Cravenroad7

Sono d'accordo, ma non sul finale! In che senso univoco??

SPOILER

Letto stamattina.
Gli do un 8 pieno, forse pure di più. Bisogna rileggerlo ma, sin da subito appare una storia solida e di un certo livello.
Partiamo da Ambrosini. Che è lui lo si capisce subito; non parlo solo dei disegni (quello è ovvio ), quanto di alcune caratteristiche che ritornano nella sceneggiatura, come ad esempio i due fratelli, di cui uno sulla sedia a rotelle, i dialoghi ed un atmosfera inquietante e minacciosa, anche se non necessariamente di puro horror; un'atmosfera "nera", sofisticata, direi.
La trama della possessione è ben congegnata; il lettore deve ricostruire alcuni tasselli andando avanti e indietro, ma la narrazione spiega con cura ciò che è successo, aiutando nella comprensione; il filo che unisce il passato e il presente mi è piaciuto; acquista spessore grazie al vero protagonista della vicenda, Antoine Doinel-Jeffrey Walcott, nella sua versione "da morto", diciamo.
Ho apprezzato la presenza del maligno che aleggia in questa storia; non sappiamo per bene l'origine di tutto, ma è evidente che c'è di mezzo lo zampino del diavolo che, credo, si è servito di una serie di figure minacciose (governante e bambino) per raggiungere il suo scopo (l'eliminazione dell'esorcista).
Potrebbero esserci agganci futuri, qualche seguito magari, soprattutto dopo il finale un pò "aperto".
Di novità non se ne rilevano, a parte una suddivione della storia in piccoli episodi e una narrazione in cui Dylan non trova molto posto, almeno nella prima metà; ma in fondo non è la prima volta che assistiamo a situazioni del genere.
Una bella avventura, ben scritta e anche originale.

Adesso attendiamo la prossima storia dove, in base alle premesse, dovrebbe esserci un bel bagno di sangue!!

E se invece

Sai che c'ho pensato? Come ho pensato a mille altre variazioni ma è difficile spiegare questo finale con la ragione.
Boh... Per ora ho mille ipotesi ma zero conclusioni.

E penso che sia giusto così, è anche questo il bello di questo tipo di storie. Chi lo sa, magari nemmeno Ambrosini aveva in mente qualcosa di preciso!

Ambrosini rimane Ambrosini, sempre. le sue storie sono ricche di atmosfera e ti tengono inchiodato lì come una calamita, anche senza una narrazione avvincente. Alla storia do un 8 perché è bella, molto bella ma da ambrosini mi aspetto sempre di più. Avete già parlato ampiamente e l'unica cosa che mi sento di dire è che la storia è scritta con grande stile, è sceneggiata da dio e i disegni sono meravigliosi. E Dylan è Dylan! Finalmente...aggiungerei. Per quanto sia un comprimario in questa storia, si fa sentire per quello che deve essere. Vi prego, Recchioni, Sclavi, Busatta,ECC. non affidate più il personaggio a chi non lo conosce e quindi non lo sa gestire!

Io li ho letti entrambi e anche Il guardiano della memoria (molto bella anche quella) e secondo me questa è la migliore.

De gustibus.



Su questo concordo, ma non inficia l'opera.

Una cosa che ho notato in molte storie del Conte (soprattutto in Dietro il sipario) è che Dylan sembra più comprimario che personaggio principale. Ma forse è anche merito della capacità di Ambrosini di costruire personaggi di spessore, caratteristica che ho sempre amato dell'autore. Resta il fatto, che a fronte degli anni bui che abbiamo passato, questo non mi sembra un problema così rilevante in una storia così bella.

Non posso che accodarmi ai commenti positivi. Evoca atmosfere forti di un costante senso di minaccia che aleggia lungo tutto l'albo; sai che qualcosa non sta andando per il verso giusto, che i personaggi sono inconsapevolmente calati in una situazione di pericolo, che la governante armena+arlecchino hanno in mente qualcosa di assurdamente creepy.. Ma come Doinel (personaggio meravigliosamente tragico) si vive in una sorta di bilico fra due percezioni, razionale e irrazionale, in cui la risposta più scontata non è mai quella giusta e quando alla fine i conti tornano viene lasciato ulteriore spazio all'immaginazione del lettore. A tal proposito (dopo una prima e fresca lettura);

pur non essendo un grande fan di Ambrosini sceneggiatore di dyd, adoro quando chiudo un albo e mi accorgo di non averlo capito del tutto.
Copertina di grande impatto. spicca parecchio in tutto quel marasma di fumetti che ci sono in edicola.
piccolo OT:
oggi entro in edicola e cosa mi trovo nello scaffale dove fino a ieri c'erano fummetti,comics e manga?
RIVISTE DI GOSSIP!!!!!
sono saltato all'aria. li hanno spostati nell'angolo piú nascosto e inc***to del negozio. Altro che problemi di distribuzione, qui il problema sono gli edicolanti. fine ot e scusate lo sfogo.
in definitiva ho votato buono. per me il capolavoro di questo mese rimane "la bomba!".

Dimenticavo!!!! le due storie di questo mese dimostrano,secondo me, che non è necessario stravolgere il mondo di dyd, mandare bloch in pensione e quant altro, per riportare la testata ad alti livelli. le storie basta saperle scrivere decentemente per avere riscontri positivi. dal mio punto di vista la parola che più mi sta a cuore di questo nuovo corso è "OSATE". Bonelli,la redazione e tutti i collaboratori possono essere cauti quanto vogliono ma ad ogni politicante conservatore ben pensante che si scaglierà contro dylan, ci saranno miglia di lettori che non vedranno l'ora di leggere una nuova storia. così è stato,così non lo era più e così dovrà essere.

Finalmente una storia degna di essere letta e soprattutto ri-letta!

Ambrosini non realizza (forse) un capolavoro all'altezza del Guardiano della memoria, ma questa si colloca a poca distanza, più o meno sullo stesso livello qualitativo di Dietro il sipario (pur essendo le due storie molto diverse e non paragonabili dal punto di vista narrativo).

seguono possibili
S
P
O
I
L
E
R

I personaggi sono tridimensionali e dipinti con molte sfumature, salvo la dottoressa che tutto sommato resta una semplice "spalla" (ma anche nei migliori episodi di Napoleone le compagne occasionali del protagonista raramente uscivano dal clichè).

La trama, in apparenza lineare, è piena di risvolti enigmatici e spinge a riflettere. Non è puro intrattenimento come le "gualdonate".
Certo, alcuni passaggi restano poco convincenti. Ad esempio: perchè eliminare il prete? solo perchè era un possibile nemico (eppure nessuno dei personaggi aveva diretti rapporti con lui)?
e poi, perchè mettere in contatto proprio Antoine Doinel e Jeffrey anzichè un Tizo e Caio qualsiasi, arrivando addirittura a varcare le barriere del tempo? I due personaggi non sembrano avere affinità particolari, nè fisiche, nè biografiche, nè comportamentali...
Inoltre sembra che tutto il complicatissimo ambaradan sia stato montato su SOLO per togliere di mezzo o comunque influenzare la sorte del ragazzo paraplegico... ma perchè? cosa aveva di speciale? vabbè che gli scopi del diavolo sono imperscrutabili per definizione, però la perplessità rimane.

Comunque, a mio parere, il difetto peggiore è che Dylan per l'ennesima volta è solo spettatore. E' costruito in maniera credibile, ma non fa nulla, non agisce salvo che nel finale. Purtroppo sembra che dovremo attendere ancora un po' per vedere un Dylan davvero "attivo".

All'albo do in ogni caso un 8.
Una storia del genere, profonda, sfumata e toccante a prescindere dagli indubbi difetti, non merita di meno.