Cravenroad7

IMO
non si possono paragonare due autori del calibro della Barbato e di Sclavi...hanno un modo diverso di scrivere è poi un autore secondo me può anche essere ottimo (es. Barbato) anche se non è simile a Sclavi...

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vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo, pensa come se non dovessi morire mai

Concordo..

Solo gli stupidi non cambiano mai idea...

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Alfa</i>
<br />quoto

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vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo, pensa come se non dovessi morire mai


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Stilisticamente le differenze sono una miriade: per tematiche proposte, volontà narrative: Paola, IMO, è una scrittrice più razionale, con più volontà di far tornare i conti, lascia meno all'interpretazione del lettore (quando si è cimentata nell'opera ermetica, ovvero oltre quella porta, a mio parere ha fatto un pasticcio che si prende un po' troppo sul serio), insomma, credo che il suo scrivere sia più da romanzo popolare. Sclavi è più legato al linguaggio dell'incubo, all'umorismo tagliente, al finale a più uscite, al creare l'inquietudine senza delinearla in modo preciso. Per farla breve, una scena di un film Paola la girerebbe alla Hitchcock, Sclavi la stessa scena la girerebbe alla Polanski... Sono due ottimi autori nel potenziale, ovvio che a scrivere Dylan Dog, IMO, Sclavi è mille metri avanti, poiché Sclavi è Dylan Dog. Poi trovo la Barbato più adatta al giallo che all'horror(Fa eccezione Lo specchio dell'Anima, molto Sclaviano nei contenuti), il suo numero migliore è probabilmente SCIARADA, non un gran DYLAN DOG, ma sicuramente un grandissimo giallo.

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">il suo numero migliore è probabilmente SCIARADA, non un gran DYLAN DOG, ma sicuramente un grandissimo giallo.<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

quoto in pieno..poco Dylan molto giallo


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vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo, pensa come se non dovessi morire mai

trovo molto giusto quello che ha scritto joe.
riguardo i confronti, però, credo siano gli stessi autori a non gradire certi accostamenti, proprio perchè ogni autore è diverso dagli altri. e poi non credo che la stessa barbato abbia intenzione di somigliare a sclavi!

Giusto Boe:
se io sono un autore voglio essere acclamato non perche ne assomiglio a un altro altrettanto benvoluto, bensì perchè mostro originalità (qualcosa di diverso) che piace al pubblico, come nel caso della Barbato...

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vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo, pensa come se non dovessi morire mai

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">albo che ci profetizza la Barbato...fantastica se pur al debutto.

"Lo specchio dell'anima" non è il debutto di Paola ma la sua 4a storia (157Il sonno della ragione, 163Il mondo perfetto-solo sogg. 167Medusa).
Splendido gioiello "nero" di Paola che ci regala un'avventura da inserire tra le "Indimenticabili": una delle più avvincenti e inquietanti che scandaglia l'anima del protagonista sotto forma di uno psico-viaggio all'interno della mente del protagonista sempre più invasa dalla follia e da stravolgenti sdoppiamenti di personalità.
Un talento visionario dell'autrice che lascia indiscutibilmente di sasso: soggetto altamente impegnativo eseguito in maniera eccelsa, avversato dal fatto che Dylan resta in una villa per quasi tutta la durata della vicenda; forse la sceneggiatrice deve qualcosa al quinto speciale "La casa degli uomini perduti" (se non altro come struttura narrativa)ed al fatto che la soluzione finale tanto agognata (l'ipnosi) sembra toglierle un pò le castagne dal fuoco ma alla fine tutto coincide: i vari e numerosi pezzi del puzzle si incastano tra loro a scapito, però, di sorbirsi le solite 20 pagine di spiegazioni (come nelle sue precedenti storie) anche se l'incontro finale tra protagonista e antagonista è magistrale; etichetterei "americanata" eccessiva la scena finale della morte di Whitaker che riesce a farsi uccidere dal nostro (Dylan ancora in parte sotto ipnosi specchiandosi vede il suo alter ego Montero, spara e un frammento del vetro uccide il killer = Whitaker rimane vittima dei suoi stessi folli progetti e Dylan ne esce innocente come il pane, avvolto dal commovente abbraccio di Bloch).
Sublime, in confronto alle ultime uscite un capolavoro.
E' la storia che immola la Barbato come Sceneggiatrice dell'Avvenire

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by vace</i>
<br /><blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">albo che ci profetizza la Barbato...fantastica se pur al debutto.
Sublime, in confronto alle ultime uscite un capolavoro.
E' la storia che immola la Barbato come Sceneggiatrice dell'Avvenire
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immola? con un pugnale sull'altare del sacrificio? e perchè, poveretta? [:D]

scherzi a parte, storia carina.

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"Ragionare in questo modo vuol dire essere un mostro? E va bene, lo puoi pure ammettere. Sei un mostro. Mostro. MOSTRO!
...E ti piace!"

i disegni mi erano piaciuti

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Vivi come se dovessi morire domani, pensa come se non dovessi morire mai.

perse tutte le illusioni, le cerco.

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by boe</i>
<br /><blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote">Un capolavoro, il miglior Dylan della Barbato e uno dei vertici assoluti dell'arte di Mari, qui angoscioso come non mai. L'atmosfera della prima parte della storia è qualcosa di irripetibile, degna delle migliori sceneggiature del miglior Sclavi. Da leggere, rileggere e venerare.

Oltretutto, c'è una copertina superba.
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mah, mah... avrei molti dubbi sul "capolavoro". a me la barbato piace (ma ormai, piaceva) quando era meno "autrice", e più al servizio del personaggio. insomma, più che altro nelle prime storie.
quest'albo mi ha annoiato parecchio, in verità. anche perchè, come al solito, nelle sue storie non riesco a trovare quella benedetta autoironia che _deve_ esserci in dyd.
concordo invece sul giudizio su mari. semplicemente un grande.

p.s.: devo essere sincero, ma non la leggo da un po' di tempo (dalla sua uscita, appunto!). appena possibile la rileggerò. mi avete fatto ritornare la voglia!
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voglio ritrattare in parte quello che avevo scritto (vd. sopra).
l'ho riletta questa mattina, e devo ammettere che, a differenza della prima volta nella quale la lessi, stavolta mi ha molto appassionato.
alla prima lettura non mi convinse tanto il cambiamento di dylan, la sua caduta (o presunta tale) nella follia. alla seconda, invece, l'ho trovata ben realizzata. e ho amato la figura di joe montero. grande personaggio (o, appunto, grande "figura", visto che in relatà non esiste).
insomma, su molte cose che trovai non riuscite ho cambiato idea.

Ho appena letto questo albo (comprato questo pomeriggio).
Commento a caldo? Dove stava nascosto un albo del genere??
Mi ha lasciato davvero senza parole. Dalla prima pagina all'ultima.
Della Barbato avevo già letto storie notevoli: da "Sciarada" al "Prezzo della Morte", dal "Seme della follia" a "Necropolis" e "Oltre quella porta", ma quello che ho potuto leggere stasera è davvero il capolavoro di Paola, e non solo: uno dei migliori albi di DYD che abbia mai letto!
La sceneggiatura è fantastica, cervellotica al punto giusto (fortunatamente non come quella di "Il sonno della ragione") e scandita perfettamente nelle sue parti (non come ne "il prezzo della morte", con alcune sequenze inutilmente dilungate e il finale compresso in poche battute); i disegni di Mari sono perfetti, di più, IDEALI!
Il Dylan che si legge in questo albo è unico, una novità assoluta: la nemesi malvagia di Dylan che tuttavia al termine della lettura riconquista quasi per caso la sua candida innocenza che lo contraddistingue da sempre.
Joe Montero e Brighton sono personaggi semplicemente sublimi.

Sarà che io la coppia Barbato-Mari la adoro (ho amato alla follia anche il recente "Cimitero dei freaks"), sarà quello che volete ma io affianco questo albo agli altri 4 albi che finora mi avevano fatto gridare al capolavoro assoluto ("Memorie dall'invisibile", "JF", "Dopo Mezzanotte" e "Il battito del tempo") e non posso che votare:

soggetto 10
sceneggiatura 10
disegni 10
TOTALE 10

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Punti gioco citazioni:
3^ edizione: 4
4^ edizione: 8
5^ edizione: 11

Bello,bello,bello.Mi ha fatto riappassionare di colpo quando l'ho letto,poi ricordo ricevetti una sonora delusione dal numero dopo (che ora mi sfugge)

Nonostante tutte le sue ovvie deficienze,posso dire che tutti i suoi collaboratori,per non parlare di me,lo amano con il fervore normalmente destinato a uomini come Hitler,Nerone e Torquemada.

uno degli albi migliori della Barbato,forse il migliore,storia angosciante dalla prima all'ultima pagina.
Mari ai disegni formidabile,le sue atmosfere cupe sono adattissime a questo genere di albi

Golconda,un posto normale...O quasi... MOLTO quasi

Non ce l'ho ,ma me l'hanno prestato di recente... e devo essere sincero volevo fotocopiarlo[:D][:D][:D]... capolavoro!!!

storia 9,5
disegni 9,5
tot. 9,5[^][^]

MALA!!!

un albo bellissimo in cui stranamente ho trovato molto belli anche i disegni di mari