Il post di dicembre 2013 – I sonnambuli
Ultimo post del 2013, ora che anche il galeone d’oro si è concluso, daremo presto il via alle danze per premiare il post dell’anno, con l’ultimo biglietto per partecipare che va a… be’, non vorrete rovinarvi la sorpresa, vero? Ve lo diremo come al solito alla fine della premiazione, sempre che resistiate alla tentazione di sbirciare sull’avatar in fondo!
Come al solito il cerimoniale prevede la presenza di due parole per introdurre la storia di cui dibatterà il post di dicembre, che classicamente riguarda l’albo mensile, ‘I sonnambuli’, opera della prima collaborazione di Andrea Cavaletto (con una sola L, mi raccomando!), e di Luca Dell’Uomo (Dylaniato della prima ora, solo di recente ritornato sui lidi cravenroddiani).
E ora bando alle ciance, vi vado a introdurre, il premiato, iscritto solo di recente sul forum, ma che subito si è saputo far notare con la qualità dei suoi scritti, e che quindi si merita il primo premio per l’ultimo mese!
Avatar disneyano che appartiene a…
leonearmato
Il post è il seguente:
L’ho letto e non mi è dispiaciuto affatto. Premetto che venivo dalla lettura di una paio di storie di Dampyr (di quelle lunghe, contorte e farraginose che se non ti segni su un foglio a parte i nomi dei banditi francesi o delle famiglie sarde, corri il rischio di dimenticarteli quando giri pagina), quindi ho apprezzato ancor di più quella che reputo una delle maggiori virtù del fumetto di Dylan (non propria a tutti gli sceneggiatori, ma abbastanza diffusa): tenerti incollato alla storia, anzi, farti entrare nella storia con dialoghi concisi e mirati ad una chiara esemplificazione del disegno. Secondo me, dal punto di vista della mera azione sceneggiatoria, l’albo è ottimo. Complimenti!
La storia è un po’ deboluccia, ahimè, pesca un po’ qua e un po’ là da topoi dylaniati di vario genere (una serie di assassini deviati mentali, di cui uno risulta un finto deviato, il medico pazzo, il luogo chiuso dove succede il finimondo di notte), non individua un protagonista all’interno del racconto (tutti i personaggi sono, per gran parte della storia, coprotagonisti), il che non è necessariamente un male, a me non piace tanto perché si vede la storia come se fosse un film americano degli anni ’50, ossia senza prese di posizione. Bloch c’è e non c’è, Groucho è molto ben calibrato (la battuta sul lassativo a metà storia mi ha piegato dal ridere!), Dylan, come ha detto già Cavaletto, è un Dylan à la Cavaletto, ossia con tratti peculiari di coinvolgimento nell’indagine (ecco, forse è un po’ troppo sapientino) e così ce lo teniamo e ogni tanto non ci dispiace. Mi è piaciuto il finale, perché genera un po’ di confusione mentale nel lettore c’è una diabolica tendenza a razionalizzare i finali di Dylan, scardiniamola! A me piace Dylan che mente sulla presunta razionalità degli eventi, che sa che sono irrazionali ma che sa anche che non ci crederebbe nessuno! Vabbè, questa è proprio un’osservazione personale che poco c’entra con l’albo.
I disegni sono belli, c’è poco da aggiungere.
Due cose sul lettering: mi è piaciuta questa calligrafia leggermente più tondeggiante del solito. Forse è dovuta al fatto che l’addetta è alle prime armi (ipotesi mia), forse è una scelta stilistica. Fatto sta che l’ho apprezzata
Ps (che in questo caso significa “Pignoli Sempre”): nell’albo c’è un do (prima persona singolare verbo dare) accentato; qualcuno sdogana l’accentazione per non confonderlo con la nota musicale (e chi li confonderebbe mai? ), però l’utilizzo standard della lingua italiana letteraria non lo prevederebbe. Ammetto l’errore umano, per l’amor del cielo, però su certi casi controversi ritengo che si debba prestare particolare attenzione
Detto ciò, l’albo è un godibile e meritato 7.5.
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