Thriller urbano convulso e un po' discontinuo, parzialmente influenzato dal
Silenzio degli Innocenti e dal personaggio di Hannibal Lecter (ormai modello ricorrente ogni qualvolta si vuole "eroificare" la figura dell'assassino seriale).
seguono possibili
S
P
O
I
L
E
R
Scritto da una Barbato non al massimo della lucidità, è un albo denso di spunti interessanti ma che chiede davvero troppo alla sospensione di incredulità. L'accumulo di esagerazioni e colpi di scena finisce col far perdere anche la labile coerenza interna che si è disposti a riconoscere.
Già la situazione di partenza è parecchio forzata: come mai Scotland Yard per la soluzione delle sciarade non trova di meglio che rivolgersi a un'ergastolana squilibrata?!
Anche se Bloch & company sostengono che Angelique sarebbe un genio nella caccia ai serial-killer, di fatto la ragazza si limita a risolvere sciarade. Possibile che in tutto il Regno Unito non esista un onesto e normale solutore di enigmi tipo Bartezzaghi?!?
Inoltre diversi enigmi sono mal concepiti. A pag. 6 il nodo scorsoio viene interpretato assurdamente come
node: in realtà la parola inglese corretta è
knot (
node si usa solo in senso astratto o col significato di "nodulo").
Poi a pag. 33 le note musicali vengono lette "alla latina" (do, re, mi...) quando invece gli anglosassoni usano le lettere dell'alfabeto (A, B, C, D...). E l'elenco di inesattezze potrebbe continuare a lungo.
Con tutto ciò, è anche un albo godibile, movimentato e privo di tempi morti. Peccato che l'identità dell'assassino sia un po' troppo semplice da indovinare (ci sono solo due possibili sospetti in quanto 'personaggi caratterizzati', il poliziotto e lo psichiatra, e il secondo viene scartato subito perchè altrimenti "sarebbe davvero troppo facile").
Piccatto non era ancora imbolsito come nelle prove future, ma il volto di Angelique a tratti sembra quello di un transessuale.