Finalmente una storia degna di essere letta e soprattutto ri-letta!
Ambrosini non realizza (forse) un capolavoro all'altezza del
Guardiano della memoria, ma questa si colloca a poca distanza, più o meno sullo stesso livello qualitativo di
Dietro il sipario (pur essendo le due storie molto diverse e non paragonabili dal punto di vista narrativo).
seguono possibili
S
P
O
I
L
E
R
I personaggi sono tridimensionali e dipinti con molte sfumature, salvo la dottoressa che tutto sommato resta una semplice "spalla" (ma anche nei migliori episodi di Napoleone le compagne occasionali del protagonista raramente uscivano dal clichè).
La trama, in apparenza lineare, è piena di risvolti enigmatici e spinge a riflettere. Non è puro intrattenimento come le "gualdonate".
Certo, alcuni passaggi restano poco convincenti. Ad esempio: perchè eliminare il prete? solo perchè era un possibile nemico (eppure nessuno dei personaggi aveva diretti rapporti con lui)?
e poi, perchè mettere in contatto proprio Antoine Doinel e Jeffrey anzichè un Tizo e Caio qualsiasi, arrivando addirittura a varcare le barriere del tempo? I due personaggi non sembrano avere affinità particolari, nè fisiche, nè biografiche, nè comportamentali...
Inoltre sembra che tutto il complicatissimo ambaradan sia stato montato su SOLO per togliere di mezzo o comunque influenzare la sorte del ragazzo paraplegico... ma perchè? cosa aveva di speciale? vabbè che gli scopi del diavolo sono imperscrutabili per definizione, però la perplessità rimane.
Comunque, a mio parere, il difetto peggiore è che Dylan per l'ennesima volta è solo spettatore. E' costruito in maniera credibile, ma non fa nulla, non agisce salvo che nel finale. Purtroppo sembra che dovremo attendere ancora un po' per vedere un Dylan davvero "attivo".
All'albo do in ogni caso un 8.
Una storia del genere, profonda, sfumata e toccante a prescindere dagli indubbi difetti, non merita di meno.