Il post di aprile 2011
Un altro mese passa, un altro albo di Dylan esce in edicola e un altro topic ricco di interessanti commenti da parte dei nostri forumisti viene aperto e riempito. Scegliere fra i tanti non è stato semplice neanche questa volta.
Il post prescelto, come nella maggioranza dei casi, proviene dal topic dedicato al mensile: Tra moglie e marito…, il quale, a parte l’unanime dissenso nei confronti del titolo, ha spaccato la pubblica opinione cravenroadiana fra apprezzatori e deprezzamucche… cioè, delusi, dell’opera del duo Marzano & Saudelli.
A vincere è un utente che già aveva ricevuto un importante riconoscimento da questo sito per il suo talento nello scrivere.
Lui è…
joe montero
Questo è il post che gli ha dato la vittoria:
Mi ritrovo nel medesimo dillemma (marzaniano? marziano?) in cui mi trovai quando uscì “Il custode”: sono l’unico a cui è piaciuta la storia e ho dei reali motivi OPPURE sono l’unico a cui è piaciuta la storia perché sono completamente rincoglionito?
Lo so, è piaciuta anche ad altri, sto solo assolutizzando la maggioranza per rendere più incisiva la questione.
Capolavoro non lo è, certo, questo “Tra moglie e marito…”, ma nemmeno un albo privo di un certo ritmo e un vago simpatico appeal.
Il soggetto, apparentemente fallimentare, trova nella sua risoluzione un suo perché. Certo, tutto appare come una barzelletta, ma una barzelletta ben orchestrata e talvolta divertente.
Dylan va (quasi) a letto con la ragazza perché se ne invaghisce sotto sortilegio, non per meschinità. E se anche fosse mi sembra assai più centrato un Dog trombatore che il nuovo scipito indagatore che: “Oh, con la moglie di un cliente, che porco amorale!”.
Poi, certo, credo che la scrittura di Marzano sia ancora molto poco matura e coraggiosa, c’è la mancanza di un climax che faccia provare vero interesse per la vicenda, ma il tutto mi ha fatto simpatia, mi ha ricordato (in modo un poco sbiadito, lo ammetto) l’incedere scombiccherato dei vecchi albi.
Però, messaggio a tutti gli sceneggiatori: non dico che dobbiate sfornare dei capolavori inarrivabili, ma sta scritto nell’ABC della sceneggiatura (anzi, neanche C, solo AB) che dai tre quarti in avanti la storia deve subire un’accelerazione o perlomeno una svolta che porti il lettore con l’attenzione al massimo verso la conclusione.
Le storie attuali di Dylan sono delle utilitarie sulla via Emilia: sempre dritte alla stessa velocità, la terza inserita, finché non si arriva a Castelfranco a mangiare i tortellini.
In ogni caso, do 6+ a Marzano. Con Saudelli si arriva a 7-. Sono completamente rincoglionito? Ho i miei motivi?
Chi lo sa! Il prossimo dillemma marzaniano lo rivelerà!
P.S. Sapete che penso proprio che il volto di Bret sia ricalcato (pedestremente) su quello di Ben Stiller? Non addito Saudelli per questo, il volto dell’attore è moooolto difficile da rappresentare in sintesi, una volta ci avevo provato anch’io a inserirlo in una tavola, ma mia madre aveva i cognati a cena e non c’erano più posti liberi.
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