Il post di agosto 2012 – Il giudizio del corvo

L’estate finisce, se non climaticamente (ancora fa caldo), o convenzionalmente (bisogna aspettare il 22 settembre), sicuramente nel senso che finiscono le vacanze e si torna al lavoro, alla scuola o all’università, eventualità particolarmente infausta per i dylaniati che hanno conosciuto la loro personale Marina, e che ora magari si domandano sconsolati quanto tempo li separi dalla prossima estate. Per consolarsi, niente di meglio che una nuova avventura del nostro Old Boy, nella speranza a volte delusa ma mai vana che possa mostrarsi all’altezza di quel magico numero che Marcheselli, Sclavi e Ambrosini seppero confezionarci tanti anni fa, quando magari alcuni dei lettori più giovani ancora non erano nati… e subito dopo subito sul forum, pronti a discutere con gli altri utenti sulla bontà dell’albo appena letto, che in palio c’è il prestigiosissimo (bè, quasi) premio del post del mese, dateci dentro, mi raccomando!

Per questo mese, il turno di essere l’oggetto dei commenti tetrapiloctomici dei nostri forumisti è dell’ultima opera della ditta Recchioni e Caluri, Il giudizio del corvo, chiaramente ispirata alla saga horror di Saw, proprio la liceità di quest’ispirazione sarà una dei temi più scottanti della discussione sul forum.

Per premiare il post migliore anche questo mese dobbiamo scendere parecchio, fin giù in Sicilia, terra di cannoli, arancini e granite, ma anche luogo di residenza di uno dei nostri più affezionati forumisti, oggi alla sua prima vittoria.

Ladies and gentlemen…

MandarinoFish

 

Di seguito il suo post, che parte con uno spunto decisamente originale, per poi puntare dritto alla vittoria mensile:

Secondo me Mr. Giggle è Recchioni (altro che entità soprannaturale :3 ). Non mi sembra un idea così strampalata, avrebbe un suo perchè e non è la prima incursione metafumettistica di questo genere. Un gioco/manuale ideato dall’autore stesso, che testa il suo personaggio, ne esalta le caratteristiche ancestrali, ormai perse o mal gestite, lo mette continuamente alla prova, mettendo a nudo vizi e virtù, rendendolo vivo, ma soprattutto umano. A confermare questa fantasiosa ipotesi c’è anche il comportamento ambiguo del corvaccio (anche se sembra un pinguino); in alcuni momenti cerca di aiutarlo e proteggerlo (emblematica la terza prova e l’ultima, così come l’epilogo), in altri lo tratta con freddezza e distacco. Un giudice, ma anche un abile sondatore di anime, definizione che calza a pennello al Rrobe, che si è sempre distinto per le sue attente analisi e per la maggiore conoscenza del personaggio rispetto a quella dei suoi colleghi. L’anonimato grafico e anagrafico potrebbe essere un indizio che porta verso questa direzione. Poi possono essere elucubrazioni di uno sfigato come me che vede cose che non esistono, ma solo Mr. Giggle può dirlo. Però..

Quello che c’è stato tra di noi non era nulla di personale. Voi mi siete simpatico e spero che un giorno ci potremo incontrare di nuovo..
…a patto che sopravviviate, ovviamente

Questa è la frase che mi puzza, e state certi che non ho tenuto l’albo vicino alla spazzatura. 
Delucidazioni please 8-) 

Riguardo la storia, non ci vedo tutto questo plagio. Da Saw, Recchioni prende l’idea di base plasmandola nell’universo dylaniato, con maestria e un tocco originalità (che poi è quello che faceva Sclavi anni fa).
La sceneggiatura è lineare e semplice, ma scorrevole e divertente. Forse l’unico problema è proprio la mancanza di una vera e propria svolta narrativa all’interno della storia, qualcosa che rompa lo schema del gioco ideato da Giggle; purtroppo non si concretizza e tutto va come deve andare. Tra colpi di fortuna – a volte forzati – e scelte più azzardate, il nostro arriva alla conclusione, senza particolari patemi. 
Altro dubbio amletico: perchè Clelia ingaggia sto corvaccio, smuove mari e monti, quando può benissimo ucciderlo dopo aver consumato? aveva bisogno di un test psico-attitudinale condotto da un corvaccio in smoking nero per capire chi è realmente Dylan e comportarsi di conseguenza? L’accordo, tra l’altro, prevedeva, che in caso di superamento della prova, Dylan torni a casa vivo e vegeto: perchè, allora, scendere a patti con un tipo del genere, se poi non può uccidere, e quindi ottenere la sua vendetta?
Riguardo i dialoghi, come detto da altri, potrebbero sembrare innaturali o stonare in alcuni frangenti, ma rispetto alle sue prove precedenti, credo che questa volta Rrobe si sia limitato a coolegiare.
La conclusione mi ha lasciato l’amaro in bocca, anche se un’altra conclusione non la riesco a trovare. Sicuro è che, come anche nell’incipit, si tende alla sintesi, che non significa superficialità, ma immediatezza.
I pregi sono tanti: 
– lo scontro epico-tamarro-superoistico tra Mr fantastic e Axel (gradita sorpresa, anche se la sua presenza mi risulta piuttosto forzata, ma è una licenza che lascio piacevolmente passare): divertente, aggiunge un pò di vivacità nel finale.
– L’incipit: diretto, veloce e di hitchcokiana memoria. Dylan viene calato all’interno della vicenda senza il solito e consueto schema narrativo campanello-cliente-trombata-caso.
– L’impostazione e le scelte delle prove: intelligente e la loro consecutio è mirata (la seconda prova direttamente connessa alla terza; l’ultima prova per vedere fin dove si spinge il nostro e quanto son forti i suoi principi). Purtroppo la loro risoluzione è, in alcuni casi, fin troppo facile (soprattutto la prima) ma niente di grave.
– Interessante il punto di vista dell’autore riguardo il motto di Dylan ” I veri mostri siamo noi”, ultimamente sempre più (ab)usata. Interessante perchè dal simpatico dialogo tra Axel e un Dylan agonizzante, sembra che l’autore abbia un punto di vista a riguardo più cinico, forse anche meno paraculo, ma soprattutto controcorrente, a sentire le parole pronunciate da Axel. Certe volte, i veri mostri sono davvero i mostri. Punto. E a capo.
– I cattivi e la loro caratterizzazione: Bisogna riconosce che Rrobe sa costruire molto bene i villans. Alcuni spiccano per la loro stravanganza e simpatia (nonna Mannaia e Axel Neil), per la loro intelligenza (il tizio dell’ Iperuranium e Giggle, appunto) o per quello che rappresentano (Mater Morbi). Che siano bene caratterizzati o che siano resi graficamente accattivanti, i personaggi del rrobe bucano la pagina. E questo è tanto.
Una buona prova quella di Caluri, forse più a suo agio nelle scene d’azione (il duello è reso benissimo) che in quelle “statiche”.
Da comprare, sperando in un ritorno di uno dei pochi autori dylaniati che rispetta, ma soprattutto ama il personaggio.
Voto 7

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