Secondo me nessun fumetto, per lo meno parlando di quelli seri, nasce per caso. prendiamo anche un albo come "Un fantasma a SY", ritenuto da tutti brutto, e anche io non nego che non è un gran ché, però di messaggi ce ne sono eccome. Sono d'accordo che l'autore (Tito) non li ha espressi in maniera molto convincente, anzi in certi momenti è noioso starsi a sentire la giustizia che fa la ramanzina, ma ciò non toglie che Tito ha espresso quello che lui pensa, quello che lui crede. Forse in una maniera che non colpisce i lettori, ma non credo neanche che il suo intento fosse esprimere la prima cosa che gli passava per la testa. nell'ultimo numero Medda ha fatto meglio perché non solo ha mandato un messaggio, ma l'ha fatto in una maniera che ci fa ragionare, ci spinge a riflessioni.
Non è mia intenzione fare confronti tra storie diverse, il mio è solo un esempio per spiegare che in Dylan i messaggi ci sono in moltissimi numeri, dai più belli ai più brutti, e per quanto possano essere sceneggiati male sono comunque delle idee dell'autore, ciò che lui pensa, ciò che lui ci vuole mostrare. Poi d'accordo, ci può essere quella storia scritta in quattro e quattr'otto per riempire un maxi, o perché nella serie regolare ci sono dei momenti di stanca, e allora in quel caso ci sono propinate delle storie veramente banali. ma in moltissimi altri casi Dylan, e così tantissimi altri fumetti, hanno dei messaggi che ci vogliono mandare; a volte il messaggio è mandato bene, altre male, ma c'è comunque. se si vuole intendere il fumetto solo come svago, ben venga, ma se si ha voglia di riflettere, penso che su quasi ogni numero ci si possano trovare degli spunti. questo dipende dal lettore.
.... sembra di sentirlo ancora dire al mercante di liquore: "Tu che lo vendi, cosa ti compri di migliore?". (F.De André)
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