Aiuto! Bonelli aumenta i prezzi!

Per chi, parlando un po’ a vanvera, ci accusa di non aver discusso abbastanza sull’aumento dei prezzi ho deciso di scrivere questo breve editoriale. Partiamo dalla domanda principale: sei d’accordo con l’aumento dei prezzi Bonelli? No, nessuno è d’accordo quando i prezzi aumentano. Sono, come tanti di voi, l’ultimo anello di un sistema che parte dalla produzione di fumetti in via Buonarroti, attraversa la distribuzione e arriva alle edicole, quindi a noi. Ogni aumento di prezzo non può essere mai visto bene, soprattutto se arriva in un periodo in cui tutto è aumentato: ci sono nuove tasse da pagare e l’inflazione percepita è decisamente superiore a quella quantificata dalle statistiche. Però bisogna capire come stanno le cose. Bonelli non aumentava i prezzi da 5 anni e passare da 2,70 euro a 2,90 significa aver apportato un aumento del 7,4%.
L’inflazione media degli ultimi 5 anni, dati ISTAT, è del 2,7%  annuo, quindi l’aumento di prezzo non la copre neanche.
I lettori di Dylan Dog sono portati a mal digerire questi aumenti e non dare il giusto prezzo all’albo. In fondo sono 94 tavole in B/N vendute a un prezzo decisamente basso, molto più basso di un qualsiasi manga o comics spillato a colori. Non parliamo quindi di rapporto qualità/prezzo, quello è piuttosto soggettivo come approccio, ma di prezzo per tavola. Una questione “quantitativa” insomma. Per capire come fa la Bonelli a tenere i prezzi così bassi dovremmo chiederlo direttamente a loro. Sappiamo che i disegnatori e gli sceneggiatori vengono pagati bene e con regolarità, sappiamo che la distribuzione è capillare. Non siamo a conoscenza dei costi strutturali né dei costi variabili. Immaginiamo, però, che i grandi numeri aiutino a ottimizzare i processi di produzione. Insomma, i Bonelli costano poco perché vendono tanto. Costano così poco che le altre case editrici si sono dovute uniformare, sia nel formato sia nei prezzi, senza avere gli stessi numeri, senza la stessa qualità della carta, e probabilmente senza gli stessi margini di guadagno.
Tenere i prezzi bassi però ha portato a un’errata percezione del valore dell’albo stesso, ed è per questo che un aumento di 20 centesimi viene digerito male dai lettori Bonelli. La regola di marketing è semplice: se vendi un prodotto perennemente scontato quello diventerà il prezzo perché il consumatore lo percepirà come prezzo reale. E questo è un boomerang che torna indietro a ogni aumento di prezzo.
Se bisogna parlar chiaro lo faccio: l’aumento era inevitabile e facilmente prevedibile, inutile lamentarsi troppo. Poi, almeno noi fan di Dylan Dog, possiamo lamentarci delle troppe uscite annuali, molte delle quali decisamente inutili e perdibili. Ma questa è un’altra storia.

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