Il “ritorno” di Dylan Dog al cinema

Che il giornalismo a volte sia pessimo ce ne accorgiamo dai toni con cui vengono trattate certe questioni e dall’omissione di altre (forse più importanti) notizie.
Quello che Il Giornale.it ha dedicato al film di Dylan Dog è un pessimo articolo. Un qualsiasi fan avrebbe scritto cose più accurate e non avrebbe infarcito quello che (dicono loro) è una notizia sensazionale con errori grossolani.
Dovrei elencarli tutti, ma credo che basti riportare il titolo:  I blogger americani «benedicono» il ritorno di Dylan Dog al cinema.
Parliamo di questo ritorno.

In realtà Dylan Dog: Dead of Night è la prima trasposizione cinematografica di Dylan Dog. Se il giornalista si riferiva a Dellamorte Dellamore è chiaro che non ha letto le nostre FAQ (il cui ultimo aggiornamento risale al 2007, ahimé. PS: diffidate dei copia/incolla).
Dellamorte Dellamore non è un film di Dylan Dog benché forse, date le premesse di Dylan Dog: Dead of Night, assomigli maggiormente nello spirito al nostro indagatore dell’incubo.
Il film di Soavi, bello secondo me, è semplicemente la trasposizione cinematografica del (bello secondo me bis) libro scritto da Tiziano Sclavi, edito dalla fu Camunia (casa editrice trapassata e anche remota). Il film fu interpretato, nel ruolo del protagonista, da Rupert Everett, l’attore a cui, su indicazione del nostro Tiz, si è ispirato Claudio Villa per dare un volto a Dylan.
Poi, e qui potrei anche sbagliare, mi pare che il montaggio sia terminato e quindi non sarebbe esatto riferire che il film è stato visto ancora allo stato “grezzo”.
Secondo Il Giornale questa sensazionale anteprima è stata vista da blogger americani che si sono a quanto pare entusiasmati. Mi chiedo quanti blogger americani conoscano un fumetto di nicchia come Dylan Dog, uscito in soli sette numeri per la Dark Horse. «Ho trovato il film coinvolgente dall’inizio alla fine molto divertente, con la giusta dose di suspense e battute brillanti, anche tra i personaggi più improbabili», dice uno di questi. Mi fido, per carità. Sono convinto che questo film possa essere anche divertente se si beve abbastanza prima di entrare in sala per dimenticare i 285 albi della collana mensile, tutti gli speciali, maxi, color fest, giganti, etc.
Dulcis in fundo arriva la dichiarazione di Roberto Proia, direttore marketing della Moviemax Italia: «Anche se spero che questa non diventi una prassi delle produzioni cinematografiche, sono entusiasta del successo che pare abbia avuto il film tra i blogger americani». Ed aggiunge: «Stiamo lavorando per convincere la produzione a permetterci di essere il primo Paese al mondo a distribuire il film, probabilmente nell’ambito di un grande Festival Internazionale».
Gli italiani saranno i primi a vedere il film di Dylan Dog? Forse, spero non gli unici a questo punto, dato che la pellicola ha difficoltà a trovare distributori nel mercato americano (che è quello a cui punta, è chiaro).

Per dovere di cronaca linko l’articolo.

I blogger americani «benedicono» il ritorno di Dylan Dog al cinema

TAGS: , ,

0 Comments



You can be the first one to leave a comment.

Leave a Comment


Immagine CAPTCHA
*

Captcha: rispondi a questa semplice domanda *