Intervista a Sclavi su XL


Trascrizione completa dell’intervista di Luca Raffaelli a Tiziano Sclavi pubblicato su XL di Luglio/Agosto 2011

Numero speciale e da collezionare questa volta: Dylan Dog in copertina e un’anteprima del numero 300 che ne celebra i 25 anni. E un’intervista nientemeno che con Tiziano Sclavi che l’ha creato e che, come sapete, è particolarmente schivo. Ma questa volta per noi ha fatto un’ccezione. Ovviamente si parte dalla musica: perché XL, Bonelli e Italia Wave festeggiano insieme questo grande eroe del fumetto.

 Tu ascolti musica?

Si molta e di tutti i generi

I classici cinque dischi sulla classica isola deserta?

Una raccolta di Guccini, una di De André, il Requiem di Mozart, una cantata di Bach e la colonna sonora del Fantasma del palcoscenico di Paul Williams. Ma perché solo cinque dischi? Mi porto un iPod da 160 giga che ne contiene migliaia.

E quali si porterebbe invece Dylan?

Il trillo del diavolo, naturalmente. E poi Iron Maiden, Manowar, Dropkick, Rhapsody of Fire…  (chi l’avrebbe detto? Ndr).

Qual è l’ultimo concerto a cui sei stato?

Non mi ricordo più se era Guccini o Woody Allen nel suo primo tour.

Lo scrittore Niccolò Ammanniti nel suo libro La festa cominci prendeva in giro un gruppo satanista all’amatriciana. Visti i temi trattati da Dylan ti è mai capitato di avere a che fare con cose del genere? E come li hai trattati?

Nella vita reale per fortuna non ho mai avuto niente a che fare con i satanisti. Nel fumetto ovviamente sarebbero i cattivi.

Dylan non è un mago (anche se ha un quinto senso e mezzo), non è supereroe e non è neppure un super esperto di esoterismo. Come mai hai scelto di caratterizzarlo così?

Secondo i dettami di Spielberg: gente comune in circostanze straordinarie.

Passioni o riferimenti da cui è nato?

L’horror cinematografico, soprattutto Dario Argento e George Romero.

Che evoluzione ha avuto il personaggio di Dylan?

Nelle storie che scrivo io, nemmeno horror e più commedia, sia pure nera.

Quanto c’è di te in Dylan?

Non tantissimo. L’ironia e le fobie (vertigini, claustrofobia, pipistrelli…).

Pensi che il personaggio ti abbia cambiato?

Non in particolare.

Ha cambiato anche i tuoi gusti di lettore e di spettatore?

Forse un po’.  La passione per l’heavy metal, per esempio, è venuta da Dylan, e non viceversa.

La storia di Dylan che fa più paura?

Quelle dei fantasmi.

Com’è cominciata la tua pasione per i fumetto? E per la lettura?

Per la lettura prima di andare a scuola, perché a cinque anni spevo già leggere. A sei ho letto tutto Poe. Leggevo anche fumetto: Tex, Capitan Miki, Il Grande Blek. Ma a interessarmi professionalmente ai fumetti ho iniziato dopo il ’65, con Linus.

Quali sono i personaggi fondamentali della tua gioventù?

La prima cosa che ho scritto, alle elementari, era un “romanzo” di James Bond. Poi alle medie un western. Ma la vera passione per la scrittura è iniziata con Buzzati.

Che cosa non sopportavi nei fumetti, nei libri, alla tv?

Quello che non sopporto ora: la volgarità

Qualcosa che amavi in quegli anni di cui proprio non ti spieghi la ragione?

No, non mi pare.

Come si sono evolute le tue passioni?

Quella per l’horror si è molto attenuata, per esempio.

Frequentavi cineclub? Eri per Bergman o per 007?

Entrambi. Ero e sono un cinefilo, andavo allo storico Obraz Cinestudio di Milano, ma vedevo anche i film di cassetta.

Amavi Tex o Corto Maltese?

Perché o? Amavo Tex e Corto Maltese.

Dostoevskij o Il giovane Holden?

Mai letto Dostoevskij. Il giovane Holden mi è piaciuto poco, forse avrebbe bisogno di una traduzione più decente.

Nel tuo libro Le etichette delle camicie un tuo personaggio dice: insomma le società utopiche, dove tutto è stato risolto, non c’è più guerra, non c’è più delinquenza… però la gente si annoia. Pensi anche tu che l’uomo sia così schiavo della violenza?

Certo che no. Meglio annoiarsi.

Tu sei un antimilitarista eppure collezioni coltelli. Come mai? Nessuna contraddizione?

Se è per quello ho collezionato anche pistole (finte, non ho certo il porto d’armi). Non me ne importa niente che taglino o sparino, sono oggetti belli esteticamente. Mi contraddico? E va bene, mi contraddico! (Citazione da Messia selvaggio).

Cos’altro collezioni?

Adesso poco o niente, ma in passato un po’ di tutto. Accendini, action figures, orologi, penne stilografiche.

Perché ci troviamo a collezionare le cose?

Perché tante cose sono belle.

Qual è il film che ami di più?

2001: Odissea nello spazio.

E sempre di Kubrick?

A pari merito, 2001 e Barry Lyndon.

E il libro che ogni tanto torni a leggere?

Non rileggo mai. La vita è troppo breve e i libri sono milioni.

Se non leggi e non guardi blu-ray cosa fai?

Quando posso, gioco al computer con mia moglie. Avventure grafiche e hidden objects.

Ci sono dei personaggi oggi che stimi?

Tanti. In Italia umberto Eco.

Scrivi cose che non intendi pubblicare?

No, mai.

In un’intervista hai detto che il film di Dylan Dog non l’hai visto e non ti piace? Lo vedrai quando sarà in blu-ray? Sai che nel film c’è un personaggio che porta il tuo nome?

Si, purtroppo ho letto la sceneggiatura, senza diritto di veto. Quando il film uscirà in blu-ray non lo vedrò e non mi piacerà.

Sappiamo che hai ben quattro cani: che cosa ti dà il rapporto con gli animali?

Tantissimo amore.

C’è qualcosa per cui ti rimetteresti a scendere in piazza a protestare?

Mai sceso in piazza, soffro anche di agorafobia. Ma protesto per quesi tutto. O meglio, rifiuto. Come Guccini, io dico addio a tutte le vostre cazzate infinite.

Se un giorno tanti tuoi amici entrassero nella tua casa isolata per una festa a sorpresa come pensi potresti reagire?

Bene, mi farebbe piacere. A patto che dopo la festa mettano a posto loro.

Dylan Dog cambia donna spesso. Tu hai trovato l’amore della tua vita. Chi ha ragione?

Io

Cosa auguri a Dylan Dog per il futuro?

Per cominciare, altri 25 anni di vita.

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