere (da Zagor fino alle ultime novità del genere), ma sarebbero magari bendisposti a prendere uscite extra tipo Le ricette di zio Carson o Consigli per una vita saggia. 37 aforismi di Tex Willer. Si vedrà come andrà in questo senso la nuova serie mensile sulla sua gioventù.

ultimamente, per quanto mi riguarda, le serie extra regolare le trovo di un livello mediamente più alto della regolare, quindi ben vengano...

Giustissimo. La serie regolare è cosparsa di paletti coatti e intrusioni nello straforo, atte a mercanteggiare microspot sulla falsariga di una continuity rattoppata alla meno peggio, quando non ripensata in corso, dopo gli stravolgimenti di massima (v. Bloch) buttati nel mucchio onde darsi un tono revisionista di novità termonuclearizzata (nel nulla quantico) e sfoderare un "celhoiolasoluzione" di oceaniche dimensioni, quanto a pozzanghere onanistiche .

Per paradosso, quella che era notoriamente una discarica di rimasugli come il Maxi è diventato un luogo dove liberamente gli autori possono confrontarsi col Dylan più classico, senza farsi imporre pseudo-(ri)dimensioni parallele castranti, succubi della crociata aziendale vagheggiata sull'inedito.
E non è un caso se le tre storie (per me) più riuscite in questo 2018 derivano tutte da pubblicazioni extra-regular, due sui Maxi (Enna & Contu) oltre al solito Bilotta Specialista. Il Color Fest rimane una testata che nel miglior dei casi mi suscita indifferenza completista, ma di certo le storie rimangono puri pretesti per metter in vetrina altro... mentre il vero macigno palloso al piede rimane il Magazine, che a parte il contributo di Bacilieri, è di una pesantezza (o presunta leggerezza) atroce, a livello di storie.


ALOHA DALLE STELLE ALLO STALLO