Il post di febbraio 2013 – L’impostore
Come gli anni scorsi, l’occasione del post di febbraio è doppiamente speciale, visto che, dopo un mese di votazioni da parte dei nostri utenti più affezionati del forum, anche il post dell’anno viene assegnato. I primi due premi sono stati assegnati a utenti meritevoli quali rimatt e Lord Blendings, vere e proprie colonne del forum e state sicuri che anche il premiato del 2012 sarà all’altezza, nonostante una militanza più breve sul nostro forum si è già fatto notare in positivo.
Stiamo parlando di…
wolkoff
Ma dopo aver premiato il post dell’anno scorso, rimane da tornare all’anno corrente, andando a premiare il post del mese di febbraio. Come succede nella maggior parte dei casi, siamo andati a pescare nel topic dell’albo mensile, L’impostore, opera della prima collaborazione dylaniata di Alessandro Bilotta e Nicola Mari.
Il premiato, che sale per la seconda volta sul gradino più alto del podio potrà quindi riprovare a gareggiare per il post dell’anno 2013, ceduto a rimatt alla sua prima partecipazione.
Lui è…
Ezekiel 25:17
Di seguito il post prescelto:
Mah, a una storia come questa cosa si puo’ dire?
Al netto delle varie e giustissime considerazioni, che sono il primo a condividere, sul fatto che ormai su Dylan butta questa aria da giallo soprannaturale, il più delle volte tendente più al giallo che al soprannaturale, genere che ha preso piede anni fa con Ruju e che continua a imperare sulla testata, anche perché se si vuole mantenere questo Dylan all’acqua di rose, questo è senz’altro il modo migliore; e aggiungo che è per questo motivo, che nella migliore delle ipotesi produce albetti tanto innocui quanto mediocri, ho smesso di comprare Dylan Dog.
Al netto di tutto questo, la storia, nel complesso, mi è piaciuta. È quella storia da sei, sei e mezzo, che mette in tavola il minimo indispensabile, ma lo mette con mestiere e capacità. E ogni tanto un giallo con qualche velo di soprannaturale (sì, un po’ forzato a dire il vero, sembra messo lì giusto per il nome della testata, e sì, questo è il motivo per cui va così su Dylan da diverso tempo, ma avevo iniziato con “Al netto di tutto questo…” ), ogni tanto, dicevo, ci sta.
Bilotta scrive bene, soffre giusto (come è già stato fatto notare) in qualche dialogo, troppo verboso, e qualche sequenza troppo didascalica, ma a voler pensare male, per citare l’utente joe montero bisogna tenere conto che ora c’è necessità di dover scrivere BANANE sulle banane, e vabbé. E non da meno, la soluzione è palesemente rivelata a pagina 31, che per un giallo non è proprio il massimo.
Però Bilotta gestisce il mondo Dylan molto bene, c’è ritmo quasi sempre e tensione quanto basta per arrivare alla fine, offrendo fra l’altro un finale molto carino e divertente.
Se avessimo avuto anche un Mari in forma, avrei votato buono. Le sue atmosfere avrebbero dato un tocco in più alla vicenda, invece mi è parso, diciamo, non al suo solito. E non dico al suo massimo splendore come nelle sue prime storie (quei capolavori grafici come Phoenix), ma anche quel Mari più normalizzato visto di recente. In alcuni tratti m’è parso proprio un modo diverso di disegnare, quasi stesse sperimentando, ma potrebbe essere giusto un’impressione mia.
Quindi, in conclusione, va bene, spero comunque che alla prossima Bilotta metta nel piatto qualcosa di più sostanzioso perché le capacità ce le ha tutte, e spero rimanga su Dylan.
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