Cravenroad7

Non mi è piaciuta per nulla. E poi Dylan che spara sul negromante dicendo: muori mostro! Mediocre, ma forse anche insufficiente

Io il 7 gliel'ho dato.
La storia è scritta con buon mestiere, e anche a me la caratterizzazione dei vecchietti ha convinto.
Disegni da dimenticare.
In pratica ho ripetuto quel che avete scritto tutti voi...

Se dovessi dare un giudizio su questa storia usando una frase, direi: "Ha del potenziale, ma non lo sfrutta"

L'inizio è molto interessante.
Rendere protagonisti un gruppo di vecchietti ben caratterizzati era certo una cosa rara all'epoca. E anche l'idea di Holly, concepita come una sorta di "buco nero della creatività", è originale.
Certo, non tutto è di prima mano. Alcuni luoghi comuni sono un po' di troppo, soprattutto l'interno della clinica con inservienti dalle facce patibolari (persino un fesso capirebbe subito che quel posto NON è un'oasi di pace! ), ma nel complesso l'insieme funziona e affascina.

Disgraziatamente, dopo il buon incipit, Ruju esaurisce la benzina (e le idee) e non trova di meglio che raccontare la solita tiritera sul megalomane di turno che vuole diventare un Dio o conquistare il mondo (le 2 cose sono intercambiabili in storie del genere...). Così, più la storia procede, più diventa banale e prevedibile.

Alla fine, anche la figura di Holly resta in superficie e funziona solo come pretesto, tanto per fornire una "fonte d'energia" da sfruttare al cattivone.

Insomma, l'ennesima occasione mancata. Peccato, perchè gli spunti per ricavarne qualcosa di davvero buono c'erano.

Tante elucubrazioni, poco Dylan Dog.
Ruju ha buone idee e una buona capacità di mettere su carta. Il problema è alla radice: non sono idee da Dylan Dog.

Non sufficiente, per me.

Montanari e Grassani mi hanno regalato qualche disegno bello, in questo albo... Molto vecchio stile!

il negromante
ma quale rivalutare... da dimenticare... e anche in fretta...
una storia che parla di crisi creativa e mancanza di fantasia è una profezia che si autoavvera, storia noiosa, poco interessante, negativamente trash
la narrazione ha una certa dilianità di fondo, alimentata dalla familiarità dei disegni dei montanari e grassani
lui che va al cinema a vedere la mosca è una cosa da dylan dog degli anni ottanta...
ma per il resto ruju sembra proprio un pesce fuor d'acqua, non lo capisce nessuno cosa vuole dire, spiegoni finali compresi
copertina normale

voto 4

"Il Negromante" è una delle storie più sottovalutate della storia di Dylan Dog, un po' come il successivo "Abissi di Follia", ambientato sempre in una clinica/casa di riposo e disegnato da Montanari & Grassani.

Qui il duo di disegnatori è al top e l'intesa con Ruju è ottima. La storia commuove, i 5 artisti in pensione sono ben caratterizzati e Dylan fa l'indagatore dell'incubo e non uno spaesato che si ritrova suo malgrado in un inteccio di fatti surreali.



Ho apprezzato il Dylan che si relaziona con anziani, categoria poco presente nel corso della serie. Davvero un bell'albo che consiglio a tutti di rileggere.

Brutto tutto: la storia senza sussulti e poco interessante, la copertina col siringone (quello che si deve prendere il lettore dopo aver terminato la storia), i disegni decadenti di Montari e Grassani.

4

Alla prossima decade!!

Il mio me quindicenne era innamorato perso della tizia sulla copertina di questo numero. Ora ne ho 41 e devo dire che ancora qualcosa dice
Sulla storia non ho molto da commentare... facilmente dimenticabile. Inoltre non mi è chiaro perché Armanagh regali la forza della creatività ai cinque tizi, se ne aveva bisogno per mantenersi in forze. E se i vecchietti ricoverati non avessero infranto le regole e non fosse quindi stata loro rimossa? Booh.

A me sto mica mi convince tanto.