Il post di agosto

Pensavate ci fossimo scordati di voi, vero? E invece, smaltita la sbornia del decennale del sito, eccoci qua di nuovo a eleggere chi questo mese ha scritto il post più efficace nel valutare una delle pubblicazioni del nostro caro indagatore dell’incubo.
Complimenti a tutti per l’impegno, non mollate e vederete che prima o poi il premio sarà vostro!

Questo mese, a dispetto dell’accanimento dimostrato nel commentare il mensile, il post scelto proviene per la prima volta da un topic dedicato a un albo fuori serie, il quinto Color Fest, impreziosito dalla copertina di quel Leviatano (ovvero, di quel “mostro sacro”) che è Milo Manara… non che la reputazione del maestro lo abbia risparmiato dalle critiche ovviamente! Qui davvero non si guarda in faccia a nessuno!

Color fest 5

Il premiato del mese per la prima volta è riuscito a mandare al ballottaggio finale due suoi post, riguardanti rispettivamente il mensile e il Color Fest (con cui alla fine ha vinto).

Si è dimostrato così preparato che potrebbe aspirare a diventare il quinto elemento dell’unica triade di quattro persone… peccato solo che non abbia un avatar e ci abbia costretto ad assegnargliene uno d’ufficio digitando il suo nickname su Google.

Ma ora ciancio alle bande, ve lo vado a presentare, lui è…

Tommaso Campanella

tommaso

Ecco il suo post, che disamina con attenzione le quattro storie del Color Fest:

Per me il peggior color fest finora pubblicato.
Si comincia bene con il solito editoriale sborone: “…una sfida troppo grande persino per noi”, pfffffff .
Preferivo le poesie sulla Morte e gli orrendi disegnini dei lettori allo strazio che sono diventate le rubriche dylaniane. Anche perché ai tempi che pubblicavano CAPOLAVORI come “Memorie dall’invisibile”, “I vampiri” e “I segreti di Ramblyn” (  ) non ricordo una sola parola di autoincensamento come usano regolarmente oggi. Forse devono auto-convincere soprattutto se stessi.

IL GRIDO MUTO
La storia migliore la firma Mignacco, ed è tutto dire.
Difficile separare i meriti della sceneggiatura, semplice, ma gradevole e sentita, da quelli dei disegni splendidamente autunnali di Frisenda (il “suggerimento” su una possibile lettura della vicenda che si può notare nella quart’ultima vignetta, sarà un’idea dello sceneggiatore o una trovata del disegnatore?). Una piccola storia uggiosa, che per una trentina di pagine crea un mondo di affascinante tristezza e squallore. Molto carino anche il personaggio femminile.

LACRIMA DI STELLA
Bruttino anzichenò il secondo racconto. Quando in una storiella di 32 pagine quasi metà delle stesse sono usate per un iperspiegone e la presentazione di anonimi personaggi che poi verranno velocemente scannati nelle concitate pagine restanti, qualcosa non funziona. Il mondo fantasy messo in piedi dagli autori mi sembra francamente piuttosto scarso a livello di fantasia. Sembra di essere in un film di serie B, in cui bisogna risparmiare sulle scenografie e i costumi. Inizio suggestivo e finale gratuito. Ottimo il Caluri “stellare”, spento quello “fantasy”.

CATTIVA SORTE
Deludente esordio di Cajelli, l’autore da cui mi attendevo di più. Lo considero infatti uno degli migliori sceneggiatori bonelliani in circolazione, ma nonostante un inizio carino, mi ha fatto sbadigliare con una storia loffia e all’acqua di rose (e questo mi ha stupito sul serio da parte sua). Zero atmosfere dylaniane, personaggi inerti, dialoghi fiacchissimi. Mi ha ricordato il De Nardo più fuori registro, quello di storie come “Uno strano cliente” e “Il grimorio maledetto”… e vuole essere una critica. Pesantissima. Notevole l’iperrealismo dei disegni di Bigliardo, ma onestamente non ho capito il senso di questa curiosa scelta stilistica.

L’UOMO CHE NON C’È
Carina. In realtà Gualdoni, da bravo curatore, fa di tutto per evitare che Nizzoli possa disegnare le cose che gli vengono meglio (scenari fantastici e donnine svestite) e lo ingabbia in una storiella dal basso profilo, tutta dialoghi e primi piani, dove l’unico soprassalto di fantasia (si fa per dire) è una rapida scenetta nel solito cimitero con i soliti zombie sbucanti. Ma la trovata di base è gradevolmente dylaniana, e la spiegazione di tutto abbastanza ingegnosa.

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2 Comments

  1. Tommaso scrive:

    Non sapevo di questa cosa del post del mese.
    Che dire? Grazie, lusingato.

    Anche se sono un inguaribile criticone, quando dopo un po’ di tempo rileggo i miei post più critici mi sento sempre in colpa per essere stato tanto velenoso con questo o quell’altro autore. Anche in questo caso ci sono andato davvero pesante. Va beh, non rinnego nulla. Di sicuro non vincerò mai premi come Mister Simpatia Da Forum ;-)))

    Tommaso.

  2. The Imp scrive:

    D’altra parte si sa che i cattivi sono sempre i piu’ fighi di ogni film.

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