Se dovessi dare un giudizio su questa storia usando una frase, direi: "Ha del potenziale, ma non lo sfrutta"
L'inizio è molto interessante.
Rendere protagonisti un gruppo di vecchietti ben caratterizzati era certo una cosa rara all'epoca. E anche l'idea di Holly, concepita come una sorta di "buco nero della creatività", è originale.
Certo, non tutto è di prima mano. Alcuni luoghi comuni sono un po' di troppo, soprattutto l'interno della clinica con inservienti dalle facce patibolari (persino un fesso capirebbe subito che quel posto NON è un'oasi di pace!
), ma nel complesso l'insieme funziona e affascina.
Disgraziatamente, dopo il buon incipit, Ruju esaurisce la benzina (e le idee) e non trova di meglio che raccontare la solita tiritera sul megalomane di turno che vuole diventare un Dio o conquistare il mondo (le 2 cose sono intercambiabili in storie del genere...).
Così, più la storia procede, più diventa banale e prevedibile.
Alla fine, anche la figura di Holly resta in superficie e funziona solo come pretesto, tanto per fornire una "fonte d'energia" da sfruttare al cattivone.
Insomma, l'ennesima occasione mancata. Peccato, perchè gli spunti per ricavarne qualcosa di davvero buono c'erano.