Il post di gennaio 2012
Anno nuova, vita nuova! O non vita nuova, nel caso Xabaras abbia pasticciato troppo con le vostre spoglie mortali. Ma in ogni caso, certe cose non cambiano, e quindi anche questo mese verrà scelto il post migliore che ha contribuito questo mese alle dialettica forumistica. Approfittiamo per ricordare a tutti che sul forum c’è un sondaggio per votare il post dell’anno, che sarà ufficialmente proclamato in contemporanea con la premiazione del prossimo mese, affrettatevi tutti a votare, mi raccomando, mentre noi proclamiamo il primo candidato per l’anno prossimo!
Il post scelto, come ormai è di default (per i non informatici, è di consuetudine, per i non letterati, è che succede praticamente sempre), proviene dalla discussione sull’albo del mese, l’ultima fatica di Giovanni Di Gregorio e Daniele Bigliardo, Terrore ad alta quota, in cui il nostro old boy è andato ad affrontare una delle sue fobie più radicate, andando inoltre a reincontrare un vecchio amico/nemico (più nemico che amico, diciamolo pure).
Difficile trovare parole appropriate per presentarvi il premiato a dovere, senza essere ripetitivo, visto che ormai è un habituè… probabilmente dovrà comprarsi una mensola nuova per ospitare il nuovo trofeo (o almeno dovrebbe comprarsela, se fosse tangibile).
Ovviamente sto parlando di…
rimatt
Come al solito, riportiamo il post che gli consente l’ennesima vittoria (nonchè la candidatura per il post dell’anno per il terzo anno consecutivo):
Brutto.
Mancano gli eclatanti “tradimenti” che ogni tanto Di Gregorio inserisce nei propri albi, ma manca anche il sia pur minimo mordente. La vicenda scorre monotona e insignificante, senza mai risultare avvincente. Lo spunto di partenza sarebbe anche buono e abbastanza originale (non è vero che tutto è già stato detto), ma poi, a dimostrazione che il “come” conta più del “cosa”, l’idea si perde in una sceneggiatura che più alimentare non si può, nella quale ogni possibile sviluppo interessante viene sistematicamente smontato (albi come questo sono la miglior riprova che Di Gregorio non “sente” il personaggio e non si diverte a scriverlo, altrimenti almeno un minimo di verve ce l’infilerebbe). Delle storielle “alla Sclavi” che riempiono l’albo, almeno tre sono orrende (quella del tizio che ha la paura degli aerei perché ha assistito all’omicidio di un amico in un negozio di modellismo, quella dell’ex pilota della RAF che, col suo volo radente, si comporta come un bambino scemo in un videogame, e pure quella della signora che viene tormentata dai fantasmi per aver perso l’aereo che s’è schiantato ): in una redazione seria questo genere di idee verrebbero cestinate senza pietà, e all’autore che le ha scritte verrebbe chiesto di metterci almeno un minimo d’impegno (cosa che qui manca completamente: sforzandosi appena un po’, storielle migliori di queste si sarebbero trovate senza difficoltà). Invece Di Gregorio viene pubblicato a più non posso. Di rara antipatia i personaggi, a partire dalla fidanzata di turno; quando vengono fatti fuori, ci si sente perfino sollevati. Poi c’è un bel finale, vero, ma ormai la frittata è stata fatta e le uova sono state rotte.
Buoni i disegni, anche se Bigliardo mi pare averci messo meno impegno del solito. Gli daranno mai da disegnare una bella storia, prima o poi? Mah: più tempo passa, più l’unica risposta possibile pare un secco “no”.
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