Sul pianeta dei morti – Intervista ad Alessandro Bilotta

Ogni promessa è debito, per cui Alessandro Bilotta ha mantenuto la sua ed è qui con noi a parlare di nuovo delle sue prossime fatiche dylaniate, e in particolare delle storie che riguardano la sua opera più riuscita, quel pianeta dei morti che tanti lettori aveva saputo entusiasmare. E noi non possiamo essere da meno, per cui siamo qui a condividere con voi il contenuto di questa intervista, che speriamo possa stuzzicarvi nell’attesa della pubblicazione e della lettura.

Per cui, fuoco alle polveri, e largo alle domande, e, soprattutto alle risposte!

Prima di parlare di questi prequel (de Il pianeta dei morti), e dopo averti debitamente ringraziato per essere qui con noi, ci piacerebbe sapere qualcosa sull’originale: come sei arrivato a comporre questa sceneggiatura così originale e al tempo stesso così piena di riferimenti alla storia di Dylan? E’ stata prevista fin dall’inizio come storia breve per il color fest?

È stata prevista per il Color Fest, ma io ci ragionavo su da un po’ di tempo. Volevo spostare Dylan Dog in una realtà alternativa per evitare alcune regole e vincoli della serie regolare. Così paradossalmente ho cercato un’ambientazione nuova e straniante per inseguire però lo spirito più classico del personaggio, con i suoi romanticismi, gli esistenzialismi e i riferimenti alla sua storia.

Veniamo ora alle storie in questione: puoi confermarci definitivamente i disegnatori e le collocazioni editoriali? Sempre a proposito dei disegnatori, ci puoi dire in base a quale criterio sono stati scelti? E magari darci qualche anticipazione?

Daniela Vetro, come già sai, sta disegnando la storia che precede quella già pubblicata. È un episodio in bianco e nero di 94 pagine, dal titolo di lavorazione “Old boy”, ed è ampio perché introduce e spiega molto di quel mondo e di ciò che è successo ai protagonisti. Paolo Martinello disegnerà e dipingerà una storia che precede quella di Daniela Vetro, dal titolo di lavorazione “Addio Groucho”. Verrà pubblicata fra un anno e mezzo, sul Color Fest di maggio, il numero 10, che avrà come tema “altrimondi”, ovvero i mondi alternativi. Già dal titolo credo si capisca che è la vicenda che dà origine a tutto. Daniela Vetro sta facendo un lavoro che mi piace moltissimo, perché sa creare delle atmosfere terrificanti, ma conosce benissimo l’anima romantica del personaggio, che è importante in queste storie. Paolo Martinello che è stato, fra le altre cose, il copertinista di Valter Buio, è uno dei più grandi maestri del colore del fumetto italiano e, nel momento in cui c’era la possibilità di realizzare una storia di Dylan Dog per il Color Fest, sembrava quasi un’occasione.

3. Come è nata l’idea di continuare il filone de Il pianeta dei morti? Era una cosa prevista fin dall’inizio oppure solo a storia conclusa hai “sentito” di non aver svelato tutto in proposito?

A storia conclusa, sembrava si potesse raccontare ancora molto. Giovanni Gualdoni, che è stato di incoraggiamento per Il pianeta dei morti, è stato promotore anche dei prequel. Il pianeta dei morti aveva il forte rischio di essere una storia deludente, ma siamo riusciti a evitarlo. Sono molto fiducioso anche per le prossime due storie.

5. Per concludere l’intervista, ti chiediamo notizie sui tuoi lavori presenti e futuri, anche extradylaniati, a partire magari dalla possibile ulteriore prosecuzione della saga de Il pianeta dei morti, e dal ritorno di Rutger, di cui già ci hai parlato precedentemente.

Sono in lavorazione altre storie di Dylan Dog per la serie regolare, ma è ancora presto per parlarne, perché non è stata definita un’uscita. Sto scrivendo delle sceneggiature anche per Dampyr, tra cui la prima avventura di Harlan e Kurjak a Roma, che sarà disegnata da Andrea Del Campo. Inoltre continuo a collaborare al Giornalino, insieme a Oskar ai disegni, con la nostra serie Corsari di classe Y.

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