<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by rimatt</i>
<br />E ridagli! [:D]
Credete davvero che alla Bonelli funzionerebbe l'equazione <b>minor quantità = maggior qualità</b>? Per chi vi lavora, sceneggiare (e disegnare) è una professione, e non vedo perché un Ruju, una Barbato, un Enna dovrebbero accettare di scrivere meno ma di scrivere meglio (e anche qui, ci sarebbe da discutere a lungo su cos'è "meglio"): una pagina mediocre è pagata allo stesso modo di una pagina ottima. Comunque, se anche Dylan Dog diventasse bimestrale o se venissero abolite le uscite Speciali, state sicuri che gli sceneggiatori non verrebbero lasciati senza lavoro, ma verrebbe loro affidato dell'altro: albi di diverse collane, progetti alternativi, miniserie. Quindi, il Ruju, la Barbato e l'Enna in questione scriverebbero comunque le loro 1000 pagine di sceneggiatura all'anno, ma invece di scriverle tutte su Dylan le spartirebbero diversamente. Non è detto che questo non potrebbe portare a un incremento qualitativo, ma direi che la cosa è tutt'altro che automatica.
Esempio: Mister No ha chiuso i battenti, e al posto di 12 albi mensili ne escono 2 semestrali. Sulla base di quanto si è visto finora, la qualità media non è affatto migliorata, anzi, le uscite "Speciali" presentano gli stessi difetti che presentavano le uscite regolari.
La soluzione è un'altra, quindi: non minori uscite, ma una maggiore (nonché migliore) supervisione. Credo infatti che il parco sceneggiatori di Dylan sia composto da buoni elementi (non tutti, però), ma che questi non vengano ben guidati. Se a Ruju pubblicano tutto, anche storie inconsistenti come <i>All'ombra del vulcano</i> o quella dell'ultimo Maxi, perché questi dovrebbe impegnarsi di più per scrivere qualcosa di meglio? Se, per così dire, porta a casa la pagnotta anche con il minimo sforzo, chi glielo fa fare di dannarsi l'anima per scrivere qualcosa di realmente incisivo?
Ciao
Teo
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Bè, credo che il punto non sia costringere con la forza gli autori a lavorare di meno, dedicando più cura alle loro storie, ma bocciare più storie fra quelle proposte, anche a costo di non averne abbastanza per coprire tutte le uscite annuali.
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"Che pena vedere Umberto Eco sfogare la sua acredine verso il capo del governo italiano dalle colonne di un giornale straniero.Peccato perche' il suo astio incontenibile e' pari soltanto alla sua insipienza politica e intellettuale" (Sandro Bondi)
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