Il post di aprile 2012

Mentre preparo un nuovo cappello per introdurre a dovere anche il premiato di aprile, mi è venuto in mente che questo spazio a volte è usato in maniera troppo unidirezionale, con lo staff a premiare il post, e voi a leggerlo… per cui approfitto per invitarvi a interagire, commentando anche voi la bontà della scelta effettuata… siete d’accordo? c’è qualche altro post che vi sembrava meritevole di premio? Fatecelo sapere, potete farlo sia sul blog, sia commentando sulla pagina FB, dove tutto ciò che viene scritto sul blog viene poi riportato. Le vostre idee potrebbero persino aiutarci a indirizzare meglio le nostre preferenze per le prossime scelte!

Tornando alla premiazione, era inevitabile questo mese andare a pescare nel mare magnum del mensile, visto che il topic dedicato all’albo confezionato da Accatino e Gerasi, L’assassino della porta accanto, un albo molto atteso, che ha suscitato molte aspettative, e ha infiammato la discussione, fra chi le ha viste rispettate, e chi ne è stato deluso.

Il premiato è una new entry dell’albo d’oro di questa competizione, ed è anche riuscito a entrarci con pochi post, spalmati nell’arco di due anni d’iscrizione. E’ anche autore di uno dei giochi dylaniati più originali proposti sul forum, anche se di breve durata… spero che dopo il premio ne organizzi presto una nuova edizione!

L’avatar (d’ufficio) è ispirato a uno degli idoli che gli ha dato il nick, lui è…

jimi_syd

Questo è il post della vittoria:

Finalmente 5 minuti per scrivere la mia… albo che a quanto vedo sta spaccando non poco il pubblico che senza mezzi termini pare apprezzarlo o visceralmente odiarlo… io appartengo al primo gruppo, vi dico perché: innanzitutto perché è un albo SENZA protagonisti: abbiamo un dylan che non è investigatore ma per lo meno torna ad essere “un adolescente, ma più immaturo”, ironico, innamorato e anche un po’ immorale come quello degli inizi perché comunque ricordiamo che è lì per un amore fedifrago, nella speranza che lei dopo aver cornificato il marito lo pianti e si trasferisca a Londra con lui. Poi abbiamo la “signorina wiley”, layla, la filippina e l’irlandese che hanno ruoli funzionali alla trama ma nulla di più e infine il signor Wilson. Questo simpatico vecchietto che è presente in ben 66 pagine su 94 (più del 70% dell’albo) è per me una delle cose più belle realizzate negli ultimi anni, non ricordo da quanto tempo in una storia di dyd non tifavo per il “cattivo”, era da anni che non provavo simpatia per un personaggio di dyd, che non instauravo un rapporto empatico con uno di essi. Questo mi è successo proprio perché il protagonista dell’albo non è lui ma è il concetto che incarna. “Non giudicare e non sarai giudicato. Non condannare e non sarai condannato. Perdona e ti sarà perdonato” Questo recita il vangelo di Luca a pagina 80 e questo è quanto la vita non gli ha dato. Dalle regole della nonna, al lavoro d’ufficio, alla stessa legge, un’ intera vita che gli chiede di conformarsi ad una idea di giusto, di bene, di buono, pronto a condannarlo ad ogni tentativo di evasione, fino al punto che egli stesso si impone di continuo regole: quando parla a se stesso usa l’imperativo e sessant’anni dopo guarda ancora quel vecchio film di john wayne che ha rappresentato nella sua gioventù il modello da seguire, a cui conformarsi. Però il personaggio è interessante perché il suo confronto con il giudizio non si risolve in una sottomissione o in una ribellione da quattro soldi ma diventa egli stesso giudice e lo fa nella maniera più drastica: quando torna ad uccidere si guarda intorno, guarda nel bar, guarda ad una vita che non gli appartiene, che non tollera e sentenzia “vite inutili. Esistenze buttate” (pag.70), segue un principio elementare “nella vita chi sbaglia paga” (pag.63) ed esegue la condanna. Qualcosa di terribile ma tutto sommato onnipresente in qualche recondito (e mica tanto) angolo di ogni anima. Quale vittima non vuole diventare carnefice? Così mi sono ritrovato senza rendermene conto a sperare che il signor Wilson la facesse franca, a provare pietà per quel docile vecchietto che correva in cantina felice come un bambino quando sentiva la trappola per topi scattare, a sperare che Wilson la trovasse prima o poi una donna da strangolare e a maledire Dylan quando gli fa derattizzare lo scantinato…

Qualcuno di voi ha giudicato troppo lenta la sceneggiatura invece io devo dire che l’ho trovata appropriata alla storia, con tutti quei primi piani su oggetti, parti del corpo, con tutte le sue soggettive segue l’evoluzione intima del signor Wilson, mentre si fa più rapida, dinamica, dialogata quando tocca a Dylan. E poi quelle 6 vignette a pagina 95 con il bacio sulla mano, la sensualità di lei, quell’attimo d’attesa e poi quel gesto terribile, una vera poesia… E poi mi piacciono tanto quelle storie dove le cose accadono a forza di coincidenze hitchcockiane, fuori dalla consapevolezza degli stessi personaggi, dove il lettore ne sa più di loro e allora la suspence cresce…
Non condivido nemmeno le critiche a Gerasi che secondo me ha fatto un buon lavoro soprattutto se si considera che l’intera storia è ambientata in una anonima pensione che certo non consente virtuosismi negli ambienti o altro. Inoltre a guardare vignette come quella di pagina 75 o quelle di pagina 95 non mi sembra inespressivo come è stato detto. Ripeto un buon lavoro.

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