Due chiacchiere con Lorenzo Bartoli
La chiacchierata che segue è stata resa possibile dalla cortesia e disponibilità di Lorenzo Bartoli, che in occasione del suo esordio su una testata dylaniata ha accettato di rispondere a qualche domanda. Non avendo l’intervistato bisogno di presentazioni, senza ulteriore indugio passiamo la parola a lui.
Lorenzo, grazie anzitutto di questo po’ di tempo sottratto ai tuoi vari impegni. Iniziamo proprio da qui. Quali progetti bollono in pentola?
Sto lavorando alla nuova serie di JD, che riaprirà i battenti a novembre, in occasione di Lucca Comics. Poi, sempre per l’Aurea, sto preparando il numero zero di una serie nuova, col mio vecchio compagno d’avventura Andrea Domestici, sempre per Lucca. E ho ripreso a scrivere per Lanciostory e Skorpio. Poi, ho appena terminato il mio corso semestrale di sceneggiatura di fumetti presso la Scuola Internazionale di Comics, per la quale sto curando una nuova rivista contenitore di prossima uscita: iComics. Poi, per non tediarvi oltre, vi dico che sto lavorando un po’ per il cinema e un po’ per la televisione, ma sono comunque progetti a lunga gittata.
Naturalmente il tuo approdo su Dylan Dog ha stuzzicato la curiosità e le aspettative di noi lettori. Quali circostanze ti hanno portato a scrivere l’Old Boy?
Ero stato licenziato dall’Eura, prima tessera del domino che ha portato poi alla dismissione della Casa Editrice. Ho chiamato in Bonelli per dire che c’era un nuovo, vecchio autore sul mercato. Dopo 10 minuti, stavo già parlando con Giovanni Gualdoni del Color/Humor fest.
Qual è la tua percezione del personaggio prima di mettere mano alla storia e come ti sei posto nei suoi confronti durante?
Dylan è un’icona, ma anche no. È uno di noi, un uomo con molti difetti, capace di dubbi repentini e di entusiasmi altrettanto veloci. Sia prima che durante la stesura della storia, l’ho trattato come un vecchio amico che non vedevo da tempo ma sul quale sapevo di poter contare.
Che difficoltà hai incontrato, anche rispetto all’etichetta Humor che caratterizza l’albo?
Non avevo capito bene le indicazioni della redazione e così avevo scritto una prima parte di storia un po’ più comica. Ma niente di trascendentale, visto che le correzioni le ho apportate senza grossi problemi. A quanto pare, humor era da riferirsi sostanzialmente allo stile dei disegnatori e non al contenuto delle storie. La mia fortuna è che – lavorando con Massimo Carnevale da quasi 20 anni – ho visto le mie tavole trasformarsi in qualcosa di spessorato, con più livelli di lettura. Tra cui uno anche decisamente comico…
Abbiamo possibilità di rivederti in futuro sulle pagine della serie?
Non lo so. Io sono bravino con le storie brevi e mi sono divertito molto con questo speciale. Ma sulla serie regolare ci sono tanti autori bravissimi, molto adatti e molto centrati sulle storie di DD. La precedenza va a loro, dunque…
A questo punto possiamo salutarci. Auguri per il lavoro e speriamo di risentirci presto!
Grazie a voi!
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