Piccatto ha scritto:
tommaso ha scritto:
Beh falso problema fino a un certo punto. Dare spessore all'ambientazione è in qualche modo ridare spessore alle storie. In questi ultimi anni fin troppo spesso Londra è stata dimenticata da sceneggiatori e disegnatori e l'impressione che io ne ho ricavato è sempre stata negativa, da questo punto di vista. Ai bei tempi Londra sarà pure stata immaginaria, ma funzionava: soprattutto perché si vedeva spesso. Un fumetto con un'ambientazione così vaga perde molto. Pensa se l'Uomo Ragno o Devil si spostassero in una città senza personalità: proveresti lo stesso gusto nel leggerli?
Ma sono d'accordissimo.
E' evidente che uno dei problemi della serie è lo smortume inanimato delle ambientazioni. Ma secondo me è più una questione di atmosfere che di realismo, quindi a mio modo di vedere il falso problema è quello che si debba ritrarre una Londra "up to date".
In fondo cosa aveva di realistico la Londra del Dylan degli anni 80/primi 90? Niente. Era un pò la Londra dei film Hammer, un po' metropoli da telefilm americano, c'era - appunto - tantissima provincia italiana e soprattutto era un luogo onirico, dove poteva accadere di tutto. Mi ricordo di una vignetta che all'epoca mi colpì molto, credo per altro in una storia di Chiaverotti e non di Sclavi: ad un certo punto si vedevano degli zombi che camminavano per strada come normali passanti, non c'entravano niente con la storia dell'albo, erano solo degli zombi che passavano di lì. Ecco per me la priorità dovrebbe essere tornare a quel clima surreale, mentre invece che la Londra di Dylan non assomigli affatto ad un ruolo reale lo vedo come l'ultimo dei problemi.
Poi è un'ambizione di Recchioni & Co che non vedo certo come un difetto, ma come un qualcosa in più che potrà avere anche dei risvolti interessanti.