Tiziano Sclavi e Myst
Intervista di Fabio Pozzo pubblicata su
Specchio della Stampa, 1 novembre 2003
Anche Tiziano Sclavi, il «papà» di Dyland Dog, l’indagatore dell’incubo star del fumetto, ha un debole per Myst.
«Io e mia moglie abbiamo coltivato una grande passione per Myst. Abbiamo trascorso più d’una notte davanti allo schermo del pc per risolvere i suoi enigmi» confessa lo sceneggiatore-scrittore, entrando così a far parte della lista dei giocatori celebri. « Ma il mio computer, ormai, è spento da un paio d’anni».
Perché?
«Dopo tante notti trascorse insonni, dopo tanto tempo impiegato nella risoluzione di rompicapi, arriva il momento in cui subentra la stanchezza».
Le soluzioni degli enigmi adesso si possono trovare su Internet. E’ una bella scorciatoia, no?
«Appunto. Prima ci volevano anche sei mesi per risolvere uno, mentre con Internet sono sufficienti pochi minuti e il gioco è fatto. E’ una tentazione forte, a cui è difficile resistere. Ma dopo, però, si resta delusi»
Tiziano Sclavi, che cos’è Myst per lei?
«Ritengo sia tuttora il più bel game di avventure grafiche in circolazione. Penso si avvicini ad essere un’opera d’arte».
Dylan Dog conosce Myst?
«C’è una storia breve di Dylan, intitolata ’’Il mistero dell’isola d’Yd’’, che è una citazione sfacciata del mio videogame preferito. Comincia allo stesso modo: Dylan Dog cade dall’alto su un’isola e deve risolvere una serie di enigmi…».
Esistono assonanze tra il mondo dei videogame e quello dei fumetti?
«Quello dei videogiochi è un mondo aperto. Il videogame è una nuova forma di comunicazione. Non vedo collegamenti particolari con il fumetto, salvo i soliti che possono esserci anche con il romanzo o il cinema».