Mondo Parallelo

L’ultima storia di Dylan Dog di questo mese, porta il nostro indagatore di Craven Road in una sorta di viaggio spazio/tempo in una realtà differente, ma nemmeno molto a veder bene, da quella ordinaria.

In se il tema è abbastanza scontato. La fantascienza ha sempre usato i mondi paralleli ai nostri per ambientare romanzi, film e telefilm di ogni genere e tipo. Memorabile resta l’episodio Specchio Specchio di Star Trek TOS, mitico emblema della diversità speculare e del seme del cambiamento diffuso in modo inaspettato ed esplosivo.

E anche lo stesso Dylan, fin dal lontano Gente che scompare ha utlizzato i varchi dimensionali per raccontarci di morti misteriose, realtà curiose, eventi paradossali. Il più attuale dei telefilm su tale tematica é certamente Fringe di J.J.Abrams, splendido esempio di realtà parallele destinate a incrociarsi.

Nei comics mi sovvengono certamente le mitiche storie dei Fantastici Quattro di Jack Kirby, ora impegnate nella Zona Negativa, ora nella Contro Terra, speculare e riuscitissimo esempio di tali tematiche. Dunque Dylan percorre una strada già dibattuta, e per questo facile ma maggiormente criticabile, data l’oggettiva facilità nel comporre storie di questo tipo.

Fallisce, riesce? Difficile dirlo. Certo l’idea del Dylan portatore sano di una curiosa epidemia, è abbastanza geniale e anche divertente. Non è la prima volta che un elemento estraneo, introdotto in una società indigena, ne modifica il comportamento, ne stravolge le abitudini, ne mina anche inconsapevolmente la salute e la soppravvivenza.

L’idea, tutta occidentale, che il nostro mondo si regga su equilibri leggerissimi e per questo facilmente e irrimediabilmente atti a corrompersi, guastarsi, fallire, è in fondo l’emblema stesso della nostra paura/certezza del fallimento della società occidentale nel suo profondo. La paura che basti poco, un evento complesso ma locale oppure semplice ed esteso, ad erodere tutte le nostre certezze è fonte di paura e di invisibile sgomento.

Semmai, delude che tale complessità tematica, sfoci magari in una serie di eventi banali e poco incisivi, che la soluzione sia in fondo una non soluzione nel suo complesso. Anche se, curiosamente, credo che un pò tutti saremmo curiosi di sapere che accadrà al mondo di Londra 2 ( o uno, come malignamente suggerisce la vicenda stessa…) fra qualche mese o anno. Che poi sia anche corretto farlo, o lasciare il tutto nella mente di chi ha letto, è altro discorso.

Penso che a noi tutti farebbe piacere poter intervenire nel nostro mondo per correggere, diminuire, cambiare eventi ed errori e orrori, e al tempo stesso la paura di agire non mossi da una onniscienza cosmica, ci porti a compiere errori e disastri che fatalmente aumenterebbero tali disagi, piuttosto che lenirli.

Questo numero è forse una magnifica occasione perduta, o rimandata, di tale percorso. Certo mostra una realtà tanto puerile e falsa, da identificarsi totalmente con la nostra. Sempre, appunto, che non lo sia già.

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