Prima e unica incursione del grande Alfredo Castelli nella serie regolare, Dal Profondo è un albo non privo di difetti. In
primis la staticità dell'azione, forse troppo esasperata per un fumetto come DD: poco succede, importano più i dialoghi e il racconto. Poi la storia è esageratamente derivativa con Psycho citato in maniera quasi letterale, usando anche nomi e volti della versione cinematografica Hitchcockiana; c'è il velato richiamo a It di King nell'idea del "mostro delle fogne" e a Lovecraft nella rappresentazione del suo aspetto. C'è anche una piccola ripetizione a pagina 88: l'avverbio "perfettamente" ricorre 2 volte nel giro di 5 parole, una svista ai tempi piuttosto rara.
Eppure.. eppure non si può rimanere indifferenti leggendo questo #20. Ci sono i magnifici disegni di Roi, eccezionale nel ricreare su carta l'atmosfera morbosa che permea la storia. Le sue tavole qui sono quasi definibili horror-erotiche, con un susseguirsi di nudi e seni, lingue lascive, tradimenti e sesso, senza tacer dell'aspetto fallico dato all'occhio snodabile del mostro mutaforma (cfr. pag. 76). Il voyeur non è solo Norman Bates, lo diventa giocoforza anche il lettore.
E poi c'è il piccolo capolavoro del "racconto del mostro delle fogne", compendio d'orrore e crudeltà, dove ancora una volta il colpevole non è il diverso ma l'uomo spinto dalle sue pulsioni egoistiche. Si finisce col provare compassione per il povero George così come fu per Damien. E non si può non provare ribrezzo di fronte alla sua del tutto particolare dieta. Groucho a ruota libera al motel.
Il finale richiama alla mente quello de Il Buio (meglio sarebbe dire viceversa).
Curiosità: siamo solo al #20 ma già Dylan è preso in giro da Bloch per i suoi tic. Nel Club dell'orrore dicono che il "Racconto del mostro delle fogne" è ispirato al capitolo di un romanzo: si tratta di "Tre" di Sclavi, all'epoca ancora inedito ma evidentemente ben conosciuto da Castelli che ha ripreso paro paro la genesi del mostro.
Votato ottimo. Un must che paga il dazio di venire subito dopo "Memorie", in un'annata ricca di capolavori dylaniati.